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  • Zazzaroni: Milan, Costa crisi

    Zazzaroni: Milan, Costa crisi

     

     
     
    di Ivan Zazzaroni, su http://zazza.blog.deejay.it/
     
    Non s’è notata la differenza. Romero ha certamente dato due dei tre punti alla Samp, in gol con Andrea Costa (la curva del mio cuore), e negli ultimi venti minuti il Milan dei tagli ha tentato qualcosa di più per provare a non perdere: ma la categoria sembrava (era) la stessa.
     
    Quando sei costretto a mettere in campo un ragazzino che diventerà bravo (De Scoglio), il quarto e il quinto centrale difensivo dello scorso anno (Thiago Silva, Nesta e Mexès i tre davanti), un interno che per infortunio ha perso una stagione intera (Flamini), un’ipotesi di Pirlo (Montolivo) e un attacco che punta quasi esclusivamente sugli inserimenti di Boa (il Faraone è leggero, Robinho intermittente), non sei più il Milan anche se pensi ancora da Milan.
     
    Per un paio d’anni Ibra aveva mascherato alcune debolezze dei compagni che ora sono “nudi” – l’inevitabile recupero del play aumenta poi i rimpianti per la cessione di Pirlo.
     
    Puoi anche colorarli, i piccioni, ma sempre piccioni restano. Normalizzato, il Milan, proprio come la Serie A che nel primo turno ci ha però mostrato alcune buone cose:il Napoli più maturo della gestione Mazzarri, ad esempio (sempre in partita e solido); l’efficacia e la duttilità di Asamoah che risulterà utilissimo anche come alternativa a Vidal e Marchisio; l’estro di Osvaldo (“una forza della natura”), la personalità di Nico Lopez e le doti realizzative di Immobile; il buonsenso di Petkovic e la scaltrezza di Ferrara; segnalo anche le tante freschezze di Catania e Fiorentina, che è una stimolante combinazione di tecnica e ambizioni di riscatto, penso a Pizarro, Borja Valero, Aquilani, Ljaijc e Jovetic (troppo Romulo nella prima parte).
     
    PS. Alla Juve prenderemo le misure soltanto in autunno, sotto Champions; l’Inter è totalmente ridisegnata e ha bisogno di test più complicati (Stroppa grazia); la Roma sta  andando a lezione di corsa e mette ancora pochi uomini nell’area avversaria.
     

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