Bologna-Juventus da bordo campo: Italiano e il robot Orsolini, il doppio infortunio di Cambiaso. E le proteste per il rigore
Dentro Bologna-Juventus ci sono due momenti che cambiano la storia della partita. Una partita che la Juve, come spesso quest’anno, aveva iniziato bene, andando in vantaggio con il miglior acquisto del suo mercato: Kephren Thuram. Il francese è il primo centrocampista, all’esordio in Serie A, a partecipare ad almeno 9 gol dai tempi di Khedira. Oggi la Juve si poggia su di lui.
Ma dicevo: ci sono due momenti chiave nella partita. Il primo arriva al 41’ del primo tempo, Italiano fin qui ha cercato il più possibile di allargare la difesa della Juve, chiedendo a Cambiaghi e Orsolini di giocare piedi sulla linea, per portare fuori posizione Savona e Kalulu. Ha detto a Dallinga: “Vieni a prender sta palla”, anche lì nel tentativo di far uscire Renato Veiga, per sfruttare la superiorità fisica di Odgaard su Locatelli. Ma tutto questo ha portato a poco, in una partita piena di duelli e dall’intensità ancora altissima.
Poi al 41’ appunto, Italiano tira un urlo a Orsolini: “Orso una volta (con le mani fa segno, ndr) vieni dentro al campo, una volta”. L’idea è sempre quella: portare fuori posizione Savona. 3’ dopo, alla prima palla buona, Orsolini esegue: raccoglie una seconda palla sulla trequarti, arriva al limite e calcia. E’ un tiro che non porta a niente, respinto da Locatelli in campo e da Tudor in panchina, che nei momenti chiave, ha l’abitudine di emulare e in un certo senso invocare gli interventi dei suoi uomini.
E’ un tiro che non porta a niente, ma è un’azione che chiama l’1-1, perché Italiano al 53’, fa esattamente la stessa cosa. Orsolini adesso gioca vicino alla sua panchina, quindi l’allenatore gli urla velocemente: “entra dentro al campo, portalo via” (sempre riferito a Savona, ndr). Orsolini è robotico e all’improvviso cambia rotta, devia centralmente: va a occupare la posizione di Dallinga, che a sua volta si allarga.
Il 7 rossoblù rimane lì per tutta l’azione, con Savona fuori posizione che l’ha seguito. La palla è a sinistra, Cambiaghi va sul fondo, crossa sul secondo palo dove normalmente ci sarebbe stato Orsolini, che un duello aereo con Cambiaso se lo sarebbe giocato alla pari, se non in svantaggio. Invece lì c’è Dallinga, che ha più peso e centimetri. L’olandese salta in testa a Cambiaso e fa la sponda per Freuler: 1-1.
Ecco, l’altro momento chiave è l’infortunio del laterale della Juve, sfortunato in questa seconda parte di stagione e pienamente consapevole del proprio calo, tanto da ammetterlo, rispondendo a una mia domanda, nel pre partita. Ma in questi primi 50’ Cambiaso è stato probabilmente il migliore: da una sua lettura è nato l’1-0, per tutti i primi 45’ rappresenta il principale pensiero di Italiano, che prima a Orsolini e poi a De Silvestri, ripete la stessa cosa: “Se Cambiaso va in mezzo a giocare, seguilo”. Poi alla prima azione del 2° tempo, il nazionale di Spalletti sente qualcosa alla coscia sinistra e fa un cenno alla panchina. Lo staff medico prepara una benda elastica per contenere il dolore e possibili conseguenze, proprio mentre l’ex Bologna con un’altra intuizione delle sue, sta segnando il 2-0. E’ un taglio profondissimo, una lettura di chi capisce la partita: trova palla al vertice destro dell’area di rigore, dopo un allungo di 40 metri.
Doveri fischia subito il fuorigioco, ma il check va per le lunghe, tanto che Orsolini, molto amico di Cambiaso scherza con lui, ridendo: “Ora vuole anche il goal questo qui”. I due ridendo si stuzzicano e proprio mentre Doveri conferma il fuorigioco, Cambiaso rifiuta quella fascia elastica contenitiva, pronta in panchina: l’allarme sembra rientrato. Invece 5’ più tardi, dopo una discesa sul fondo e un cross, Andrea sente una nuova fitta e si ferma. A Locatelli racconta che qualcosina aveva sentito già nel primo tempo.
E’ questo il momento chiave: Cambiaso esce e fin lì era stato il giocatore della Juve con più tocchi, anche più di Locatelli. Era stato il 2° per tocchi in area, insomma era tornato centrale nel gioco della sua squadra. Entra Alberto Costa, che da lì a poco ha un’occasione enorme, ma scivola in maniera tragicomica. Colpa (o merito, a seconda dei casi) di un campo troppo bagnato, che, parlandone a fine partita, ha messo in difficoltà tanti l’altra sera.
La partita è stata divertentissima da vivere a bordocampo, perché da ormai due anni, il Dall’Ara è diventato uno stadio speciale dove vivere certe serate: ha una luce tutta sua. E poi perché non è nemmeno mancata la polemica arbitrale che ha acceso ancor di più un’atmosfera già caldissima.
Nel primo tempo, nell’area della Juventus vengono a contatto Freuler e Mckennie. A vederla live è la classica dinamica in cui il difendente sembra un briciolo in ritardo e a quella velocità, se tocca l’attaccante, ha pochissimo margine per non far fallo. I replay confermano esattamente questo, anche se Tudor, per scongiurare un fischio, con la mano fa subito il gesto che non c’è niente e che il centrocampista del Bologna deve rialzarsi velocemente. Ma Freuler, una volta in piedi, ride sarcastico e a IV uomo dice: “E’ netto, è netto. Fa così” imitando l’intervento di Mckennie. De Silvestri, capitano, fa la stessa cosa con Doveri, ma l’arbitro non cambia idea e si continua a giocare.
Si va avanti 96’, pochi istanti dopo l’ultima grande occasione della partita, per il Bologna: il tiro di Cambiaghi non passa tra le gambe bianconere. Tudor esulta come a un goal, Italiano letteralmente si butta a terra, quasi spiritato. Sarebbe potuto cambiare tutto su quel tiro e invece non cambia nulla. 63-63-63-62, è la filastrocca della corsa alla Champions League.