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  • Violamania:| Sono solo favole...
Violamania:| Sono solo favole...

Violamania:| Sono solo favole...

Nella prima favola non c'è niente di vero, anche se qualcuno potrebbe riscontrarvi delle assonanze con la realtà fiorentina. Un bel pomeriggio di fine luglio un sindaco ambizioso (e questa sua dote è un difetto per una classe politica che tenta di restare aggrappata al potere, ed un pregio per chi punta al rinnovamento), è a Bologna per un appuntamento che serve come 'spot' per la sua autobiografia, e casualmente entra in contatto con il proprietario della squadra di calcio della sua città. A tessere le fila del 'meeting' un imprenditore molto amico, quasi fratello potremmo dire, del suddetto proprietario del club, che intravede nella figura dell'ambizioso sindaco un 'assist man' per costruire un progetto di nuova politica: il mondo economico imprenditoriale, alleato con la gioventù rampante dell'arte di governare la società, con l'obiettivo di sconfiggere l'attuale centro di potere governativo e amministrativo. Il sindaco, orgoglioso ed ambizioso dicevamo, non vuole uscire ferito e attaccato - come l'anno precedente - dalle parole del proprietario del club calcistico della sua città, e allora individua una nuova area dove poter costruire, in forma ridotta, un progetto presentato dall'amico dell'imprenditore, e si trova una sorta d'accordo per la sua realizzazione.

Effetti? Da una parte l'ambizioso sindaco non esce con le ossa rotte dal confronto con i vertici del mondo imprenditoriale italiano e mondiale, ma anzi si crea un'alleanza in vista di un possibile nuovo partito formato da 'esperti in economia', e soprattutto si mostra agli occhi della sua città come 'l'uomo del fare'. Dall'altra parte il proprietario del club calcistico ferma la campagna di smobilitazione, trattenendo negli ultimi giorni d'agosto quegli elementi che, seppur logori nella propria esperienza fiorentina, possono fare ancora la differenza, e quando va in tv, complice un sorriso in telecamera e attacchi a testa bassa al mondo della politica attuale, rilancia le parole 'vincere' e 'innamoramento per la propria squadra', al costo di altri venti milioni di euro che servono per ripianare il bilancio in perdita. La favola potrebbe terminare senza lieto fine? Sì, per la troppa ambizione del sindaco in questione, nel prendersi i meriti della realizzazione del nuovo progetto. Oppure a causa dei nuovi equilibri politici che potrebbero tentare l'amico fraterno dell'imprenditore bolognese, con quella 'voglia di esagerazione' che è tipica di chi vive fra yacht e salotti buoni. Possibilità di lieto fine, invece, molte, visto che un nemico comune può unire teste pensanti diverse.

Nel frattempo, nella città del sindaco di cui sopra, dove gioca la squadra di calcio del proprietario nuovo alleato del 'rampante' primo cittadino, il presidente del club, evidentemente non conoscendo le dinamiche della sua nuova realtà, pur essendo di fatto 'la voce' dell'azionista di maggioranza, ne combina più di Carlo in Francia. Il suo compito sarebbe quello di 'farla pagare' a chi ha osato sfidare il proprietario, con atti e dichiarazioni che portino il giocatore reietto ad essere emarginato dalla squadra e visto come un 'appestato' dalla maggioranza della tifoseria. Solo che in questa seconda favola - anche questa priva di alcun fondamento - il tecnico della squadra, fino ad allora nel limbo per qualità tecniche e gestionali, trova nell'alleanza del suo spogliatoio contro le 'parole fuori tempo' del presidente un elemento determinante. Il 'nemico' che aveva contribuito a destabilizzare l'ambiente a poche ore da una partita in trasferta (poi persa) viene emarginato, e il gruppo-squadra si compatta con lo staff tecnico. Risultato? La squadra non gioca ancora un calcio spettacolare, ma risale la classifica e fa tornare a sognare i propri tifosi. Rischi che anche questa favola finisca senza un 'lieto fine': le scelte insensate di un tecnico, come può accadere in una domenica pomeriggio in cui lasci un terzino destro della Nazionale in panchina e non sai rispondere alle contromosse del tuo 'collega' più esperto; oppure la voglia di cambiare le carte in tavola da parte del proprietario della squadra, per il fallimento del nuovo progetto descritto nella prima favola. Menomale, come cantano i 'The Dodos', che quelle sopra descritte 'sono favole'. Il calcio è una cosa seria.

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