Scudetto Napoli, l'Inter ha perso pur avendo la rosa migliore? Cos'è successo e perché non ha vinto
Al fotofinish, entrambe distese ad allungarsi verso la linea del traguardo. Inter e Napoli hanno corso insieme per tutto il campionato e sono arrivate fianco a fianco alla bandierina a scacchi, ma alla fine lo Scudetto se lo cuciono sul petto gli uomini di Conte, strappandolo proprio ai rivali milanesi. L’arrivo del tecnico salentino sulla panchina partenopea poneva di diritto la squadra azzurra tra le candidate al titolo, una tesi che si è andata via via rafforzando nel mentre compagini come Milan, Juventus, Atalanta e Roma si incastravano in una serie di imprevisti che hanno sgonfiato le loro ambizioni. L’Inter invece c’è sempre stata, ma spesso con la testa distratta e le gambe appesantite da un percorso parallelo che di fatto ha aggiunto alla stagione nerazzurra un terzo girone di campionato.
SEMPRE AL MASSIMO - Contando la finale di Champions raggiunta e la semifinale di Coppa Italia, in questa stagione l’Inter ha messo insieme 18 partite in più rispetto al Napoli di Antonio Conte. Qualche rimpianto per strada probabilmente c’è, ma i rischi che poteva comportare una simile cavalcata erano lì di fronte a tutti. L’Inter non ha scelto tra le varie competizioni e di sicuro, visti i risultati, non le si può dare torto. Anzi, forse sarebbe più opportuno dire che l’Inter ha scelto, nel senso che i nerazzurri si sono presi la responsabilità di affrontare tutti gli impegni al massimo, pagando dazio a qualche dogana: Parma e Bologna le ultime due che di fatto hanno inciso tremendamente sullo Scudetto.
MERCATO PRESUNTUOSO E FALLACE - Semmai, l’equivoco più grande è quello che riguarda le seconde linee dell’Inter, per tutta la prima parte del torneo si è detto che i nerazzurri avevano due squadre: non è così. Palacios (è durato fino a gennaio), Asllani, Zielinski, Frattesi (ottimo in Champions e pessimo in campionato), Taremi, Correa e Arnautovic si sono dimostrati inadeguati alle pressioni. Tutto lo scorso mercato estivo si è dimostrato ricco di falle e la rosa ne ha pagato le conseguenza. Inzaghi non ha mai avuto a disposizione né un vice Dumfries né un vice Thuram e non a caso quando sono mancati entrambi, sono stati dolori. In più ci sarebbe da affrontare quel vecchio tema che riguarda la qualità: da anni l’Inter non ha in campo atleti in grado di determinare saltando il diretto avversario e deve basare tutto sull’organizzazione di gioco, che però nell’arco di una stagione intera può subire anche alti e bassi. E se duranti i bassi non hai chi esce dallo spartito…
UN SOLO RIMPIANTO - La finale di Champions dice che lo Scudetto al Napoli non può essere un rammarico, a prescindere da qualche punto lasciato per strada. Ma la sensazione è che lavorando un pochino meglio sul mercato la scorsa estate e mettendo a disposizione di Inzaghi qualche risorsa in più, forse questo gruppo sarebbe addirittura riuscito a reggere il doppio e il triplo impegno. L’unico cruccio può essere questo, ma varrà senza dubbio d’insegnamento per la prossima stagione, perché da finalista Champions, l’Inter avrà la responsabilità di fare un mercato all’altezza della situazione. Non a caso il primo obiettivo della dirigenza è proprio il vice Dumfries.