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  • Zeman contro Abete:| Roma e Figc, c'è aria di bufera

    Zeman contro Abete:| Roma e Figc, c'è aria di bufera

    Stavolta è un attacco frontale al potere, diretto e senza filtri. Zdenek Zeman ha scelto di colpire con dura ironia, nel suo stile: «Abete non è un mio nemico, è un nemico del calcio». E’ stato un tornado così potente, quello scatenato dalle anticipazioni del settimanale 'Sette', da suggerire una successiva precisazione dell’intervistato. Troppo tardi, forse, per disinnescare una polemica sorprendente.

    REAZIONI - Dalla Federcalcio non hanno replicato, in attesa della lettura del testo integrale. Ma ieri pomeriggio, quando le agenzie hanno diffuso le parole di Zeman, sul canale Trigoria-Via Allegri sono partite molte telefonate. La Roma è in imbarazzo perché non si aspettava che un’intervista concordata su altri argomenti potesse essere presentata come una sfida al Palazzo. Tanto che in serata è arrivato il chiarimento di Zeman: «Quanto dichiarato non era riferito alla persona del presidente della Figc, ma al sistema calcio nel suo complesso, che negli ultimi anni ha perso occasioni importanti per riformarsi». Zeman, in effetti, affronta anche altri temi senza mai essere banale. Sugli scandali del calcio ad esempio dice: «C’è qualche miglioramento. Ma temo che ci sia più per paura di essere scoperti che per convinzione. Servono più esempi positivi. Il calcio dovrebbe essere semplicità. Bisogna vincere dimostrandosi superiori sul campo e non fuori dal campo». Zeman ribadisce di non avere nessun conto in sospeso con la Juventus e anzi precisa di non aver mai voluto criticare Antonio Conte per la scelta di non dimettersi all’indomani della squalifica per il caso scommesse: «Le considerazioni sugli allenatori squalificati erano in generale, non dirette a Conte».

    LA FINANZA - Zeman, che nel 1998 si era opposto fieramente alla logica degli «uffici finanziari» che incrociavano le storie di calcio, critica anche il pallone in Borsa. E in questo senso si troverà d’accordo con la sua società, che potrebbe uscire dal mercato azionario: «I club non dovrebbero essere quotati in Borsa. I risultati mi danno ragione. Il calcio deve stare fuori dalla finanza e dalla politica».

    PASSATO E PRESENTE - Parlando del periodo in cui era fuori dal grande giro, Zeman torna poi sugli elogi di Moratti che in occasione di Inter-Roma ha detto di aver pensato di affidargli la panchina: «Molte parole. Ma poi bisogna vedere se ci sono le condizioni per lavorare bene. E non parlo di giocatori da acquistare». E a chi gli fa notare di aver trasformato il 4-3-3 in un 4-3-Totti-2, Zeman replica quasi indignato: «Io non sono cambiato. Sono sempre lo stesso» . E a proposito di Totti, che ha sempre definito il miglior giocatore italiano, commenta da padre il calcione a Balotelli della finale di Coppa Italia di due anni fa: «Se fossi stato io l’allenatore, l’avrei rimproverato».

    VELENI - Ma l’espressione più rumorosa rimane quella su Abete, che a Zeman sta molto meno simpatico di Gianni Petrucci. Il presidente del Coni poche settimane fa lo ha applaudito in quanto libero pensatore, meritandosi un ringraziamento anche in questo contesto:  «Mi fa piacere che si accorga che qualcuno la pensa diversamente dai vertici del calcio».

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