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  • Violamania:| Non c'è comunicazione

    Violamania:| Non c'è comunicazione

    • Luca Cellini

    Gli ultimi giorni in casa Fiorentina sono stati caratterizzati dalle vicende Montolivo e Frey che, pur se in maniera differente, portano ancora una volta alla luce come nel club viola manchi una reale comunicazione non solo fra calciatori e dirigenti, ma anche fra quest'ultimi e i tifosi. Lo shock provocato dal lento distacco dall'ex tecnico Prandelli ha avuto ripercussioni sul rapporto fra società e piazza anche durante questo campionato, e c'è richiesta costante, perfino adesso, di chiarezza sulla fine di quella che è stata una lunga storia d'amore. Purtroppo la gestione dei casi Frey e Montolivo, per certi versi, sembra ricordare quanto accaduto un anno fa proprio con l'attuale c.t. della Nazionale: gioco delle parti, dichiarazioni trasversali, date di possibili incontri e molto probabilmente alla fine divorzio con lunga sequela di veleni. Il caso del capitano gigliato è emblematico e, per certi versi, in questi giorni si sta evolvendo in episodi strani. Il giocatore e il suo entourage da tempo hanno fatto capire di volere un dialogo con i vertici della società per chiedere (legittimamente) quali sono i programmi del club e quale la progettualità.

    A tuttoggi infatti, nonostante le parole ripetute domenica e nei giorni successivi dall'azionista di riferimento Andrea Della Valle e dal direttore sportivo Pantaleo Corvino, non si capisce quali saranno i giocatori a partire, quali le certezze su cui rifondare, e soprattutto se c'è un obiettivo a media scadenza che sappia riaccendere l'entusiasmo della piazza. E' strano e curioso che, forse per alcune dichiarazioni improvvide del d.s. gigliato, ora Montolivo voglia parlare con i fratelli Della Valle, esautorando di fatto una delle figure dirigenziali più importanti del club. E' strano ed altrettanto curioso che Sebastien Frey ieri in conferenza stampa abbia fatto capire di aver dovuto superare una crisi psicologica all'arrivo di un nuovo portiere sia la scorsa estate, che di un altro lo scorso inverno, senza che nessuno gli comunicasse niente su tali novità. Questo rimandare appuntamenti, questa volontà dei giocatori più rappresentativi di esautorare i dirigenti del club, screditano l'importanza strategica dei vari Mario Cognigni, Pantaleo Corvino e Sandro Mencucci, messi lì dai Della Valle proprio per gestire le vicende quotidiane.

    A proposito di Mencucci: mi ha molto colpito una sua dichiarazione alla festa per gli 85 anni della Fiorentina organizzata dall'associazione 'Giglio amico', lunedì scorso. Premesso che ad una festa così importante ritengo sia grave non abbia partecipato nessuno dei fratelli Della Valle, e che l'allenatore non abbia neanche sentito la necessità di parteciparvi di sua spontanea volontà - accentuando il distacco con la tifoseria -, Mencucci ha detto che la Fiorentina per tornare a vincere e fare risultati ha bisogno di ricompattarsi e tornare ad essere unita fra le sue componenti: squadra, società, piazza e tifoseria. Bisognerebbe però ricordare che è stata la proprietà, dal settembre 2009 in poi, a dividere il mondo viola, parlando di rosiconi e mamme Ebe, accentuando il distacco fisico dei Della Valle dal territorio. Gilardino può anche fare 20 gol a stagione, Montolivo può anche decidere di rinnovare il contratto, ma se la proprietà non torna ad essere presente e viva sulle cose di casa Fiorentina, come nei suoi primi sette anni di gestione, come si può pensare ad un serio progetto di crescita?

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