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  • Primavera: i 20 talenti più promettenti

    Primavera: i 20 talenti più promettenti

    Il Corriere dello Sport in edicola oggi dedica un approfondimento sui migliori talenti dei settori giovanili in Italia. Gianluigi Donnarumma a 16 anni è stato promosso titolare nel Milan, il portoghese Pedro Pereira a 17 anni è stato spesso titolare e comunque ha giocato nella Sampdoria, Assane Diousse detta le geometrie dell’Empoli a 18 anni. E che dire di Rolando Mandragora, che a 17 anni Gasperini fece esordire in A al Genoa e a 18 gioca stabilmente nel Pescara in B; stessa età in cui Nicolò Barella sta trovando il suo spazio nel Cagliari. Sono i giovani dei club italiani, sono il futuro di un calcio che li lancia forse con un po’ meno pigrizia di prima. Alle loro spalle, nelle squadre Primavera un gruppo di talenti che sognano e spingono per raggiungere anche loro il vertice della piramide. E sono i ragazzi di cui vi parliamo in questo servizio, in questa pagina, restringendo lo scenario a una Top 20 in cui Federico Dimarco dell’Inter e Mattia Vitale della Juve hanno già esordito (entrambi l’anno scorso) in serie A, Simonelli Minelli della Fiorentina ha fatto un assist in Europa League e il talento casalingo di Gaetano Castrovilli accende di speranza Bari (esordio anche per lui in B) come vent’anni fa la accendeva Cassano. Molti di questi ragazzi frequentano le nazionali giovanili. Tutti hanno voglia di arrivare lassù, dove li aspettano gli altri. Eccoli, pieni di speranze e di talento.


    Emil Audero (Juventus) 
    Classe 1997, Emil Audero Mulyadi è nato a Mataram, nella parte occidentale dell’Indonesia. La mamma è italiana, della provincia di Torino. Lo segnala alla Juve Marco Roccati. Lineare e ordinato nello stile, grande senso della posizione e bravo nelle uscite. Con la Youth League ha accumulato esperienza internazionale di club. Ha scalato le nazionali dalla Under 15 alla attuale Under 19. Il timbro di erede di Buffon quando sei bravo e stai alla Juve sembra quasi... dovuto. Per lui dicono sia anche meritato. 

    Ionut Radu (Inter) 
    Classe 1997, Ionut Radu è cresciuto nel vivaio della Dinamo Bucarest con le giovanili dell’Inter ha già vinto molto: uno scudetto e una Supercoppa con gli Allievi, la Viareggio Cup con la Primavera. Il club nerazurro lo ha preso dal Pro Piacenza, i nerazzurri sono riusciti a bruciare la concorrenza del Parma. Radu ha una fisicità straripante e interpreta il ruolo con personalità ed aggressività. Cresce sotto gli occhi di un altro grande riferimento come Samir Handanovic. 

    Razvan Popa (Inter) 
    Anche lui è un ‘97, due anni fa la sua vita e cambiata, quando l’Inter è riuscita ad anticipare la concorrenza del Chelsea e ad assicurarselo. A 14 anni stava per dare l’addio al calcio, a 15 ha debuttato nella serie A romena grazie alla perseveranza del papà che lo ha portato nell’accademia dello Sportul: centrocampista di rottura, che unisce alla fisicità una buona qualità o difensore centrale di qualità, quindi con la capacità di impostare, grande fisicità, in nerazzurro si è imposto al centro della difesa. Di testa è insuperabile.

    Federico Dimarco (Inter) 
    Ha compiuto 18 anni martedì scorso, è un prodotto del settore giovanile dell’Inter dove è cresciuto arrivando nel 2004: era un attaccante esterno, ha arretrando la posizione fino a fare il terzino sinistro. E’ passato per tutta la trafila delle nazionali giovanili, oggi è nell’Under 19. Ha gamba, corsa, progressione, tecnica sa saltare l’uomo con estrema facilità creando la superiorità numerica. Mancini lo ha fatto esordire in A il 31 maggio contro l’Empoli (4-3) e lo ha portato nel ritiro estivo. 

    Abdullahi Nura (Roma) 
    C’erano 120 ragazzi in Nigeria nell’Abuja football college, l’accademia di calcio di proprietà di Gabriele Volpi, patron dello Spezia. Il club ligure ne ha presi due girandoli questa estate alla Roma. Uno è questo esterno destro di difesa che ha stregato tutti in Primavera: si è presentato con un gol e tre assist. Una prepotenza fisica straordinaria sulla fascia, un gran piede e una personalità che lo fa apparire già pronto e maturo, a 18 anni,  per il palcoscenico della prima squadra. Parola del ds giallorosso Sabatini che lo ha promosso.

