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Gianluca Minchiotti03 giu 2025, 01:00
Ultimi aggiornamenti: 07 lug 2025, 11:16

Juventus sempre all'anno zero, dal caos parte la sfida di Comolli e Chiellini: le due anime e la serie di 'no' pesanti

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Una situazione di caos come quella a cui stiamo assistendo alla Juventus in queste ore e in questi giorni è qualcosa di inedito, che a memoria non ricordiamo, almeno in epoca moderna. E' paradossale, oggi, rileggere il proclama di John Elkann nella lettera agli azionisti Exor dell'aprile del 2024: "La stagione 2023/24 è quindi l’anno zero per la Juventus, in cui la società sta ponendo le basi per il proprio ritorno, sia sul campo che al di fuori. Cristiano Giuntoli, entrato a far parte del club nel 2023 e appena nominato Miglior Direttore Sportivo dell’anno ai Globe Soccer Awards per il suo lavoro con il Napoli l’anno scorso, contribuirà a plasmare la Juventus del futuro".

Ecco, quella 'Juventus del futuro', e con lei il suo artefice, Giuntoli, hanno già chiuso il loro percorso, fagocitati dal fallimento del progetto legato a Thiago Motta e dal fallimento di un mercato che, a fronte di investimenti enormi, ha prodotto solo il risultato minimo sindacale della qualificazione alla Champions League con il quarto posto agguantato all'ultima giornata. Il tutto dopo una prima stagione di difficile coesistenza con il passato, targato Max Allegri, che aveva prodotto una Coppa Italia prima del traumatico addio del tecnico livornese. E quindi, riavvolgendo il nastro, se la stagione 2023-24 corrispondeva all'anno zero, l'annata 2024-25, quella attuale, sarebbe dovuta essere l'anno uno. Per come si sta concludendo, invece, c'è più la sensazione di aver assistito a un anno 'meno uno', o nella migliore delle ipotesi a un nuovo anno zero, dal quale iniziare, di nuovo, una difficile scalata.

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Riparte di nuovo quindi la Juventus, come tante volte ha fatto dalla stagione 2018-19 in poi, la stagione dell'addio di Beppe Marotta (autunno 2018) e della fine del primo quinquennio di Allegri (maggio 2019). Da lì in poi, oltre al cambio della guida sulla Juventus all'interno della Famiglia (da Andrea Agnelli a John Elkann), abbiamo assistito all'avvicendarsi di una pletora di nomi, sia in dirigenza che in panchina, ma sempre con la sensazione che le idee non fossero chiare: Paratici, Arrivabene, Cherubini, Calvo, Ferrero, Scanavino, Giuntoli; Sarri, Pirlo, Allegri, Thiago Motta, Tudor

Ora tocca a Damien Comolli, nuovo Direttore generale coadiuvato da Giorgio Chiellini, nell'inedito ruolo di Director of Football Strategy. Insieme a loro, dovrebbe esserci il ritorno di Matteo Tognozzi, a capo dell'area scout, mentre resta ancora da stabilire l'eventuale innesto di un nuovo direttore sportivo. In questo contesto, il capitolo allenatore è preminente e il travagliato percorso degli ultimi giorni è il risultato di una situazione caotica a livello dirigenziale: la minaccia (poi rientrata) di Tudor di non allenare al Mondiale per club in mancanza di garanzie per il futuro, i no ricevuti da Antonio Conte e Gian Piero Gasperini, il presunto tentativo per Simone Inzaghi.

Comolli e Chiellini: il primo è l'uomo dei numeri, degli algoritmi, dei dati, delle statistiche, dello scouting computerizzato; il secondo rappresenta l'aspetto umano e il cuore bianconero, uniti agli studi (doppia laurea) e alla competenza. Parte da questo connubio, dal tentativo di far coesistere queste due anime, la nuova sfida della Juventus, l'ennesima in pochi anni, la nuova ripartenza dall'ennesimo anno zero.

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