Volontaria sottoposta al vaccino anti Covid-19: 'Sto molto bene'
Si tratta del metodo denominato “human challenge trial”, che ha suscitato polemiche da parte di chi si dice contrario alla sperimentazione su soggetti sani. Secondo questi critici vi sarebbe il rischio di contrarre il virus e finire attaccati ai respiratori artificiali, ciò di cui non vi è nemmeno grande disponibilità. Ma chi sono questi volontari? La maggior parte è costituita da ragazzi giovani dai 20 anni in su, studenti della facoltà di medicina o persone che semplicemente vogliono mettersi a disposizione della ricerca scientifica anti Covid-19. Tra questi Elisabetta Groppelli, virologa italiana del St George’s Hospital di Londra, volontaria del primo gruppo delle 500 persone che hanno accettato di sottoporsi come “cavie” per il test sul vaccino sperimentale contro il Covid-19, realizzato dalla Jenner Institute della Oxford University e dall'azienda italiana Advent- Irbm di Pomezia.
Passati 30 giorni dall’iniezione intramuscolo al braccio la Dottoressa Groppelli racconta le sue sensazioni: ”Al termine del primo mese posso dire di sentirmi molto bene – ha detto la ricercatrice -, per avere i primi risultati sulla positività del vaccino bisogna attendere però almeno fino a settembre, nonostante la produzione sia già iniziata in vista di una eventuale seconda ondata di contagi nel prossimo autunno”.