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Napoli, Zielinski sta deludendo: c'entra il cambio di ruolo o è colpa di altro?

Napoli, Zielinski sta deludendo: c'entra il cambio di ruolo o è colpa di altro?

  • Luca Bedogni
Cos’è successo a Piotr? Doveva essere l’anno della consacrazione per Piotr Zielinski, e invece, dopo la doppietta col Milan alla seconda giornata di campionato, pare sia entrato in una sorta di mini-crisi personale. Sabato sera contro il Genoa, sotto di un gol all’intervallo, è stato addirittura lasciato negli spogliatoi da Ancelotti. Dentro Fabian Ruiz al suo posto, la rivelazione. Fabian Ruiz che, di lì a poco, avrebbe cambiato la partita. Zielinski, allora, che non è cieco, può essere che di questi tempi soffra un po’ l’ascesa del ventiduenne spagnolo, la sua presenza ingombrante (è quasi 1,90..), sebbene i due qualche volta abbiano anche giocato assieme. Le serate di Champions d’altronde parlano chiaro, ben più del turnover illusorio con cui Carletto il prestigiatore prova a tenere unito e vivo il gruppo in campionato. Le gerarchie del nuovo Napoli si stanno delineando proprio sotto i nostri occhi, e Piotr Zielinski al momento, al di là del buon minutaggio, è fuori (una sola partita da titolare in UCL: la prima, la meno importante, il pareggino contro la Stella Rossa). Ecco quale talento ha sacrificato Ancelotti fra i centrocampisti: il pupillo di Sarri. La mezzala di Sarri. Non sarà forse un caso che da quando Ancelotti ha intrapreso la nuova via, quella del 4-4-2, da quando cioè il polacco è stato di fatto equiparato a un esterno (per lo più a sinistra), Zielinski non ha più incantato. Dunque il passaggio dal 4-3-3 di Sarri al 4-4-2 di Carletto, da un lato avrebbe stimolato e assecondato l’evoluzione di Insigne e Fabian Ruiz, dall’altro avrebbe penalizzato un giocatore puntualmente ‘sottovalutato’- per usare il lessico di Sarri- come Piotr. Si va dicendo questo, almeno. Proviamo allora a vedere se è vero.
 
QUESTIONE DI RUOLO O ALTRO? – Indubbiamente qualcosa è mutato. Insistere troppo però sul cambio di modulo per giustificare in toto alcune prestazioni deludenti di Zielinski, mi sembra esagerato. In fondo quando il Napoli palleggia il polacco viene a giocare dentro al campo, tendenzialmente (in pratica da mezzala), e non rimane largo come un’ala qualsiasi o come farebbe, costretto, un centrocampista adattato. Zielinski (come Fabian Ruiz) quando interpreta il ruolo di esterno ha grandi libertà. Può persino svariare sul lato opposto. In ogni caso il più delle volte si trova sullo spazio di mezzo di sinistra, anche per lasciar sfogo alla corrente Mario Rui, specie se a destra gioca un esterno puro come Callejon. Tipo qui sotto.
 


Quel che cambia per Piotr, più che altro, è la fase difensiva: in poche parole, aumentano i compiti, i metri da coprire. Il Napoli infatti ripiega col 4-4-2, dunque ora sta a lui gestire insieme al solo terzino l’intera fascia. E questo alla lunga può farsi sentire per chi era abituato a sorvegliare una porzione di campo ripartita fra tre compagni (la catena terzino-esterno-mezzala, ovvero Mario Rui-Insigne-Zielinski). Insomma è orfano di Insigne esterno: un problema. Normale allora che le difficoltà siano emerse sabato contro il 3-5-2 del Genoa, nel fronteggiare la superiorità numerica degli uomini di Juric sulle corsie. Detto ciò, riprendete l’immagine sopra: in occasione del vantaggio rossoblù, Zielinski sbaglia tecnicamente, non tatticamente.  Una semplice sponda per Hamsik si tramuta in un passaggio involontario per Veloso, che darà il via alla ripartenza di Kouamé. Si dovrebbe poi parlare, a proposito di quel che si diceva sulla fase difensiva, di come il Genoa abbia effettuato ben tre cross in quella stessa azione. Segno che il Napoli, di contro, non ha accorciato bene su quel lato (proprio quello di Zielinski e Mario Rui).
 
