Maresca ha domato la babele del Chelsea: la gestione di James il 1° manifesto di una carriera che promette scintille
Gianluca Vialli, Roberto di Matteo, Carlo Ancelotti, Antonio Conte, Maurizio Sarri, Enzo Maresca. Quella degli allenatori italiani sulla panchina del Chelsea, ormai, è una tradizione lunga e fortunata, arricchitasi oggi di un nuovo, per quanto ad essere onesti ampiamente annunciato, capitolo.
I Blues allenati dal 45enne ex centrocampista di Juventus e Fiorentina tra le altre hanno trionfato per 4-1 in rimonta sul Real Betis di Siviglia a Breslavia: una gara dal sapore speciale per Maresca, da un lato un derby dato che ha giocato e allenato da vice il Siviglia nella sua carriera, dall'altro una sorta di passaggio del testimone con uno dei suoi maestri, l'Ingegner Manuel Pellegrini, tecnico sconfitto nella finale di quest'anno con il quale ha lavorato al West Ham, prima di incrociare il percorso di Pep Guardiola al Manchester City, prima nelle giovanili e poi in prima squadra.
"Cos'hanno in più del Betis Quelli del Chelsea? Bella domanda... Direi i soldi", aveva scherzato Isco in conferenza stampa alla vigilia. Ma alla luce della partita che è valsa il trofeo, occorre aggiornare la risposta: "I soldi e una testa pensante in panchina". Maresca ha saputo gestire la rosa lunghissima dei londinesi, placando i malumori di Nkunku (neanche impiegato in finale), traendo il massimo dallo scarso feeling con il goal sottoporta di Jackson, facendo crescere Guiu, promettente ma ancora acerbo. E soprattutto, alla scelta non felice di schierare Malo Gusto a destra, il classe 1980 ha saputo rimediare nella ripresa grazie a Reece James, su cui torneremo, indirizzando la Conference League verso Stamford Bridge. Non bisogna celebrare un trionfo del genere più del dovuto, ma il Chelsea è una squadra estremamente giovane e costosa, che vive di pressioni dati i costi clamorosi dei cartellini dei giocatori e che ha bisogno di una stabilità che fino ad oggi probabilmente solo Pochettino nella scorsa stagione aveva saputo abbozzare nella caotica era Boehly. Maresca si è potuto addirittura permettere di lasciar fuori dalla lista Uefa per la prima parte del torneo Cole Palmer, il suo miglior giocatore, decisivo nella finale con due assist per i primi due dei quattro goal, quelli più importanti. Doveva vincere a tutti i costi e ce l'ha fatta, portando nella bacheca del club l'unico trofeo continentale a livello Uefa che ancora mancava. Nella prossima stagione sarà ritorno in Champions League: un palcoscenico di tutt'altro livello, per il quale servirà un altro step di crescita.
Nuovo Guardiola? No, non esageriamo, non ancora. La Conference League 2024/25 vinta nella babele calcistica del Chelsea è un fiore all'occhiello nella giovanissima carriera di questo allenatore, che ha gestito in maniera magistrale Reece James, il suo capitano, tartassato dagli infortuni: "So che non è facile, ma se ogni volta che si fa male per lui diventa più dura, per me è ancora peggio. Deve accettare la situazione e cercare di evitare il più possibile gli infortuni", diceva a novembre. Poi a dicembre un nuovo crac ha tenuto James fuori per altre 10 partite; dal rientro in poi, nel 2025, James è stato impiegato col misurino, e l'obiettivo di averlo al massimo per raddrizzare la finale di Conference è stato raggiunto: è lui, infatti, che ha cambiato la partita. La vera vittoria di Maresca, al primo titolo di una carriera che promette grandi cose.