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  • Zanetti: 'Mi piacciono Belotti e Berardi. Juve? Non è un punto di riferimento!'
Zanetti: 'Mi piacciono Belotti e Berardi. Juve? Non è un punto di riferimento!'

Zanetti: 'Mi piacciono Belotti e Berardi. Juve? Non è un punto di riferimento!'

Javier Zanetti, vicepresidente dell'Inter, parla a Il Giornale: dai sogni per il mercato all'eterna rivalità con la Juventus, l'ex terzino nerazzurro dice tutto: "

IL RUOLO IN SOCIETA' - "Mi sono sempre messo a disposizione: la vicepresidenza è stata una sorpresa. Io volevo solo continuare a rendermi utile. Dopo 3 anni posso dire che questa una nuova fase della mia vita. Continuo a imparare. Un passo alla volta, mi sento sempre più coinvolto nelle decisioni importanti e apprezzato, ma anche se fosse solo un ruolo di rappresentanza sarebbe un onore. Prima ero giudicato per quello che facevo in campo sotto gli occhi di tutti. Ora ciò che faccio non si vede. E a me piace lavorare in silenzio".

SU ZHANG JR A MILANO - "L'approccio di Suning è quello di coinvolgere tutti, per essere una grande famiglia. Steven mi vuole sempre vicino perché rispettano tantissimo la storia dell'Inter. Parliamo tanto. Il fatto che siano qui è molto positivo perché da vicino si capisce meglio che succede in un calcio complicato come il nostro. Era solo una questione di tempo".

LE DISPONIBILITA' ECONOMIA DI SUNING - "Io metterei i soldi in secondo piano, il progetto conta molto di più. Però non nego che avere un gruppo così che ti supporta è un beneficio. Nella mia filosofia una squadra si deve avvicinare il più possibile a una famiglia che rispecchi i valori della società. Poi viene tutto il resto. Abbiamo i piedi a Milano e la testa al mondo. Suning ha grandi ambizioni. Nell'ultimo rapporto Deloitte rispetto al fatturato del Manchester United c'è troppa differenza. Ci stiamo espandendo, dobbiamo aumentare ricavi. Abbiamo due classifiche: la squadra deve inseguire la Champions League, noi la top 10 dei club europei".

SULLA JUVE - "Juve come punto di riferimento? No. Abbiamo due storie completamente diverse. Le nostre idee e il nostro dna sono diversi. Comunque la Juventus al di là delle vittorie sta facendo bene da diversi anni a partire dallo stadio di proprietà. Derby d'Italia sempre con polemiche? L'ultimo rispetto al '98 è stata una caramella...".

SU ICARDI E LA SQUALIFICA - "È una partita sempre carica di tensione, che ha tradito Mauro. Lui si è accorto subito di aver sbagliato, ha chiesto scusa agli arbitri davanti a me. Icardi è un ragazzo educato, ci tengo che si sappia: io e Mauro abbiamo due personalità diverse, ma anche lui ci tiene tantissimo al club: per l'età e ruolo sta facendo grandi cose. Merita la nazionale. Intanto con la voglia accumulata in queste due giornate di stop dico che sarà lui a decidere la gara con la Roma".

SU GAGLIARDINI - "Incarna i valori dell'Inter, educato, professionale. Non è solo il presente, è un punto fermo anche per il futuro".

INTER ITALIANA - "Dipende. Se ci sono 11 stranieri che pensano solo al bene dell'Inter, è uguale. Comunque una delle nostre priorità è avere un occhio di riguardo per i giovani italiani. A me piacciono molto Berardi, Bernardeschi e Belotti, ma se investi sui giovani bisogna saperli aspettare.


SU UN RITORNO IN ARGENTINA - "Se mi chiamassero cosa farei? Già fatto. Ma il mio presente e futuro è l'Inter. Darò se posso una mano, visto il mio nuovo incarico alla Fifa. Spero che ex calciatori possano sempre più contribuire: in Italia ci sono Zanetti, Nedved... e basta. Spero che Gigi (Buffon) e Francesco (Totti) restino nel movimento anche dopo. È sbagliata l'idea che gli ex campioni siano ingombranti: l'esperienza sul campo conta. A proposito di Totti, sul ritiro dico che bisogna essere intelligenti, scegliere il momento giusto. Meglio farlo quando si sta bene e non aspettare che gli altri te lo facciano capire da come ti guardano senza dirti niente. Bisogna evitare di sentirsi sopportati. Io ho deciso in un momento in cui stava iniziando un altro ciclo e la società stava cambiando".

SUI CINESI DEL MILAN - "Ben vengano se servono alla crescita del calcio italiano".

DONNARUMMA - "Ne approfitto per fargli gli auguri. Con lui e gli altri giovani l'Italia ha un grande futuro. Il nuovo Zanetti? E' mio figlio. A quattro anni e già corre, corre, corre...".

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