    Giuseppe Pezzella (Palermo) 
    Tra i ’97 ecco questo terzino in grado di giocare su entrambe le fasce. E’ arrivato due ani e mezzo fa dal Monteruscello, società di Pozzuoli. Nella estate appena passata il club rosanero gli ha fatto firmare il primo contratto da professionista con scadenza giugno 2018. Grande gamba buon piede, nel giro della Nazionale Under 19, Pezzella ha già fatto diverse panchine in prima squadra con Iachini, che ora è stato esonerato: Bologna, Inter, Napoli e Chievo che lo hanno visto tra le riserve in prima squadra. 

    Filippo Romagna (Juventus) 
    Classe 1997, nazionale Under 19, è già maturo per tutto. Ha rifiutato il Milan e la Juve, prima che Gianluca Pessotto si mettesse di punta per convincere lui e la famiglia e portarlo da Fano (anzi, a calcio giocava a Rimini) a Torino. Centrocampista arretrato in difesa, lì è rimasto e oggi è centrale e capitano della Primavera. Anticipo, stacco di testa, visione di gioco, bravo nelle chiusure e nel far ripartire le azioni, Romagna ha tutto. Lo vide Conte che lo portò in Juve-Fiorentina di Europa League. E Allegri lo fa allenare con i grandi.

    Mattia Vitale (Juventus) 
    Classe 1997, nazionale Under 19, è arrivato a Torino nell’estate del 2011, dal Bologna. Sinistro magico, tecnica, resistenza, visione di gioco e personalità, Vitale preferisce orchestrare la manovra dalle retrovie, rubando palloni con carattere. E’ una mezzala, meglio ancora un play davanti alla difesa. Per le sue caratteristiche è stato accostato a Marchisio quando nella Juve ha occupato quella posizione al posto di Pirlo. Allegri lo apprezza molto. Esordio in A a Parma-Juve 1-0 dell’11 aprile scorso.

    Gaetano Castrovilli (Bari) 
    Si sono scomodati a rievocare Kakà, qualcuno ha pensato a Verratti, di sicuro Gaetano Castrovilli ha già fatto l’esordio in serie B il 22 maggio 2015 a La Spezia ed è il talentino da Canosa di Puglia che in casa si crescono con l’attesa che accompagnò Antonio Cassano. Arrivò nel 208 dal Minervino, 90 chilometri da Bari. Tecnicamente si muove tra centrocampo e attacco e fa del dribbling e della tecnica la sua grande forza. Sa anche decentrarsi partendo da sinistra per poi spaccare le difese avversarie. Nazionale U. 19, ha 18 anni.

    Alessio Militari (Fiorentina) 
    Classe 1999, di gennaio, compirà 17 anni tra due mesi. E la Fiorentina gli ha già fatto firmare il suo primo contratto da professionista. Stella della Nazionale Under 17 e dei pari categoria viola, è un organizzatore di gioco e si è già accostato in più di una occasione alla Primavera. Militari è un piccolo leader di reparto, gioca da vertice basso del centrocampo, è alto 1 metro e 82 centimetri ed è dotato di una grande tecnica di base che gli consente di svariare nel ruolo e di avanzare amche il raggio di azione, da mezzala. 

    Simone Minelli (Fiorentina) 
    Sempre nella Fiorentina, ma lui è un ’97, Nazionale Under 19. Simone Minelli, trequartista e destro naturale che usa con efficacia anche il sinistro. Ha un calcio preciso e potente, è una risorsa anche nei calci piazzati. Anche lui oltre ad agire sulla trequarti, può partire dalla fascia sinistra o occupare uno dei posti del tridente alle spalle della prima punta. E’ l’Insigne viola. Ha esordito in Europa League l’11 dicembre 2014 nella sconfitta in casa con la Dinamo Minsk: subemtrò a Cuadrado e fu suo l’assist del gol viola (1-2 il finale) a Marin.

    Manuel Locatelli (Milan) 
    E’ un ’98, Nazionale Under 18. E il Guardian recentemente ha inserito il suo nome tra i 50 diciassettenni più forti al mondo. Senza poter sapere ancora se Manuel manterrà valutazione e promesse, resta il fatto che come mezzala o regista sia uno dei nostri talenti più interessanti che il club rossonero soffiò all’Atalanta chiudendo il cerchio (così dicono le cronache) di uno sgarbo reciproco. Oggi ha il timone del centrocampo della Primavera rossonera con visione e tempi di gioco straordinari. Un leader.

