Juventus, impara dall'Inter: dna e appartenenza i segreti del successo. Lautaro e il caso Danilo, il blocco italiano
Appartenenza e dna. Sono due dei segreti dell'Inter finalista di Champions League, e nella straordinaria partita vinta per 4-3 sul Barcellona si sono visti tutti. Il senso di appartenenza del capitano Lautaro Martinez, sceso in campo infortunato ("Ho pianto due giorni in casa dopo l'andata a Barcellona", ha confessato) e autore di un goal e di un rigore procurato; il senso di appartenenza e il dna rappresentati dal blocco italiano:Francesco Acerbi eroico al suo primo goal (e che goal) in Champions a 37 anni passati, il motore e la tecnica inesauribili di Nicolò Barella, la resistenza di Alessandro Bastoni alla classe di Yamal, la rete da togliere il fiato di Davide Frattesi, Federico Dimarco che esce stremato e dà consigli a Simone Inzaghi a bordo campo, Matteo Darmian jolly eterno, anche in un supplementare di Champions a 35 anni. Da questi esempi, la Juventus attuale ha tanto da imparare. La Juventus che ha congedato con modi e tempistiche discutibili un capitano come Danilo, giocatore e uomo tutto d'un pezzo. La Juventus che ha ceduto tanti giovani italiani cresciuti in bianconero: da Kean a Fagioli, da Miretti a Nicolussi Caviglia, fino a Rovella. La Juventus che negli ultimi anni ha fatto fatica a individuare un nucleo forte di titolari, possibilmente italiani.
I BLOCCHI ITALIANI DELLA JUVENTUS - L'Inter è l'esempio attuale di successo in questa strategia. Ma la Juventus può anche fare riferimento alla sua storia, perché è la società che più di tutte ha fondato la sua forza e le sue vittorie sul dna e sull'appartenenza, degnamente rappresentati, in varie epoche, da blocchi fortissimi di italiani, che hanno fatto le fortune sia dei colori bianconeri che della Nazionale: la Nazionale quasi tutta italiana dei Mondiali di Argentina 78, i campioni del Mondo di Spagna 82 (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli, Rossi), il blocco anni 90 della Juve di Lippi (Vialli, Ravanelli, Del Piero, Ferrara, Peruzzi, Conte, Di Livio, Tacchinardi, Pessotto), i campioni del Mondo del 2006 (Buffon, Cannavaro, Zambrotta, Camoranesi, Del Piero), il blocco italiano del ciclo dei nove Scudetti di fila (Buffon, Barzagli, Chiellini, Bonucci, Marchisio, per finire con Chiesa e Bernardeschi campioni d'Europa con la Nazionale nel 2021).
COSA FARE SUL MERCATO? - Attualmente gli italiani nella rosa della prima squadra della Juventus sono 7 su 27 giocatori: Michele Di Gregorio, Mattia Perin, Carlo Pinsoglio, Federico Gatti, Andrea Cambiaso, Nicolò Savona e Manuel Locatelli. Un numero che la Juventus deve iniziare a considerare un punto di partenza, con l'obiettivo di costruire un blocco forte di italiani per il prossimo futuro. Per provare a imitare l'Inter, e per ripercorrere il proprio passato vincente, il progetto della Juventus per il prossimo mercato dovrebbe essere quello di provare a inserire almeno un altro italiano forte nella rosa della prima squadra. E sappiamo che il profilo di Sandro Tonali è in cima alla lista dei desideri del club bianconero. In questo contesto, però, c'è un elemento che non torna, e che ci porta a commentare le voci di mercato su elementi come Gatti (che piace al Napoli), Di Gregorio e Cambiaso (entrambi nel mirino del Manchester City).
Sempre seguendo l'esempio vincente dell'Inter, se la Juventus ha l'intenzione di puntare su un blocco di giocatori da Nazionale dovrebbe essere capace di resistere alle offerte che arriveranno per i suoi italiani più forti. Esattamente come ha fatto l'Inter negli scorsi anni, resistendo alla tentazione di cedere, ad esempio, Barella e Bastoni. Ovviamente si potrà obiettare che il livello tecnico dei Bastoni e dei Barella è mediamente superiore al livello tecnico degli attuali italiani della Juventus. Ma questo non toglie che fra i sette italiani della Juventus attuale ci siano giocatori di buon valore, e il fatto che abbiano estimatori sul mercato è una conferma del loro valore. Se la Juventus vuole davvero investire su un blocco italiano forte, allora deve tenere i tre italiani più forti della sua rosa: Di Gregorio, Gatti e Cambiaso. Resistendo a offerte importanti per Cambiaso, rinnovando il contratto di Gatti (e le mosse degli ultimi giorni sembrano andare in questa direzione) e riscattando Di Gregorio.
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