Italia, Gattuso: "Chi viene convocato resta a Coverciano. Ho parlato con 35 giocatori, ma non con Acerbi"
Inizia l'era Rino Gattuso, con una missione chiara: riportare l'Italia ai Mondiali nel 2026.
L'allenatore calabrese, tra le altre di Milan, Napoli e ultimo Hajduk Spalato, si presenta in conferenza come nuovo commissario tecnico della Nazionale: le prime dichiarazioni di "Ringhio" da guida degli Azzurri.
"UN SOGNO CHE SI REALIZZA" - "Grazie a Gravina per le belle parole, grazie a Buffon per la fiducia. E' un sogno che si avvera, spero di essere all'altezza. So che il compito non è facile, ma di facile nella vita non c'è nulla. Sia io che il mio staff sappiamo che c'è tanto da lavorare, ma c'è la consapevolezza di poter riuscire a fare un grandissimo lavoro. C'è poco da dire: c'è da lavorare, andare in giro e parlare con i giocatori, entrare nella testa dei giocatori, riuscire a trasmettere loro cose positive. Sento dire da tanti anni che non c'è talento e non ci sono giocatori, io penso che ci siano: dobbiamo metterli nella condizione di esprimersi al massimo. Spero solo di dimostrare con il mio staff, l'obiettivo è di riportare l'Italia ai Mondiali. Per noi, per il nostro calcio e la nostra Nazione è fondamentale".
DI COSA HA BISOGNO LA NAZIONALE - "Entusiasmo, voglia di stare insieme, di essere uniti nei momenti di difficoltà. Nella mia testa ho ben chiaro quello che bisogna fare, dobbiamo ritrovare l'entusiasmo e non pensare in modo negativo. Questo è il mio obiettivo, che chi viene a Coverciano viene con entusiasmo in una famiglia, un concetto fondamentale. La priorità è ritrovare quella mentalità e quel gruppo che ci ha contraddistinto".
CONVINZIONE O SPERANZA DI RIPORTARE L'ITALIA AI MONDIALI? - "Convinzione. Perché penso che i giocatori che abbiamo a disposizione sono importanti, abbiamo 4-5 giocatori che sono nei primi dieci al mondo nel loro ruolo. Abbiamo una grande squadra, non bisogna pensare ai singoli giocatori. La squadra ha dei valori e sono convinto che si possa arrivare all'obiettivo. Quando mi hanno chiamato non ho esitato un istante. C'è da lavorare, ma penso che abbiamo doti e qualità per raggiungere l'obiettivo".
IDENTITA' DA RITROVARE - "C'è un dato che ci deve far riflettere: 68% di giocatori stranieri che hanno giocato in Serie A e 32 italiani. Penso che a livello giovanile sia stato fatto un grandissimo lavoro, però dopo l'Under 19 si perdono un po'. Ho avuto l'esperienza all'Hajduk Spalato, giocavo con i 2005, 2006, 2007... Dobbiamo dare spazio ai giovani. Il cambiamento da fare è questo. Sulla mentalità... Stare fuori due volte dal Mondiale, quando indossi la maglia della Nazionale - che è già pesante - non è semplice. Per questo dobbiamo ritrovare entusiasmo, la parola "paura" non deve esistere perché non si va da nessuna parte".
LA POLEMICA DI LA RUSSA - "Io non voglio fare nessuna polemica con La Russa, spero di fargli cambiare idea. Nel 2005 ho vissuto un incubo, 3-0 e 3-3 e ho passato mesi difficili. Volevo lasciare il Milan, le prestazioni erano al di sotto degli anni precedenti. Non è stato facile, spero di far cambiare idea a La Russa e raggiungere l'obiettivo".
CHE GATTUSO VEDREMO - "In questi anni si è detto tanto di me, la figura da calciatore è difficile da cancellare. Corsa e grinta... Io penso che le mie squadre abbiano giocato bene a calcio. Tutti pensano a un Gattuso tutto cuore e grinta, ma oggi un Gattuso nella mia squadra non lo metterei per come voglio giocare. Questa è la verità. Dopo bisogna analizzare bene. Cuore e grinta non si sta dieci anni a lavorare ogni anno. Mi piace aggiornarmi, parlare di calcio, ho ben chiare le mie idee del calcio che mi piace. Negli ultimi anni il calcio è cambiato, ogni giocatore ha una testa e bisogna entrarci. Non tutti sono uguali, con qualcuno devi parlare in un modo e con altri in un altro. Il mio passato da calciatore è difficile da portare come esempio, secondo me il calciatore oggi è più professionista rispetto ai miei tempi ma fa più fatica a fare gruppo. Sono molto più professionisti e più preparati di quanto eravamo noi".