INSICUREZZE – Com’è noto, la svolta Ancelotti la imprime dopo il brutto 3-0 incassato a Marassi contro la Samp. Il Napoli era stato travolto nella terza giornata dagli uomini di Giampaolo, a partire proprio da un’insicurezza di Zielinski in una circostanza precisa. Sugli sviluppi di un corner a favore dei partenopei, il pallone viene respinto da Quagliarella e cade fuori area, dove è di guardia il polacco. Sembra nettamente in vantaggio su Defrel, per quanto Defrel appaia deciso.    



Ma qui anziché anticipare di testa il francese appoggiandosi a Mario Rui o Hysaj, Zielinski tentenna e si fa sorprendere dalla velocità dell’avversario che, riconquistata e protetta la sfera, palla dietro/palla avanti, lancerà il contropiede dell’1-0. Simbolicamente e a posteriori, Zielinski con questo errore si sarebbe 'scavato la tomba da solo’, in quanto dalla partita successiva Ancelotti avrebbe adottato il 4-4-2 in pianta stabile.   



APPUNTAMENTO MANCATO - E’ la quarta giornata, e il Napoli gioca in casa contro la Fiorentina. Per la prima volta dall’inizio, Ancelotti sceglie il 4-4-2. Non esclude per questo Zielinski. La partita si sblocca nel secondo tempo grazie a un guizzo di Insigne, su suggerimento di Milik. Il Napoli convince ma Zielinski, lanciato in porta da Mario Rui, sbaglia un gol già fatto, mancando per così dire l’appuntamento col cambio di modulo. La mossa del drago di Dragowski Zielinski se la sogna ancora di notte. 



La giornata dopo infatti il Napoli dà spettacolo a Torino (1-3), ma al suo posto gioca Verdi, che incanta e, al contrario, non spreca l’occasione. Insigne e Mertens giustamente tornano a divertirsi.

DI SPRECO IN SPRECO - Zielinski allora si rivede titolare alla sesta, contro il Parma, di nuovo al San Paolo. Tra l’altro in questa gara gioca assieme a Fabian Ruiz, lui a sinistra e lo spagnolo a destra. Ma sbaglia ancora clamorosamente, a tu per tu con Sepe. Stavolta è proprio un tiraccio.  



JUVE-NAPOLI – Arriva il momento del match-verità all’Allianz Stadium. Contro la Juve, buon senso, Ancelotti preferisce dare continuità a Zielinski anziché promuovere ufficialmente Fabian Ruiz. Il polacco parte bene, colpisce un palo, e il Napoli si porta addirittura in vantaggio con Mertens. Le squadre però rientrano negli spogliatoi sull’1-1, dopo il pareggio di Mandzukic. Nella ripresa, passati pochi minuti, Zielinski torna a sbagliare qualcosa di vistoso. Stavolta non è un gol mangiato ma un semplice passaggio –storto- per Mertens nella metà campo bianconera. Solo che proprio su quell’errore lì la Juve costruisce un contropiede d’oro e segna il 2-1. 
 


ALTRI GOL MANGIATI - L’ottava di campionato il polacco è ancora in campo per turnover: i big riposano dalle fatiche di Champions, appena battuto il Liverpool. A tu per tu con Consigli, gli capita di nuovo l’occasione buona per sbloccarsi. Anche perché cominciano ad essere un ricordo sbiadito i 2 gol decisivi contro il Milan. Nondimeno, Zielinski impara a sue spese che Consigli non sarà certo un Dragowski, ma sa essere altrettanto efficace. Altro gol mangiato. 



L’ultima occasione ghiotta cascata invano sui piedi di Piotr succede a Udine. Zielinski è titolare, eppure, ironia della sorte, a segnare un gran gol è Fabian Ruiz, il suo spettro, appena subentrato a Verdi dopo soli 4 minuti di gioco. Zielinski dal canto suo ci prova al volo, fin dentro l’area piccola, lanciato divinamente da Allan. Si sente il suono delle occasioni perse. Ora, al termine di questa lunga rassegna, vi sembra corretto sostenere che è in calo per via del ruolo? 

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