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  • Un calice per i folli, Beccalossi e Zeman; ma anche Casarin: accusato di 'darsi del tu' con gli juventini nel derby

    Un calice per i folli, Beccalossi e Zeman; ma anche Casarin: accusato di 'darsi del tu' con gli juventini nel derby

    CAMPIO-NATI IL 12 MAGGIO. Auguri di buon compleanno a:

    ZDENEK ZEMAN,  1947, Licata, Foggia, Parma, Messina, Foggia, Lazio, Roma, Fenerbahce, Napoli, Salernitana, Avellino, Lecce, Brescia, Lecce, Stella Rossa, Foggia, Pescara, Roma, Cagliari, Lugano.  Tante squadre, ma sempre la stessa idea calcistica. O lo si ama o non lo si sopporta. Il profeta del calcio spettacolo. Fondamentalista del 4-3-3. Gli attacchi delle sue squadre hanno sempre fatto valanghe di gol e, analogamente, le sue difese sono sempre state fra le più battute. E non è cambiato: nelle ultim giornate del campionato svizzero, col suo Lugano, ha perso 7-0 con lo Young Boys e poivinto 4-0 a Zurigo.

    Arrivò in Italia, dopo l'invasione russa della Cecoslovacchia, nel 1969, raggiungendo lo zio materno Vycpalek, allora a Palermo e che poi vincerà 2 scudetti come allenatore della Juventus nel 1971-72 e 1972-73. Fu assunto come preparatore atletico nella Bacigalupo da Marcello Dell'Utri. E' cittadino italiano dal 1975. Tabagista incallito. Ha patito il divieto di fumare in panchina (“Al cinema non vado più da quando hanno vietato di fumare“) Ma forse, più che scrivere di lui è meglio far parlare lui stesso
    “Alcuni giocatori si lamentano che faccio correre troppo? A Pescara vivo sul lungomare, e ogni mattina vedo un sacco di persone che corrono. E non li paga nessuno loro”
    “A me non piace il tiki-taka perché ho un'altra visione sul calcio però non è detto che non renda. Guardiola, che reputo oggi il miglior allenatore al mondo, ha vinto tanto giocando in questo modo. Il problema è piuttosto chi lo vuole scimmiottare non avendo i giocatori che c'erano in quel Barcellona “
    “Mourinho come me? Lui è uno dei pochi che dice quello che pensa e io ho sempre cercato di dire quello che pensavo. Forse poi lui se lo può permettere, e io no: ma questo è un discorso diverso”
    “Un pronostico per la partita? Non so, chiedetelo a Buffon : io vado solo in tabaccheria, è lui quello che passa in ricevitoria”
    “Capisco che il calcio possa anche essere fonte di stress. In alcune piazze ci sono pressioni. Io però non sono stressato. Il calcio sotto questo aspetto non mi ha mai dato problemi. Io alleno anche perché mi diverto. Se fosse per me continuerei ad allenare fino ad 80 anni, ma lo so che non sarebbe possibile e non me lo permetterebbero”
    “Ho vinto poco in carriera? La vittoria non è la cosa più importante, un tecnico deve migliorare i calciatori a propria disposizione. Mi interessa molto la loro salute, credo che ancora oggi nel calcio si faccia uso di sostanze dopanti e ci sono calciatori che sono morti per vincere solamente una partita in più. Chi è responsabile di questo non ha certo aiutato il calcio a crescere”
    “Mi sa che mi conviene dire che sono cambiato. Per me è uguale. È chiaro rischiare qualcosa, ma se fai 90 gol non ti preoccupi di quanti ne prendi. La fase difensiva si faceva sempre, penso che anche per i giocatori è più soddisfacente costruire piuttosto che distruggere. E per distruggere devi usare le maniere forti: e io sono un uomo di pace. In generale vorrei che la mia squadra riuscisse ad avvicinare la gente e dare delle emozioni. Queste ultime possono essere di due tipi, ma si tratta sempre di emozioni”
    «Talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti».


    Antonello Venditti gli ha dedicato la canzone “La coscienza di Zeman”, purtroppo rimossa da you tube
    Nel 2009 è uscito il film-documentario  “Zemanlandia, di  Giuseppe Sansonna, sul suo periodo d'oro a Foggia

    EVARISTO BECCALOSSI, 1956, mitologico ex centrocampista di Brescia, Inter, Sampdoria, Monza, Barletta, Pordenone e Breno «ne avevo ancora nelle gambe, a 33 anni, ma non mi volevano dare il cartellino e lasciarmi andare a un' altra squadra, allora per ripicca mi sono trasferito a una squadra di Interregionale e ho smesso col professionismo»
    Arrivò all'Inter con un anno di ritardo  “Mi segnalò Mario Mereghetti, che era stato un centrocampista dei nerazzurri e ne era divenuto osservatore. Più avanti nel tempo mi raccontò che aveva visto una partita in cui avevo fatto cinque dribbling, ero arrivato da solo davanti al portiere e avevo tirato fuori. Mi è capitato. Ma quei cinque dribbling lo avevano convinto a dire a Mazzola di acquistarmi subito. Io in verità arrivai a Milano con un anno di ritardo perché durante il servizio di naia non volli andare nella nazionale militare. Non ero antimilitarista, avevo paura dell’aereo e degli elicotteri. Quelli andavano a giocare con quei mezzi e io preferii, per prudenza, farmi assegnare in caserma a Bologna. Solo che lì si mangiava bene e c’erano dei bar con delle colazioni sopraffine. Fatto sta che ero ingrassato di sei o sette chili. Persi un anno.
    E' entrato nel mito sbagliando 2 rigori nel sedicesimo di finale di andata di coppa delle Coppe, il  15 settembre 1982, contro lo Slovan Bratislava, finito 2-0 (vedi servizio https://www.youtube.com/watch?v=jsThm7eLvVo ). 