I RISULTATI DI GATTUSO - "I collaboratori ha spiegato il presidente. Ho Bonucci nello staff, altri componenti con cui sono da tanto. Siamo questi. Prandelli, Simone, Zambrotta ci daranno una mano con Maurizio Viscidi per far crescere a livello giovanile e rafforzare ancor di più la struttura. Non c'è nessun problema. Poi si parla di risultati. Io con il Napoli ho perso una Champions League con 77 punti, con il Milan non sono andato in Champions League per un punto. Ho letto che ho fatto una stagione disastrosa, sono 19 anni che l'Hajduk non vince il campionato e ci siamo giocati il titolo fino all'ultima giornata con i giovani. Ha vinto la Dinamo Zagabria con due giocatori arrivati in Italia per 25 milioni. Dipende come sono scritte le cose. Solo una squadra vince il campionato, la Champions, l'Europa League... Però poi bisogna vedere il lavoro, se uno ha fatto crescere giocatori e squadra. Penso che in questi anni qualcosa di buono ho fatto".
COME CAMBIA LA VITA DA CT - "Un lavoro totalmente diverso. Il calcio è la mia vita, non vedo l'ora quando mi sveglio di parlare di calcio e lavorare. La quotidianità sarà diversa, spero di non stressare i miei colleghi della Serie A e che lavorano all'estero. L'obiettivo è di andare a vedere allenamenti, parlare con i giocatori, vedere partite del campionato italiano e degli altri in cui giocano. Sarà questa la vita, andare a vedere i giocatori e fare le scelte migliori".
COSA HA PRESO DA LIPPI - "Cosa ha detto non posso dirlo.. MI ha detto sei CT, capite dove voglio arrivare... (c***i tuoi, ndr). Io spero di fare quello che ha fatto Marcello, non alzare la coppa al cielo ma creare quell'alchimia in spogliatoio. E' l'obiettivo primario in questo momento, riuscire ad avere quel senso d'appartenenza, vedere i giocatori che arrivano a Coverciano con il sorriso. Questa è la priorità".
MANCANZA DI IDENTITA' PROBLEMA GENERAZIONALE? - "Io penso che è un problema di generazione, non solo del nostro calcio. Oggi diciamo sempre che i giovani sono cambiati, ma quando si dice questa parola qua dobbiamo essere bravi noi a cambiare e trovare una via di mezzo, interagire con loro in maniera corretta. Se noi pensiamo come i nostri genitori si comportavano con noi e vogliamo fare la stessa cosa... I tempi sono cambiati, dobbiamo entrare nella loro testa nel modo giusto, andare incontro e ascoltarli per farli esprimere al massimo".
IL MESSAGGIO CHE LO HA COLPITO DI PIU' - "Tanti messaggi mi hanno colpito. Sicuramente i genitori che hanno una certa età, sentire loro emozionarsi per l'opportunità che mi ha dato la Federazione è stato un momento di gioia. Dopo tanti altri messaggi, ma sicuramente sentire papà e mamma emozionarsi ancora è stata un'emozione grande".
GIOCATORI E SOLUZIONI DA RITROVARE - "Il nostro campionato oggi dice che abbiamo il 40% di squadre che giocano a tre dietro e il 60% a quattro, ma non è una questione di moduli. Bisogna mettere i giocatori al posto giusto. Siamo a -1 dalla Norvegia che ha +11 di differenza reti. Dobbiamo mettere in campo una squadra a cui piace creare gioco, riuscire a fare male all'avversario. I moduli lasciano il tempo che trovano. Come vogliamo entrare in campo e come vogliamo fare male all'avversario, questo è quello che conta".
I GIOCATORI CHE RIFIUTANO LA NAZIONALE - "Bisogna anche vedere e capire perché rifiuta la Nazionale. Io non credo che lo facciano, la prima cosa che ho chiesto a Gravina e Buffon mi devono aiutare, chi viene in Nazionale che ha un problemino deve restare a Coverciano: abbiamo fisioterapisti, dottori, macchine, tutto per assistere i giocatori. Se vogliamo essere credibili e non creare scuse o precedenti perché ognuno può fare quello che vuole, chi viene a Coverciano sta a Coverciano come ai miei tempi, se poi non riusciamo a guarirlo torna al club di appartenenza. L'importante è stare più giorni possibili insieme anche se ha un problemino. Se uno gioca 50-60 partite l'anno i dolorini ci sono sempre, bisogna andre oltre e stringere i denti. Stare insieme e non creare precedenti".
COSA DIRA' AI GIOCATORI - "Quello che ho detto prima, di creare una famiglia e provare a dirci le cose in faccia. Nei momenti di difficoltà, e in campo ci sono in qualsiasi momento, quando ti senti solo e non senti la voce del compagno che ti incoraggia e fa una corsa in più diventa dura. Dobbiamo riuscire a cambiare questo aspetto, di aiutarci, di dire anche le cose che uno non vuole sentire. Solo così si può crescere".
