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  • Zazzaroni: Welcome Beck 'Calciopoli guerra per bande'

    Zazzaroni: Welcome Beck 'Calciopoli guerra per bande'

     

    Riprendo un passaggio dell’articolo scritto da Roberto Beccantini, juventinissimo, che considero uno dei migliori giornalisti sportivi viventi, oltre che un caro amico: “Abbasso il complottismo, dunque, ma evviva i dubbi. Non giustifico il sistema Moggi, preesistente al suo sbarco alla Juventus, e mi riesce difficile immaginare i pm napoletani al soldo di qualche grande vecchio. Ciò premesso, restano fior di misteri: l’esclusione, scandalosa, di Franco Carraro, all’epoca dei fatti gestore distratto, molto distratto, di tutto il circo; la celeberrima uscita di Giuseppe Narducci sulle telefonate di Massimo Moratti e Giacinto Facchetti (“piaccia o non piaccia, non ce ne sono”); le bobine e i baffi trascurati o scartati dal tenente colonnello Attilio Auricchio; lo spionaggio illegale di Telecom; l’atto d’accusa (postumo) del superprocuratore Stefano Palazzi contro l’Inter, il cui percorso netto a livello disciplinare non può non sollevare qualche sorriso, dal momento che, senza prescrizione, dentro al calderone (sportivo, almeno) ci sarebbe finita anche lei: altro che scudetto a tavolino.

     
    Detesto i comodi alibi del “così fan tutti”. Negli anni di Calciopoli così facevano molti, non tutti. E più di tutti, faceva Moggi. Per questo, ritengo doveroso un podio delle responsabilità, ma più che nel cuore di una organizzazione che teneva sotto scacco i campionati, mi sembrava di essere capitato nel bel mezzo di una guerra per bande: peccato che alcune di esse siano state tenute fuori dai tribunali. Per Narducci, c’era la cupola e c’erano gli altri. Ne prendo atto.
     
    Rimangono i dodici anni di storia juventina fra il 1994 e il 2006, le stagioni della Triade, scandite da trionfi su trionfi e racchiuse tra farmaci prescritti e telefoni bollenti. Non che intorno fossero tutti frati e suore – cito alla rinfusa: passaportopoli, doping amministrativo, premio-poli, scommettopoli – ma in appello Moggi dovrà smontare e ribaltare un’accusa infamante. Per lui e per la sua ex società”.
     
    Riflettete.


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