    Sull'episodio il comico, interista, Paolo Rossi costruì un divertene monologo  https://www.youtube.com/watch?v=SHVcQHulFOk
    “Per fortuna vincemmo ma io sbagliai un rigore. Quando, cinque minuti dopo ce ne diedero ancora uno io mi tirai da parte. Ero il rigorista della squadra ma avevo sbagliato. I compagni mi incoraggiarono, mi spinsero. Io ero mortificato per il primo errore ma non me la sentii di tradire la loro fiducia. E tirai. E sbagliai. Ancora sbagliai. Mi sentii morire. Ero terrorizzato soprattutto che i tifosi smettessero di volermi bene. Invece quando tornai a San Siro, quindici giorni, tutto era come sempre. Mi hanno perdonato quella serata storta”
    E' stato anche rappresentante della Sony, insieme con l'ex compagno di squadra Nazzareno Canuti. «La sofferenza che non avevo imparato in campo, l' ho imparata vendendo walkman, facendo notte fonda a imparare a memoria il catalogo. Una sofferenza ripagata da alcuni indubbi vantaggi, come le facce dei negozianti che mi vedono: "Uè, Beccalossi! Ma è lei? E vende registratori?". Sì, sono Beccalossi e vendo registratori. è un lavoro dignitosissimo. E molti me li compravano perché ero Beccalossi, e non solo gli interisti»  Ha una  figlia che si chiama  Nagaja, “un nome che ha scelto mia moglie leggendo il Boris Godunov di Puskin”
    E' stato un idolo del neopresidente della FIFA Gianni Infantino "I miei idoli erano Alessandro Altobelli ed Evaristo Beccalossi, in camera mia quando ero ragazzo c'erano i poster in grandezza naturale di entrambi “
    "Nel sentire quelle parole ho provato una emozione grandissima, oltre che una grossa soddisfazione. Mi ci riconosco nella sua descrizione, non sono un atleta e neppure un campionissimo ma evidentemente non sono passato invano sui campi di calcio. La mia vocazione alle giocate spettacolari ha conquistato anche gente in gamba come questo dirigente che promette di dare nuovo slancio a tutto il movimento.
    “Quello che odio è appiattirmi, non sono mai stato uno da titic e titoc: la mia vita dev' essere un' invenzione continua» e infatti nel 2013 si è candidato come consigliere regionale in Lombardia con l'UDC, ottenendo però solo 102 voti.. L'11 settembre 2014 è diventato presidente del Lecco.

    Buon compleanno anche a

    MASSIMO BRIASCHI
    , 1958, ex attaccante di Vicenza, Cagliari,Genoa, Juventus, Prato, A Vicenza l'avevano definito “il nuovo Rossi”, con cui poi si ritrovò a giocare in bianconero.
    Nel 1984, infatti, passò alla Juve dopo aver rifiutato la Lazio e dopo che Giordano non si era accordato p l'ingaggio con Boniperti. Nel 1983 è' stato autore del'ultimo gol subito da Zoff in serie A. Vittima di un grave infortunio al ginocchio (operato solo a fine stagione) che ne limitò la velocità, che era il suo forte, abbandonò a soli 31 anni, diventando procuratore

    GIANLUCA SANSONE, 1987, ala sinistra del Bari, in prestito dalla Sampdoria
    NICCOLO' GIANNETTI , 1991, ala sinistra del Cagliari. Nel 2010 segnò un gol, giocando nella Juve, in Europa League contro il Manchester City
    SASHA CORI, 1989, attaccante del Siena
    GIOVANNI ZARO, 1994, difensore della Pro Patria, figlio dell'ex presidente della medesima
    GAETANO PORCINO, 1988, ala sinistra del Piacenza che  gioca meglio dopo che è piovuto
    ANTONIO INUTILE, 1985, centrocampista finlandese del FC Honka. E' di chiara origine italiana, ma qui da noi avrebbe avuto difficoltò a dimostrare che poteva ssere utile in campo
    VYACHESAV KALASHNIKOV, 1985, difensore russo del Rostselmash, che però segna gol “a mitraglia”
    Auguri agli ex
    LUCIANO POPPI , 1945, ex difensore di Milan, Alessandria, Genoa, Atalanta, Reggina
    MARIO BIONDI, 1946, ex terzino sinistro di Carrarese e, soprattutto, Taranto in cui giocò 264 partite tra il  1967 e il 1976. E' soltanto omonimo del cantante
    LUIGI PUNZIANO, 1955 ex difensore di Napoli, Bari, Spal e Rende

    e all'ex arbitro
    PAOLO CASARIN
    , 1940, antesignano dell'arbitro che parla coi media, fu sospeso dall'AIA per interviste non autorizzate per 6 mesi nel 1981 (aveva parlato male di Lo Bello)  e per nove mesi nel 1983 (ne aveva dette di cotte e di crude sul mondo degli arbitri). Nel 1987 fu accusato dal Toro di farsi dare del tu dai giocatori della Juve. Dal 1990 al 97 è stato designatore arbitrale per serie A e la serie B. Nel 2003 è stato dirigente addetto ai rapporti internazionali del Parma. Nel 2012 espresse qualche perplessità sugli arbitri di porta: «Gli assistenti devono dare una mano, non solo aspettare che ci sia un gol fantasma. Stiamo buttando via un’arte per tutelare lo spettacolo. Cosa fanno questi due pupazzi vicino alla porta? Arrotondano lo stipendio! È stato stravolto un sistema».

    Chiudo rendendo omaggio non ad un calciatore, ma ad un grande rugbista
    JONAH LOMU, scomparso il18 novembre 2015, nato il 12 maggio 1975.
     

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