CHIESA - "Vediamo quello che dice il campionato. In questi giorni ho chiamato 35 giocatori e ho fatto una chiacchierata con ognuno di loro. Ci sono giocatori in questo momento che sono stati fuori, ma sono giocatori che hanno caratteristiche che possono dare una mano. Poi deve parlare il rettangolo verde e se questo dice che le cose sono fatte bene le porte della Nazionale sono aperte. A Chiesa ho detto che deve trovare il modo di trovare una sistemazione per giocare".
TOGLIERE LA PRESSIONE - "La pressione la porta la maglia azzurra. Siamo una Nazione che ha vinto quattro Mondiali, che ha fatto tantissimo nella storia del calcio. Restare fuori da due Mondiali è un peso per tutti noi, dobbiamo essere bravi a reagire. Solo se uno reagisce e ce la mette tutta può uscire da questa situazione. La partita con la Norvegia l'ho vista, è stata difficile. I norvegesi a livello fisico andavano 3-4 volte più di noi. Alcuni dei nostri giocatori importanti arrivavano da una sconfitta difficile in Champions League, in quel momento la squadra non ha avuto la forza della Norvegia".
DA COSA RIPARTE L'ITALIA - "Ci siamo sentiti con Spalletti e ho una stima incredibile per Luciano. E' un maestro, uno che mastica calcio da tanti anni, ogni anno riesce a fare cose nuove. E' normale che in questo momento devo vedere quello che vogliamo fare, però il lavoro di Spalletti e la sua professionalità sono incredibili. Secondo me ha fatto un lavoro importante con la Nazionale. Vedremo su che strada vogliamo andare. Cambiamenti non se ne possono fare perché c'è poco tempo, dobbiamo capire cosa vogliamo fare nei 90-95 minuti".
SU COSA SARA' INTRANSIGENTE A LIVELLO DI COMPORTAMENTI - "Se non vedo i giocatori che vanno a 100 all'ora... Devono andare a 100 all'ora, bisogna far parlare il campo. Tanti di loro li ho allenati in questi anni, per me quando l'allenamento comincia bisogna pedalare. Poi se uno ha qualche piccolo problemino resta dentro e salta un allenamento. Quando si va in campo la squadra lavora con serietà e massimo impegno. Poi fuori dal campo non do importanza, ognuno decide come comportarsi e non posso fare il sergente di ferro o il poliziotto. Quando uno si allena deve andare a 1000 all'ora".
MESSAGGIO ALLA REGIONE CALABRIA - "Non devo dare nessuna lezione di vita. Non sono così importante. Penso che la Calabria è una terra incredibile, la mia infanzia è stata bellissima. Dico sempre che quando sentivo l'inno chiudevo gli occhi. Per 100 e passa volte sentivo la voce di mamma che mi chiamava dal balcone. E' una terra bellissima e i giovani devono seguire la strada giusta, quella dello studio, fare le persone per bene. Questa è la verità. Si parla sempre di cose negative, speriamo di far parlare la nostra Regione per cose positive".
IL MOMENTO PIU' EMOZIONANTE - "Nessuna emozione, anzi tanti pensieri. Mi metto dentro tante responsabilità anche se non sono mie. So che sarà difficile, che Dio mi dia la forza. Tanto stress e tanta voglia di fare più cose possibili nel modo giusto".
C'E' QUALCHE TRUCCO PER RISOLLEVARE LA SQUADRA? - "Ha detto bene Mourinho: non sono Harry Potter, non faccio magie. Posso solo promettere impegno, passione. Di riuscire a entrare nella testa dei giocatori, non sentire la parola "io" ma la parola "noi" è la cosa più importante. Poi sugli aspetti tecnici-tattici, i giorni sono pochi. Bisogna fare meno danni possibili. Dobbiamo riuscire a entrare nella testa dei giocatori, tirare fuori entusiasmo, voglia e senso di appartenenza. Sono sicuro che ci riusciremo".
NEI 35 GIOCATORI CHIAMATI C'E' ANCHE ACERBI? - "Non ho parlato con Acerbi. Acerbi è un giocatore che sta dando tanto al calcio, in questo momento si è parlato tantissimo ma non è una problematica che ha toccato me. In questo momento da parte mia le scelte sono scelte diverse. Nulla contro Acerbi, sta dimostrando ancora un valore incredibile. Non l'ho chiamato, ma da parte mia c'è grande rispetto e stima. In questo momento però ho chiamato altri giocatori sicuramente più giovani, che in questo momento penso che ci possano dare qualcosa. Vedremo".
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