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  • Zanetti: ‘Vicepresidente dell’Inter? Non voglio essere una figurina’

    Zanetti: ‘Vicepresidente dell’Inter? Non voglio essere una figurina’

    In diretta con Ivan Ramiro Cordoba, Javier Zanetti ha parlato della giornata di dieci anni fa, quando l’Inter vinse il 18simo scudetto sul campo del Siena: "Stamattina ho chiamato il presidente Moratti per fargli gli auguri e ci siamo messi a parlare di tutto. Ricordavamo tanti momenti, soprattutto 10 anni fa che eravamo a Siena coi nostri tifosi e le nostre famiglie. Una partita difficilissima, molto complicata, ma che ci ha permesso di vincere un altro scudetto sudato perché la Roma ha lottato fino alla fine con noi. Anche lì è stata una sensazione unica. Mi ricordo che quando siamo arrivati il giorno prima sono andato ad aprire la finestra dell’albergo da cui si vedeva lo stadio e ho sperato che sarebbe stata una grande festa per noi. E così è stato. Ricordo che stavamo vincendo 0-1, a pochi minuti dalla fine Rosi fa un cross che sembrava quasi un gol, e ricordo che ho poi guardato Maicon e Julio Cesar e tutti e tre eravamo bianchi. Sono state grandissime emozioni per quel gruppo che si era formato".

    MOURINHO - "Mourinho era un condottiero, aveva una grande personalità che ha trasmesso a tutti. Per quello la squadra rispondeva in quella maniera. Tutti volevamo contribuire a rimanere nella storia dell’Inter, ognuno di noi si metteva a disposizione degli altri e cercava sempre di dare il meglio sia in settimana che durante le partite. Si respirava quell’aria che sarebbe potuto arrivare qualcosa di importante. Volevamo coronare il sogno, come ci hanno scritto i nostri tifosi, e vederli felici è stata la cosa più bella. Tornare in Italia alle 6 del mattino e vedere tutti aspettarci a San Siro è stata una cosa fantastica".

    NUOVO RUOLO - "Ci vuole un po’ di tempo e grande umiltà per capire la carriera da calciatore è finita e che ne inizia una nuova. All’inizio ho ringraziato la società per avermi dato l’incarico di vicepresidente, sono fiero e orgoglioso, ma so anche che è una grande responsabilità. Proprio sapendo questo mi dovevo preparare e ho anche iniziato a studiare all’università. Quello che hai fatto in campo rimarrà sempre lì, ma non per questo significa che è tutto dovuto. Quello che fai fuori dal campo te lo devi guadagnare. La cosa importante è non essere legato solo alla parte sportiva, voglio avere una visione molto più ampia. Lavoro bene per la parte sportiva con Marotta, Piero (Ausilio), Lele (oriali). Poi ci sono anche tante cose come la valorizzazione del brand, il marketing dove posso contribuire e sono molto contento di questo. È stata una scelta gratificante e tutti i giorni imparo, perché si impara sempre anche da chi ha più esperienza di te. Ciò a cui tengo è essere una persona legata all’Inter, ma con dei concetti e valori umani che fanno parte del nostro DNA. Non voglio essere una figurina. Quando eravamo giocatori pensavamo ad allenarci e vincere le partite la domenica, ora faccio parte di una squadra che gioca fuori dal campo e deve essere preparata per far vincere quella dentro al campo. Sono contentissimo".

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