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  • Violamania: squadra e società, prova indegna. Adesso ci metteranno la faccia?

    Violamania: squadra e società, prova indegna. Adesso ci metteranno la faccia?

    • Giacomo Brunetti
    Un'amichevole di mezza estate - oppure una partita senza niente da dire - che si congeda con pochi sussulti. O meglio, con quello che basta per far calare il sipario su una prova indecorosa della squadra di Montella. E quando entra in campo l'esordiente Beloko, il pensiero è comune: 'Tanto, per come hanno fatto gli altri, peggio non può andare'. Ma l'utilità della partita rasenta praticamente lo zero e la voglia di ribaltarla raramente si palesa.

    L'inizio è scoraggiante. Tra il silenzio della protesta della curva viola e un ritmo da riscaldamento, il tempo non scorre, come le peggiori lezioni di matematica. Pochi bagliori, qualche tiro da fuori e la noia a farla da padrona. Una respinta centrale di Lafont, con brividi annessi e conseguenti fischi, e l'ennesimo cross fuori traiettoria di Biraghi: la prima mezz'ora va in archivio così. Ci pensa Berardi a farla andare ancora peggio, infilando l'angolino e fungendo da preludio al rigore sbagliato da Veretout: perché al peggio non c'è mai fine, specialmente in momenti come questi.

    Solo la tecnologia evita il raddoppio del Sassuolo, il tutto mentre i tifosi viola entrano sugli spalti dopo aver disertato i primi quarantacinque minuti. Visto l'andamento della gara, si saranno pentiti di non aver esteso lo sciopero a tutta la partita. Cori e proteste, la contestazione va avanti per tutto il secondo tempo e, salvo una parata di Lafont su Rogerio, qualcuno si scorda anche del campo. Ha ragione Montella: la Fiorentina ha toccato il fondo. Qualcuno pagherà? Difficile. Resta la considerazione di aver costruito una rosa assemblata male e sponsorizzata con troppa superbia.

    «Si vuole rivedere la squadra forte e promettente vista in più occasioni durante questa stagione», recitava un comunicato alcune settimane fa.

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