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  • Zazzaroni: Calciopoli, ci resta l'odio

    Zazzaroni: Calciopoli, ci resta l'odio

    di Ivan Zazzaroni

    Ci restano la rabbia, il disgusto, il senso d’ingiustizia e impotenza che avrebbero accompagnato anche – se non soprattutto – una sentenza di non-colpevolezza.

    Ci resta l’odio.

    Cinque anni terribili, gli ultimi, quelli della perdita della credibilità e dell’equilibrio. Pochissimi si sono salvati. A Moggi – parole sue – Calciopoli ha rubato l’anima, a noi l’ha avvelenata. Nel nome della passione per questa o quell’altra squadra sono cambiati alcuni rapporti, si sono rotte amicizie.

    La rete e gli interessi di bottega hanno accentuato la divisione, l’idiozia e la diffusione del peggio di noi stessi.

    Calciopoli non finirà mai. Ci ha cambiati per sempre perché ha investito un terzo della popolazione, venti milioni di italiani.

    Un tribunale penale ha stabilito che il nostro era un calcio sporco. Sporco al punto da toccare tanto i vivi quanto i morti.

    Non dimenticheremo mai l’8 novembre 2011. Io non lo dimenticherò. E adesso diamoci un altro calcio e prima del calcio un altro Paese.

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