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  • Zeman e Juve, state buoni se potete. E ascoltate Prandelli

    Zeman e Juve, state buoni se potete. E ascoltate Prandelli

    Come prima, peggio di prima. Non siamo manco a Ferragosto e la polemica fra Zeman e la Juve  conosce già toni al calor bianco dei quali, francamente, avremmo fatto volentieri a meno. 

    La stagione ufficiale si è appena iniziata l'altro ieri, a Pechino, dove il calcio italiano ha immediatamente rimediato una figuraccia colossale e noi, orfani inconsolabili delle fantastiche Olimpiadi e del loro Grande Spirito, implacabilmente ci ritroviamo a parlare delle solite, inutili polemiche pur non sapendo che cosa abbiamo fatto di male. 

    Abbiamo salutato con soddisfazione il ritorno in serie A di Zeman, perchèse lo merita, perchè ci piacciono il suo calcio e il suo modo di insegnare calcio. Seguiamo con interesse la costruzione della nuova Roma che si annuncia foriera di gioco ed emozioni.

    Non capiamo perchè l'allenatore boemo chiami in causa Conte e, addirittura, sostenga che egli non possa allenare in quanto squalificato, quando lo stesso Zeman sa che esistono regole precise tali da consentire al collega di fare il proprio lavoro durante la settimana. Che Conte non può essere giudicato colpevole sino a quando, anche in ambito sportivo come accade di fronte alla giustizia ordinaria sula base di un principiomn costituzionalmente sancito, la sentenza non sarà stata definitiva e avrà quindi superato tutti i gradi di giudizio a disposizione dell'allenatore della Juve. Il quale, sino a prova contraria, deve essere considerato innocente.

    A Zeman non piacciono le norme attualmente in vigore? Ne ha pieno diritto. Si batta quindi per cambiarle, chieda il sostegno della sua società e di tutte le società intenzionate a cambiarle: insomma, segua tutte le strade a sua disposizione per modificare il sistema. Ma, sino a quando ciò non avverrà, le regole si rispettano. 

    Lo dicono anche Prandelli e Ulivieri, che non sono due passanti incrociati per caso in Via Allegri, a Roma dove si trova la sede della Federcalcio.

    In particolare, il ct ancora una volta ha usato parole sagge ed equilibrate sia pèer ciò che concerne il caso Conte sia per il modo in cui il calcio italiano deve imparare a comportarsi, prendendo esempio dagli azzurri che hanno onorato le Olimpiadi.

    Misura, rispetto, fair play, correttezza, gioia di seguire lo sport più bello del mondo. E basta con i veleni, gli interessi di bottega, i personalismi. Per l'amichevole con l'Inghilterra, Prandelli ha chiamato la meglio gioventù del nostro football. E' questo l'antidoto più efficace contro il logorio del calcio italiano, che ha disperatamente bisogno di ritornare un calcio normale.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale

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