Il futuro della Sampdoria dipende da Tey: investimenti e strategie in sospeso, e Manfredi...
Dopo il tracollo di Castellammare e la retrocessione in Serie C, la Sampdoria ha scelto il silenzio. Nessuna voce dalla dirigenza, nessuna dichiarazione ufficiale. Una decisione maturata su consiglio del consigliere Maheta Molango, figura controversa per il suo doppio ruolo: siede nel CdA blucerchiato e guida il sindacato dei calciatori inglesi. L’unico segnale arrivato ai tifosi è stato un comunicato generico, senza firma, giudicato da molti come l’ennesima mancanza di rispetto. “Sembra scritto con ChatGPT”, è stato il commento più diffuso tra i sostenitori, già esasperati da mesi di confusione e incertezza.
Ma la domanda centrale resta una: quanto è ancora disposto a investire Joseph Tey? L’imprenditore britannico ha già versato circa 105 milioni di euro per sostenere la Samp. Adesso, con la retrocessione sul groppone, serve capire se intende continuare a finanziare un progetto che si è complicato più del previsto. L’unico che conosce davvero la risposta è Matteo Manfredi, che attualmente second attualmente ricoverato per una ricaduta di polmonite. Il Consiglio di Amministrazione ha ricevuto rassicurazioni da Tey per la stagione 2025/26, ma manca ogni comunicazione ufficiale. Fino a che non arriva una presa di posizione chiara, il rischio è concreto: se Tey si sfila, la Samp si ritrova con costi strutturali ingestibili. Lo stadio Ferraris comporta una spesa fissa da 1,5 milioni di euro a stagione, il centro sportivo di Bogliasco ne richiede altri due. Anche riducendo il monte ingaggi, non basterebbe a mettere il bilancio in sicurezza.
Il piano di ristrutturazione del debito è stato approvato, ma era basato su una permanenza in Serie B. Alcune voci suggeriscono che il Tribunale potrebbe intervenire per rivedere il piano alla luce del nuovo scenario. Il club, però, ribadisce di essere in regola con tutte le scadenze previste. Al Tribunale, ribadisce la Samp, interessa il rispetto del piano e non la categoria. A ottobre è previsto il pagamento della terza e ultima maxi-rata da 6,5 milioni di euro ai creditori. Finché le scadenze vengono rispettate, il piano resta valido.
L’amministratore delegato Raffaele Fiorella ha il compito di impostare un bilancio sostenibile per la Serie C. Si lavora su due strade: una squadra competitiva per tornare subito in Serie B, che richiede investimenti importanti, oppure un progetto basato sulla valorizzazione dei giovani, più economico ma più rischioso sul piano sportivo. Ancora una volta, la scelta dipenderà dalla volontà di Tey di continuare a sostenere economicamente la Samp. Sul piano tecnico, regna la confusione. Messina è molto presente, ma non ha un incarico ufficiale. Walker, figura inglese, è poco visibile. Molango ha un ruolo istituzionale, ma il suo profilo resta anomalo. Mancano certezze anche sul fronte del direttore sportivo. Andrea Mancini, sotto contratto biennale, non risulta pienamente operativo. Eppure dovrebbe già essere al lavoro per costruire la rosa per risalire.
La strategia sportiva è un’altra incognita. Si punterà su un direttore sportivo tradizionale o si andrà verso un modello basato su algoritmi e dati? Lo scorso anno la Samp ha perso settimane decisive tra il cambio di allenatore e un mercato di gennaio inconcludente. Non può permettersi di ripetere gli stessi errori. L’unica certezza, per ora, è che l’iscrizione al prossimo campionato di Serie C è garantita. I requisiti sono stati rispettati: stipendi saldati entro il 30 aprile, fideiussione bancaria da 700.000 euro pronta. La scadenza del 6 giugno non preoccupa. Ma dopo l’estate, tutto torna a dipendere da un’unica questione: Tey ci sarà ancora?