Bologna, Italiano e il retroscena con Sartori: "Mi rinfaccia che non volevo venire. Resto e rinnovo? Ne parleremo"
Ci voleva Vincenzo Italiano per porre fine a un digiuno che durava da 51 anni: da tanto il Bologna non vinceva la Coppa Italia. Le statistiche sono invece state aggiornate con la finale vinta dai rossoblù sul Milan grazie al lavoro dell'ex Fiorentina e al goal di Ndoye. Artefice del trionfo degli emiliani, ora per l'allenatore si apre il discorso sul futuro con tante squadre che hanno bussato alla sua porta ma con la sensazione che un connubio iniziato solo pochi mesi fa abbia ancora tanto da portare sia al mister che alla società. In conferenza stampa, Italiano ha parlato di questo e rivelato un retroscena sul suo passato e, in particolare, sull'indecisione dello stesso prima di accettare l'incarico di prendere il posto di Thiago Motta.
COPPIA CON SARTORI - "Avevo avuto Sartori già per 3 anni da calciatore al Chievo, ci conoscevamo bene. E dopo due-tre incontri, conoscendo anche Fenucci e Di Vaio, ho visto un bel progetto. Sapevo avremmo perso qualche pezzo importante ma sapevo che c'era una bella base e il lavoro ci ha permesso di arrivare dove siamo. Abbiamo confermato il livello, ora dobbiamo fare di tutto per mantenere questi standard. Al presidente Saputo non piace perdere, è ambizioso e sono convinto che farà crescere ancora la società".
RINNOVO - "Avevamo già aperto questo discorso, ci siamo detti che alla fine ne riparlavamo e lo faremo con grande serenità. Oggi Sartori mi ha rinfacciato che ci ho messo troppo a scegliere Bologna, si sta prendendo lui il merito (ride, ndr). Mi trovo molto bene qui".
CONTENTO - "Sono felice per i ragazzi, per lo staff, per Saputo, Fenucci, Sartori, Di Vaio, il magazziniere, l'autista e la segreteria, Casteldebole tutto. Vederli piangere è un'emozione incredibile, è la gioia più grande da quando faccio calcio, sia da giocatore che da allenatore. Vedevo questa coppa da ragazzino sul divano e vedevo entusiasmo, ora la solleviamo noi. Dopo tre finali perse non potevo accettare di pensare di perderne una quarta e alla fine ecco il trofeo".