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  • Violenza baby:| Rissa tra Esordienti a Milano

    Violenza baby:| Rissa tra Esordienti a Milano

    Una partita fra Esordienti del Quinto Romano e Atletico Milano finisce in rissa: due ragazzi discutono, poi uno finisce a terra e dopo una colluttazione generale uno viene portato in ospedale e la famiglia sporge denuncia.
    Violenza sui campi di calcio: "In aumento tra i ragazzini".
    Una partita fra Esordienti del Quinto Romano e Atletico Milano finisce in rissa: due ragazzi discutono, poi uno finisce a terra e dopo una colluttazione generale uno viene portato in ospedale e la famiglia sporge denuncia

    La Gazzetta era già in edicola con la cronaca dell'uccisione di un guardalinee da parte di tre calciatori, tre adolescenti, dopo un'amichevole vicino Amsterdam. Alle 8.29 in redazione è arrivata una mail: una signora, una dirigente, forse una mamma, scriveva: "Dei ragazzini di 12 anni hanno brutalmente aggredito a calci un nostro giocatore mandandolo al pronto soccorso... ma la situazione più triste è stato vedere un allenatore (un educatore) che non è intervenuto per dividere i ragazzi e non si è preoccupato di chiedere scusa". Allarme bullismo? Nessun morto, ma allarme. Esiste il bullismo giovanile nel calcio? "Direi proprio di sì - risponde Ettore Rizzi, sociologo ex collaboratore del Coni - e si sta manifestando prepotentemente nello sport di base, che era l'ultimo baluardo dell'educazione".

    I fatti - La mail raccontava di una partita Esordienti a Milano, tra il Quinto Romano di Gabriele Falsettini e Atletico Milano di Salvatore Caruso. A fine gara il parapiglia. Due ragazzi discutono, poi uno finisce a terra e scoppia la bagarre. Dopo una colluttazione generale uno viene portato in ospedale. "Tre giorni di prognosi recita il referto - spiega Germano Sessa, d.s. dell'Atletico - la famiglia del ragazzo ha presentato denuncia ai Carabinieri". "Un episodio che ha del surreale - continua Raffaele Catapano, presidente del Quinto Romano, che ospitava l'incontro - mai vista una cosa simile tra bambini, non nascondo l'aria pesante che si respira a livello sociale con i ragazzi. La delinquenza è in aumento, lo dico da insegnante. Ho sospeso dall'attività i miei giocatori coinvolti, due. I dirigenti non erano riusciti a sedare la rissa in tempo, ma la mia società ha subito offerto assistenza al ragazzo colpito". Il presidente dell'Atletico Milano, Marco Pennati, ne fa un problema generale: "Federazione e Coni dovrebbero stare più vicino alle società e trovare soluzioni".

    La Federcalcio - Luigi Dubini, delegato del Settore Giovanile Figc per Milano è incredulo: "Non solo per l'accaduto, ma anche perché le società non hanno scritto nulla a referto impedendoci di conoscere i fatti". Giuseppe Terraneo, il coordinatore federale per la Lombardia, è da tempo in allarme: "Cerchiamo di preparare gli allenatori, ma loro ci raccontano di una situazione ingestibile, con i giovani sempre più ribelli. E le segnalazioni del genere sono troppe: sto preparando un rapporto per il mio presidente, Gianni Rivera". Marisa Muzio, psicologa dello sport, riporta l'attenzione sugli adulti: "Le esplosioni di rabbia ci sono sempre state, ma arrivano sempre più spesso in età precoce. I bambini subiscono le influenze dei genitori, che li spingono alla cultura del risultato. E parte dei dirigenti non hanno spesso un'adeguata preparazione professionale per poterli indirizzare a un comportamento migliore".


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