    Alberto Picchi (Empoli) 
    Attenzione al dna... che contiene calcio vero. Alberto Picchi è il pronipote di Armando, capitano della grande Inter di Herrera. Classe 1997 e nazionale Under 19. Centrocampista fisicamente molto strutturato (1 metro e 85 centimetri di altezza), agisce da mezzala o da trequartista, ha un bel tiro e il vizio del gol. Giampaolo lo ha portato in prima squadra nel precampionato. Aveva provato a chiederlo il Porto per fargli giocare qalche amichevole estiva, ma l’Empoli ha preferito crescerselo in casa guardandolo da vicino. 

    Nicola Mosti (Empoli) 
    E del 1998, un anno dopo il compagno di squadra, Picchi. E’ della stessa grande scuola con i giovani, l’Empoli. Nicola Mosti, nazionale Under 18, è proprio il compagno di reparto di Picchi, agisce da trequartista assieme a lui alle spalle della punta. Ha senso tattico, intelligenza, spunto, quando occorre ripiega a sostegno della linea mediana. Sullascia di un canale sempre aperto e che ha prodotto come ultimo affare Rugani a Torino, Mosti piace alla Juventus. Che ha già mandato i suoi segnali.

    Oliver Urso (Cesena) 
    Classe 1999, come Militari, e come lui partito dalla Roma prima del vincolo dei 14 anni (non fece i Giovanissimi) per raggiungere Cesena e non Firenze. Oliver Urso è un italo-danese che sta per ricevere una convocazione dalla Danimarca Under 17. Mezzala sinistra, tutto mancino, il suo calcio offre soluzioni di gioco interessanti ed è fatto di strappi in percussione offensiva. Se lo si dovesse accostare a qualcuno potrebbe essere Candreva, magari immaginando la stessa evoluzione nel ruolo.

    Filippo Melegoni (Atalanta) 
    Altra grande scuola quella dell’Atalanta. Con una tradizione un po’ in tutti i ruoli, ma indubbiamente con una messe di centrocampisti sfornati. Filippo Melegoni, anche lui un ’99, quindi tra i giovanissimi di questa Top 20, è l’ultimo, anzi non sarà l’ultimo, di una serie lunghissima. E’ il cervello della Primavera, dotato di una grande visione di gioco. Ricorda, per restare a Bergamo, dove è cresciuto e sbocciato, il primo Montolivo, da tutti gli addetti ai lavori considerato molto interessante in prospettiva.

    Davide Arras (Cagliari) 
    La Juve lo prese dal Vicenza, il sangue è sardo (è di Berchidda). Davide Arras è arrivato a Cagliari con Cerri, dal club bianconero. Due panchine in B con Cesena e Modena e 6 reti in 7 gare in Primavera. E’ una punta centrale, un bomber, e lo dimostra la sua media realizzativa, ma sa interpretare il ruolo offensivo svariando un po’ nel reparto e magari agendo da seconda punta. E Arras, oltre a far gol, è anche un ragazzo serio e posato, qualità che alla Juve non sfuggono. Ora che è tornato a casa può decollare. 

    Sadiq Umar (Roma) 
    La sua storia è sovrapponibile a quella di Nura. Stessa accademia nigeriana di calcio, stesso percorso passando da Spezia. E poi la Roma: Sadiq è una punta centrale di 192 cm, è molto rapido nei movimenti e può adattarsi senza problemi nel ruolo di seconda punta. Il gioco aereo è persino la parte del lavoro da attaccante in cui può crescere di più. Sa proteggere il pallone e sente molto la porta: 11 gol in 7 gare tra campionato Primavera e Youth League, sei panchine in serie A

    Alessandro Rossi (Lazio) 
    Classe 1997, attaccante di stazza, Alessandro Rossi dopo aver trascinato gli Allievi della Lazio a un passo dallo scudetto, ha provato a fare la stessa impresa nella Primavera, dove dopo una stagione in panchina, ha rotto l’equilibrio delle Final Eight con i suoi gol. Sornione, lotta sul piano fisico con coraggio e con lo stesso coraggio si butta incontro alla palla per scaraventarla in rete. Quattro gol in questa stagione in cui ilposto da titolare è il suo. E’ di Pianoscarano (Viterbo), come lo juventino Leonardo Bonucci.

    Antonio Negro (Napoli) 
    Il Napoli fa maturare un attaccante di Marcianise che negli Allievi era un iradiddio e adesso si sta tarando con ottimi risultati in Primavera. Classe 1998, molto forte fisicamente e ben strutturato, Negro non è lento o macchinoso nonostante un fisico compatto, ma è rapido di movimenti e di gambe e questo lo agevola in fase realizzativa. E non è il classico ariete d’area di rigore, sa svariare benissimo su tutto il fronte offensivo. Ha segnato finora tre gol in sei gare del campionato Primavera. 


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