Italia, Acerbi rifiuta la chiamata di Spalletti: "Non posso permettermi depressioni". La replica: "Ct senza rispetto"
Clamoroso in casa Italia, Francesco Acerbi ha deciso di non rispondere alla chiamata da parte della Nazionale di Luciano Spalletti, in vista dei due impegni degli Azzurri contro Norvegia e Moldavia, validi per la qualificazione ai prossimi Mondiali negli USA, in scena nel 2026. Queste le parole del ct italiano: "C'è da fare una precisazione: Acerbi non ha risposto alla convocazione. Non è una questione fisica: ha ripensato ciò che è successo attorno a lui. Io lo avevo convocato per quanto fatto vedere in questo periodo. E' vero che in fondo al campionato ci arriviamo tutti col fiato tirato, fare queste convocazioni non è stato facile ma dobbiamo mettere insieme tante di quelle cose..."
"Nella risposta su Acerbi sulla data di nascita c'era l'intenzione di credere in quelli emergenti. Poi bisogna prendere atto delle reazioni di questi giorni. Per il momento no, non lo andiamo a sostituire. Comunque dobbiamo ancora approfondire tutto con calma e serenità"
"Chiaro che con Acerbi avevo parlato prima. Sms e telefonate. Non voglio pensare nulla: io devo dare forza alle cose che accadono. Stamattina via sms mi ha detto di no. Io gli ho risposto. Poi ci siamo sentiti al telefono, e di corsa ad allenarci perché chi c’è merita attenzione”
"Sorpreso o deluso? Io non posso permettermi nessuna depressione. Si va fiduciosi a fare altre cose, altre scelte. Sapendo di avere a che fare con calciatori anche più forti"
LA RISPOSTA DI ACERBI -Nel pomeriggio poi è arrivata la replica di Acerbi, via Instagram: "Dopo una profonda riflessione, ho comunicato oggi al ct di non accettare la convocazione in Nazionale. Non è una scelta presa a cuor leggero, perché vestire la maglia azzurra è sempre stato un onore e un orgoglio per me. Tuttavia, ho ritenuto che, alla luce degli ultimi avvenimenti non esistono ad oggi le condizioni proseguire serenamente questo percorso. Io non cerco alibi né favori, ma pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte.
Non sono uno che si aggrappa a una convocazione: ho sempre dato tutto, ma non resto dove non sono più voluto davvero ed è chiaro che non faccio parte del progetto del ct. Questa è la mia decisione, e come ho detto stamattina al ct, non è definitiva né dettata dalla rabbia, né tanto meno dalla “depressione” per una finale Champions persa, ma solo da un bisogno di fare un passo indietro.
Auguro il meglio alla Nazionale e come ai miei compagni: continuerò a tifare per loro con lo stesso attaccamento che ho sempre dimostrato in campo".