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Redazione Calciomercato25 apr 2025, 12:04
Ultimi aggiornamenti: 26 giu 2025, 19:16

Milan, il consiglio di Capello: "Niente rivoluzioni, bastano 2-3 innesti di qualità. Da Maignan a Leao, chi deve restare"

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Fabio Capello, nelle vesti di opinionista de La Gazzetta dello Sport, ha preso carta e penna in mano per provare a delineare le strategie del Milan che verrà, dopo aver assistito contro l'Inter in Coppa Italia ad una vittoria convincente che può rimettere in discussione certi giudizi. L'ex allenatore rossonero è convinto che non sia necessaria un'altra rivoluzione, nonostante il nono posto occupato nella classifica di Serie A e il deludente percorso in Champions League, conclusosi ai playoff per mano del Feyenoord.

La chiave per il Milan che verrà è una: inserire due o tre giocatori di grande livello, che facciano davvero la differenza. Non servono rivoluzioni totali, con otto o dieci nuovi innesti. Ma un paio sì, e dove si trovano andrà bene: che si tratti di una grande mezzala, o di un altro centrocampista fortissimo, un terzino destro, un’ala che faccia sfracelli. Non tentativi, ma giocatori che diano già ampie garanzie”, analizza Capello sulle pagine del quotidiano milanese.

Poi l'ex tecnico si sofferma sui giocatori dai quali varrebbe la pena ripartire per la prossima stagione: “Bisogna ripartire dai giocatori che si hanno in casa, esaltare il loro valore. Quest’anno, in un Milan in confusione generale, si sono imposti Reijnders, Pulisic e io dico anche Fofana. Nessuno degli altri ha reso come fatto vedere due sere fa, loro sì. Formano una base solida. Reijnders l’ho seguito attentamente tra Milan e Olanda. Si vedeva che era un giocatore di un altro livello, per la personalità che aveva. Ho trovato grande determinazione in Pavlovic, e poi mi chiedo: perché Tomori era finito ai margini? Mi stupisce vedendolo oggi del fatto che prima non venisse preso in considerazione. Ho rivisto un Leao finalmente voglioso: per la forza fisica che ha, giocasse all’80% del suo potenziale sarebbe inarrestabile e per lui dovrebbe essere la normalità. Troppo spesso però si limita al 40%. Non solo. Maignan si è ripreso e mi piace, è difficile trovare di meglio senza spendere tanti soldi. Non ho dubbi, lo confermerei. Pulisic è un altro giocatore che ha continuità e qualità, può stare benissimo nel Milan. È uno di quei giocatori che partono dal sei e mezzo e che altre volte gioca da sette o di più. Mi pongo la solita domanda: chi trovo meglio di lui?”.

La disamina di Fabio Capello si conclude con un ragionamento su Theo Hernandez e sul resto della squadra del Milan, che sin da oggi dovrebbe porre le basi per la stagione futura:  “Su Theo il tema non è tecnico. Dipende da cosa ha nella testa, se deve essere svogliato come quest’anno… La fascia sinistra del Milan era uno dei punti forti della squadra, quest’anno è stata prima per svogliatezza. Se Theo ha voglia, uno con quella qualità e velocità dove lo trovi? L’altro tema è l’attacco: Gimenez è ingiudicabile. Il tema dell’adattamento esiste, in Italia si trovano meno spazi e marcature diverse. Ma se uno ha qualità, si vede. I bravi veri si impongono comunque: certo in questo Milan in difficoltà mettersi in evidenza non era semplice. Per Jovic ripeto il concetto: se il Real gli aveva messo gli occhi addosso, il potenziale c’era. Possibile si sia abbattuto per scarsa fiducia. Con l’Inter mi è piaciuto, al di là dei gol, per come si è mosso. Sa tenere e giocare palla. Credo che ora si senta finalmente libero per esprimersi come vuole. Quindi dico: aspettiamolo”. 

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