La bilancia degli infortuni e il sogno Triplete: Inter, Musiala e Lewandowski ma anche Dumfries e non solo. Napoli e Atalanta falcidiate
L'Italia pallonara si divide in questo finale di stagione: gli interisti e chi tifa per il movimento italiano in Europa da una parte, tutti gli altri dall'altra. Gli uni desiderosi di rivivere qualcosa di simile al 2010, quando i nerazzurri hanno centrato il Triplete per la prima e fino ad oggi unica volta nella storia del calcio nostrano; gli altri con il timore di vedersi ancora rinfacciato tutto questo ad ad appena 15 anni di distanza. Le due fazioni si dividono anche nel lamentarsi del susseguirsi degli infortuni, un tema che caratterizza il calcio di oggi e che, a maggior ragione con il calendario intasato delle ultime stagioni, diventa dirimente nella costruzione di un'impresa del genere. Ma la fortuna è cieca, su questo ci sono pochi dubbi.
Già, perché da una parte è vero che Simone Inzaghi e i suoi ragazzi hanno affrontato agli ottavi di finale un Feyenoord decimato dai problemi fisici, ai quarti il Bayern Monaco con la difesa in totale emergenza e orfano di Musiala appena prima del doppio confronto e in semifinale probabilmente giocheranno contro il Barcellona spuntato per via dell'infortunio di Lewandowski; è vero anche che l'Atalanta ha perso uno dopo l'altro per gravi infortuni quasi tutti i suoi difensori, da Scalvini a Kolasinac passando per Kossounou, non ha mai avuto Scamacca e ultimamente anche De Ketelaere ha avuto problemi, ed è vero che il Napoli ha dovuto fare i conti con le noie fisiche di Buongiorno, Olivera e adesso anche Juan Jesus (stagione finita). Ma è anche vero che lo staff dell'Inter sta facendo i salti mortali per poter gestire un massimo di 68 partite stagionali (!) e nonostante tutto non è riuscito a evitare uno stop lungo a Pavard, Acerbi e Dumfries, diversi impedimenti a Lautaro, Dimarco, Calhanoglu e Arnautovic e l'ultimo ko di Thuram, che farà di tutto per essere in piedi per l'andata contro il Barça.
Non scappa nessuno, gli infortuni colpiscono un po' ovunque: Gatti nella Juventus, Castro nel Bologna, Castellanos e (più volte) Tavares nella Lazio, Dybala (stagione finita) nella Roma, Colpani e Gosens nella Fiorentina, Gimenez nel Milan. Scendendo in classifica, abbiamo Thauvin e Lucca nell'Udinese, Vlasic, Lazaro e il lungodegente Zapata nel Torino, il cronico Messias e Malinovskyi nel Genoa, la raffica di crociati (Kouamé, Pellegri, Sazonov + problemi minori per Maleh, Zurkowski, Ismajli, Anjorin, Solbakken, Haas) nell'Empoli che forse è la squadra più tartassata. E ne tralasciamo un'infinità. Nel calcio di oggi, vince non solo chi sbaglia di meno, ma anche chi si preoccupa di subire meno infortuni possibile.
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