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  • Zanchini su Prandelli| 'Meglio che cambi aria'

    Zanchini su Prandelli| 'Meglio che cambi aria'

    • Luca Cellini
    Si sono conosciuti sui campi da golf, Luciano Zanchini ed il probabile tecnico della Nazionale Cesare Prandelli. 'Io venivo via dall'Orceana, Prandelli dal Lecce - racconta lo stesso Zanchini, 65 anni, cremonese di Soncino e noto nel bresciano per avere guidato Orceana e Palazzolo, intervistato da Brescia Oggi -. Eravamo tutti e due disoccupati. Poi, quando a Cesare arrivò l'offerta del Verona, mi chiamò per fargli da assistente. In quei quattro anni ci siamo divertiti tanto e fatto anche grandi cose. Due a Verona e altrettanti a Venezia, con due promozioni dalla B alla serie A e una salvezza esaltante con gli scaligeri. I risultati si ottengono se prima si fissano degli obiettivi ben precisi. E Prandelli è uno che lascia nulla al caso. Prima vuole sapere dove si vuole arrivare, poi lavora sulla squadra adatta allo scopo e poi inizia la fase dell'attività sul campo, che si deve tradurre con i risultati alla domenica. Era meraviglioso vedere quella squadra lavorare durante la settimana e poi accorgersi che in campo si vinceva, perchè quel che si provava in allenamento riusciva alla perfezione. Avevamo creato una squadra nel vero senso della parola. C'era Apolloni, che adesso allena il Modena in serie B, Aglietti, Brocchi, che era appena arrivato dal Lumezzane e in quei due anni fece un salto di qualità notevole. E nella seconda parte del campionato di serie A Morfeo ci diede quella qualità che rappresentò quel tocco in più, che ci permise di salvarci in carrozza'. 'Prandelli è il tipico allenatore di campo, uno che deve lavorare tutti i giorni, uno che cura i particolari, che spezzetta, viviseziona ogni fase di gioco, ogni possibilità, ogni soluzione - spiega Zanchini -. È uno che allena i giocatori, non certo i giornalisti e le televisioni. Detto così, non sembra adatto a svolgere un ruolo che prevede l'attività sul campo saltuariamente. Infatti dovrà reinventarsi da selezionatore, un ruolo totalmente diverso. Al di là dell'offerta della Federazione, il suo ciclo alla Fiorentina sembrava esaurito. Prandelli deve cambiare aria, provare una nuova esperienza. Questa è la più difficile e la più stimolante che gli potesse capitare. E poi Cesare è ancora abbastanza giovane: che guidi l'Italia fino agli Europei 2012 o ai Mondiali 2014, quando non sarà più ct potrà guidare ancora un club. A lui piace lavorare a lungo termine. Per questo firma accordi pluriennali. È affidabile: come tecnico e come persona'.

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