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  • Zone e divieti, gli italiani non ne possono più: sì a un livello di morti accettabile per 'ritornare a vivere'

    Zone e divieti, gli italiani non ne possono più: sì a un livello di morti accettabile per 'ritornare a vivere'

    Zone e divieti, la diga sta cedendo: 7 su 10 sposano il non se ne può più.
    Sondaggio, spesso la risposta è in parte già scritta in cosa domandi e come lo domandi e questo forse ingrossa il fiume del non se ne può più registrato dal sondaggio di Alessandra Ghisleri. Se è così, ingrossa un fiume che già scorre aumentando di suo la portata: una Pasqua tremendamente mogia più che realmente blindata ha mostrato che la diga di Zone e divieti sta cedendo, nelle testa delle persone prima ancora che nei comportamenti. Sette su dieci a domanda rispondono che non se ne può più e implicitamente si dicono pronti al fissaggio di un livello di morti accettabile e di un'età altrui (quale?) in cui morire è eugenetico.

    Papa Francesco dice spesso di una cultura dello scarto...si va verso quella dello ok, il prezzo è giusto. Il prezzo dei morti di Covid. Dopo un anno e passa di pandemia l'opinione pubblica è vicina al basta, costi quel che costi. Blindature di cartongesso quelle delle misure anti contagio (ridotte di fatto a non ammassarsi al ristorante), di palline di polistirolo è fatta la blindatura etica. Che si vanno perdendo nell'ambiente tempo. Il discutere di tutti e di tutto sempre più friabile, spugnoso, fangoso. L'aria è che, governo o non governo, stiamo decidendo, covando la decisione che tra una una ventina di giorni al massimo è finita. Finita perchè non ne possiamo più. Lo abbiamo fatto anche l'estate scorsa, ci è costato 60/70 mila morti. Ma non lo sapevamo. Stavolta invece lo sappiamo, ma a quota 10 mila morti in più o giù di lì ci stiamo, ci mettiamo la firma.

    Meno siamo peggio stiamo: Europa dal 22 al 5,8% della popolazione mondiale. Negli anni '50 del secolo scorso l'Europa contava il 22% della popolazione mondiale, oggi ne conta il 9,9%, a fine secolo si stima conterà il 5,8%. Si può contare economicamente, politicamente, culturalmente quanto si contava con un quarto della popolazione mondiale con un ventesimo della stessa popolazione? La risposta è un secco no. La combinazione tra veloce e progressiva diminuzione dei giovani che lavorano e il progressivo e veloce ajumento degli anziani non più al lavoro deprime e affossa attività, benessere, redditi.
    Asia ed Africa oggi rappresentano il 76,8% della popolazione mondiale, saranno a fine secolo l'83 per cento. Negli ultimi dieci anni nel mondo 1,4 miliardi di nati e 561 milioni di morti.

    Ma in Europa 79 milioni di nati e 81,5 milioni di morti. Europa che con un tasso di 1,5 figli per donna è destinata a passare dagli attuali 748 milioni di abitanti a 710 nel 2050 e a 630 a fine secolo (a quella data Italia sotto i 40 milioni). E anche se in maniera del tutto improbabile aumentasse già da domani la propensione a far figli, ci vorrebbero almeno 20 anni prima di aumentare la percentuale di donne in età fertile (25-49 anni) e cioè accelerare il vero motore della demografia. Quindi meno siamo peggio stiamo perché, detto nella maniera più cruda possibile, nella popolazione europea (e in particolare italiana) che va così riducendosi aumentano quelli da mantenere e diminuiscono quelli che mantengono.
     

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