Napolimania: ansia da Scudetto, troppo conservativi i cambi di Conte
Per molti doveva essere una passeggiata, invece Napoli-Genoa si è trasformata in un potenziale incubo. La notte del Maradona ha fatto riapparire fantasmi che sembravano sepolti dal vantaggio in classifica sull'Inter, tornata a -1 dagli azzurri e che vede riaprirsi - in primis psicologicamente - una corsa Scudetto indirizzata verso Fuorigrotta. Rieccoci a raccontare un'altra chance gettata al vento dalla squadra di Antonio Conte, col Grifone a mettere per l'ennesima volta a nudo limiti caratteriali, di profondità della rosa e rebus gestionali tradotti in un pareggio che sa di sconfitta.
BRACCINO IS BACK - Il braccino è tornato, verrebbe da dire. La sfilza di pareggi di fine inverno/inizio primavera non hanno portato a correggere i difetti di fabbrica di un gruppo rilanciato alla grande dall'allenatore salentino, ma che nel DNA conserva sfumature su cui dover migliore sensibilmente in quanto a maturità . Il 2-0 dell'Inter a Torino ha fatto scendere in campo Lukaku & co. a pari punti con la rivale tricolore e - al netto del vantaggio di Big Rom - poi il Napoli ha subito il Genoa, scenario da escludere per chi ha la chance di mettere le mani sul campionato. Sofferenza dopo l'1-0, beffa dopo il 2-1: a tirare una linea tra il sogno e il riaffiorare della paura ci ha pensato Johan Vasquez, con l'inzuccata che ha gelato il Maradona e fatto sobbalzare dal divano Simone Inzaghi e i suoi.
LETTURE CONSERVATIVE - Difetti mentali dicevamo, ma anche una lettura del match rivedibile. Sia da parte dei calciatori che, pur sempre ricordando come l'impronta di Conte rappresenti il tassello cardine in una stagione sorprendente, di chi siede in panchina. Questo Napoli difficilmente cavalca l'onda dell'inerzia favorevole, badando al minimo sindacale mostrando una predisposizione ormai cronica nell'abbassarsi una volta fatto male agli avversari. Ne consegue concedere il fianco a chi ti sta di fronte e, se dalla tua hai un vantaggio minimo, ciò si rivela un boomerang letale. Ne sanno qualcosa i ragazzi dell'ottimo Vieira, in grado di riacciuffare due volte gli azzurri fuori casa al cospetto della capolista della Serie A. Pressione difficile da gestire, scelte iniziali e cambi gestiti in maniera non impeccabile: Billing per Raspadori (come a Lecce) è apparsa una soluzione conservativa, così come lasciare in panchina Simeone nonostante un Lukaku ormai in debito d'ossigeno ha impedito al reparto offensivo - troppo dipendente dai lampi dei singoli - di tenere alta la squadra. A Neres è stato concesso solo qualche minuto sul 2-2, ma va ricordato che il brasiliano ha appena recuperato dall'infortunio. Più in generale, Conte attinge poco e in maniera tardiva da una panchina che - in base a ciò che emerge dalle mosse compiute nei 90' - non offre garanzie all'altezza dei titolari.
PERCHÉ RISCHIARE LOBOTKA? - Il tifoso del Napoli, a proposito di scelte, se lo chiede dal minuto 13 del posticipo coi liguri: perché rischiare Stanislav Lobotka quando hai un Gilmour così in forma? Era davvero necessario? La caviglia destra dello slovacco non era ristabilita e la ricaduta lo ha dimostrato, col 68 partito alla grande ma andato subito di nuovo ko a 8 giorni dal problema patito al Via del Mare: "Penso sia più grave", ha confidato il tecnico in sala stampa. Il rischio concreto, ora, è che i partenopei dovranno giocarsi gli ultimi 180' della corsa al titolo senza il proprio cervello. Fortuna che il motore dell'ex Brighton viaggi a giri altissimi, ma Lobo rimane Lobo. E per questo, magari, anziché forzarne il rientro si poteva procedere con maggiore cautela. Ma noi non alberghiamo a Castel Volturno.
ANSIA DA SCUDETTO - In sintesi, quella che ha prodotto il mezzo passo falso col Genoa è un'ansia da Scudetto in piena regola. Il "bonus pareggio" è stato sprecato proprio nell'impegno da calendario maggiormente abbordabile: non parliamo della caratura dell'avversario, di tutto rispetto, bensì di un Grifone senza assilli né obiettivi di classifica rispetto a Parma e Cagliari, ultime rivali lungo il percorso Scudetto contro cui il Napoli non può più rallentare. Certo, molto dipenderà anche da ciò che farà l'Inter, ma il destino era e rimane nelle mani degli azzurri. A patto che il braccino sparisca e la testa diventi leggera.