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CALCIOMERCATO26 giu 2025, 11:30
Ultimi aggiornamenti: 07 lug 2025, 11:16

Esordio alla Balotelli per Pio Esposito: l’Inter avrà il coraggio di crederci?

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Giovanissimo, fisico statuario, presenza e personalità “sbattuta” sul campo contro avversari esperti che hanno alle spalle tanto tanto calcio. Per certi versi l’esordio da titolare di Pio Esposito ha portato indietro nel tempo a quando un altro ragazzino sbalordì il mondo allo stesso modo, con la medesima sfrontatezza. Quel ragazzino era Mario Balotelli e se avesse affrontato la carriera con un altro tipo di mentalità, probabilmente sarebbe ancora oggi il centravanti italiano più forte in circolazione. Certo, il percorso dei due è diverso: Super Mario esordiva in prima squadra facendo il salto diretto dalla Primavera, mentre Super Pio è andato a farsi due anni di gavetta, affermandosi come capocannoniere in B nella stagione che si è appena conclusa. Se invece ci soffermiamo esclusivamente sull’impatto del calciatore, non c’era mai stato qualcosa di più simile da quel 19 dicembre del 2007, data in cui Balotelli realizzò i primi gol con la maglia dell’Inter, l’esordio era invece avvenuto tre giorni prima in campionato, contro il Cagliari, ma al 90’. 

MENTALITÀ DA TOP - E adesso cosa si fa? La domanda è centrata e pertinente, oltre che paradossale, se pensiamo che questo Mondiale per Club, Pio Esposito, non avrebbe neanche dovuto giocarlo per gli impegni con l’Under 21. Un infortunio lo ha tolto dalla disponibilità della nazionale e lo ha invece consegnato a Cristian Chivu, il nuovo/vecchio allenatore. Il tecnico rumeno è alle prime esperienze in A ma ha conosciuto Pio Esposito quando aveva 13 anni e fu proprio lui a dargli la fascia da capitano in Primavera, nonostante i quasi tre anni da sotto età: “Gli diedi la fascia e mi ripagò con una tripletta, fu il suo modo di dirmi che era pronto e che reggeva la pressione”, ci spiegò Chivu qualche mese fa in una intervista esclusiva. Parole che il tecnico ha in qualche modo ripetuto anche oggi in conferenza stampa dopo la bella vittoria contro il River Plate: “Ho fatto i complimenti a Pio perché è stato all’altezza”.È la storia che si ripete, quella di un ragazzo che non teme alcuna prova e alcun contesto. Quella di un ventenne che ha la personalità per accettare ogni sfida con la piena maturità di un lavoratore, di uno disposto a fare sacrifici pur di arrivare: “Quello che è accaduto stasera è il frutto dei due anni di lavoro allo Spezia. So che posso sembrarvi un debuttante, ma ho 80 partite tra i professionisti alle spalle e mi hanno sicuramente aiutato a essere più pronto”, così ha parlato Pio Esposito al termine della partita, dando un chiarissimo indirizzo in merito al proprio futuro. 

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IL MESSAGGIO DI PIO - Non c’è bisogno di sottotitoli per capire ciò che Esposito ha voluto lasciare intendere, l’attaccante mette il campo al centro del suo mondo e giocare è il suo primo obiettivo. Per cui, se l’Inter non gli darà la possibilità di poterlo fare con continuità, allora andrà senza problemi a farlo altrove. E di questo aveva già informato il club qualche settimana fa, quando ha ribadito che rimarrebbe molto volentieri all’Inter, ma solo se i nerazzurri saranno disposti a farlo rientrare nel giro e nelle rotazioni delle quattro punte, mentre non prenderebbe in considerazione l’idea di essere la quinta punta del gruppo. E questo la dice lunga sia sulla personalità che sulla maturità del calciatore. Ma queste sono risposte che adesso dovrà fornirgli l’Inter, che in questi giorni non ha mai smesso di lavorare sulle punte da reperire sul mercato: Bonny è ormai in arrivo e sistemato Taremi, l’intenzione del club era comunque quella di rinforzare il reparto con profili di primo piano, tant’è che da tempo si parla insistentemente di Rasmus Højlund, attaccante 22enne in uscita dallo United. 

NUOVE VALUTAZIONI - Adesso però ci sono nuovi elementi sul tavolo e a fornirli è stato proprio Francesco Pio Esposito, il talentino classe 2005 che dall’America ha tenuto incollati nella notte italiana migliaia e migliaia di tifosi interisti allo schermo. Perché in un’estate di convalescenza post Champions, di incertezza e grandi cambiamenti, questo gigante si mostra come rinnovata speranza, che autonomamente si fa strada illuminando il buio pesto nel sentiero delle sofferenze non ancora smaltite. Impossibile non sentire ciò che questo vento, spirando, ti lascia addosso e sulla pelle. Troppo forte il richiamo ancestrale di certe esigenze, quelle della riconiugazione. E allora cosa c’è di più sano, in tempi di rilancio e guarigione, che ripartire e affidarsi a gente cresciuta in casa? Se prima sembrava solo una bella suggestione, adesso la permanenza di Pio Esposito inizia a potersi trasformare in qualcosa di molto più concreto. E intanto anche l’Italia, da tempo orfana di attaccanti dominanti, sogna di aver trovato finalmente il nuovo centravanti della Nazionale. 

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