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  • Vlahovic si prende la Fiorentina e spinge Simeone verso la cessione
Vlahovic si prende la Fiorentina e spinge Simeone verso la cessione

Vlahovic si prende la Fiorentina e spinge Simeone verso la cessione

  • Iacopo Nathan
La partita contro il Monza di Coppa Italia ha regalato a Firenze e alla Fiorentina un nuovo piccolo campione da seguire e coccolare: Dusan Vlahovic (foto Ansa). L’attaccante serbo classe 2000 è sicuramente una freccia importante all’arco di Montella, che già aveva fatto capire di apprezzare molto il ragazzo durante la scorsa stagione. Insieme a Tofol Montiel, altro ragazzo di 19 anni, compone il tandem del futuro della squadra viola, che come visto nella prima uscita stagionale, funziona già a meraviglia, visti i due assist dello spagnolo al balcanico.

CORVINO - Nella seconda negativa gestione di Pantaleo Corvino in viola, si salva ben poco, ma come sempre il direttore pugliese ha dimostrato di aver l’occhio lungo per i talenti balcanici. Due estati fa, nel silenzio sono arrivati dal Partizan Belgrado Nikola Milenkovic, giovane centrale arrivato con la fama di grande giocatore, come poi si è rivelato, e un ragazzo lungo e secco, tutto pelle e ossa ma con uno sguardo glaciale, di nome Dusan. Il giovane Vlahovic ha dimostrato da subito grande umiltà, ma già dalla conferenza di presentazione si capiva che aveva la determinazione giusta per diventare un giocatore di grande livello​, grazie anche a dei mezzi fisici non indifferenti.
CAMPO - Vlahovic ha debuttato in Serie A la scorsa stagione, disputando però gran parte dell’anno con la Primavera, per farsi le ossa, riuscendo a conquistare la Coppa Italia di categoria. La stagione che è alle porta può essere quella della grande consacrazione per il ragazzo, che piano piano è diventato sempre più centrale nel progetto di rinascita viola, con buona pace di Giovanni Simeone, che continua a scendere nelle gerarchie di Montella e che rischia seriamente di essere ceduto. Un compagno di reparto esperto come Boateng, inoltre, può solo aiutare Vlahovic a migliorare ancora, grazie anche alla grande cultura del lavoro tipica dei giocatori serbi, e chissà che questa non possa essere proprio la sua stagione.

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