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  • Violamania:| Grinta da rugby, ma...

    Violamania:| Grinta da rugby, ma...

    • Luca Cellini

    A oltre 60 ore dalla sconfitta di San Siro, prevedibile nell'esito finale ma in realtà assolutamente immeritata, soprattutto in virtù di un primo tempo giocato quasi in maniera perfetta dagli uomini di Mihajlovic e per le occasioni fallite da Ljajic e Santana negli ultimi dieci minuti, rimane la soddisfazione di aver visto una Fiorentina finalmente in crescita a livello di gioco e determinazione, con tante note positive da giocatori attesi - leggi Ljajic e D'Agostino - e sorprese, come l'esordio eccellente di un Camporese che ti fa semplicemente pensare a quei maledetti nove milioni spesi per prendere Felipe dall'Udinese. Un bravo grande così va detto a Mihajlovic che, evidentemente, sta facendo pratica da allenatore sulla panchina viola. Ha portato alcuni accorgimenti giusti e, con quello che ha in mano, ha preso applausi alla Scala del calcio, ma purtroppo non punti. I giocatori, anche al di fuori dalle interviste, parlano un gran bene del tecnico serbo: evidentemente sta incominciando ad entrare nel cuore dello spogliatoio.

    Non sono mancate le note negative, e viene da pensare innanzitutto all'espulsione di Per Kroldrup che, al minuto 93, sapendo che il prossimo week-end ci sarà Juventus-Fiorentina, non ha di meglio da fare che insultare l'arbitro. Poi va segnalata l'insolenza con cui - per l'ennesima volta - è sceso in campo Juan Manuel Vargas: già ci mette oltre 72 ore per tornare dalla Colombia (casualmente trova sempre il modo per giocare con la sua Nazionale, anche quando non sta bene), e poi offre una prestazione, per 15 minuti, che verrebbe voglia di multarlo e farlo lavorare per una settimana in fabbrica. Male anche Cerci e la sua 'dribblomania', e peccato citare Comotto, che macchia una prestazione quasi perfetta con un errore su Ibrahimovic, lasciato solo che neanche lo svedese fosse una puzzola da evitare per il fetore. E infine voto 2 ad una solerte giornalista di una nota tv satellitare che, nel pre-partita del match, avvicinando per un'intervista l'azionista di maggioranza della Fiorentina Diego Della Valle, non trova di meglio che fargli come prima ed unica domanda: 'Ma è vero che Gilardino può andare alla Juventus?'.

    Le ultime considerazioni su cosa ci abbia insegnato la giornata di sabato scorso, arrivano dal 'Franchi' di Firenze, dove poco meno di 48 ore fa si è giocato un match di rugby che, seppur con un'Italia non straordinaria, ha lasciato brividi di autentica emozione. I fiorentini che erano presenti per vedere dal vivo il test match degli uomini di Mallett contro l'Australia hanno rivisto il loro stadio, quello a Campo di Marte, di nuovo pieno. Qualcuno la scorsa estate ci ha raccontato che era stato il provvedimento della tessera del tifoso ad aver allontanato i tifosi dalla Fiorentina. Altri hanno detto che i problemi di parcheggio intorno al Franchi o lo stadio non coperto sono deterrenti fondamentali per il calo di presenze. La verità è che intorno a questa Fiorentina manca quella spinta propulsiva che deve arrivare dalla società. L'appello è sempre il solito: i Della Valle tornino ai vertici del club, non polemizzino con le istituzioni sul nuovo stadio, e a gennaio si frughino - detto in fiorentino - per dare al proprio tecnico una squadra all'altezza. La grinta simile a quella dell'Italrugby sta arrivando, la squadra è in crescita, ma senza altri campioni questa sarà un'annata di sofferenza, e sarebbe un vero peccato.

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