Napolimania: Conte e McTominay in stile Braveheart, il "prodigio" sta diventando realtà
"Quattro passi" per compiere "un prodigio". Un prodigio è Scott McTominay, prodigioso è il sorpasso del Napoli sull'Inter, su cui c'è - manco a dirlo - la mano di un Antonio Conte in stile Braveheart. Il celebre film di Mel Gibson consegna attinenze col finale di stagione degli azzurri, trascinati dallo scozzese venuto da Manchester e dal capopopolo salentino piazzato al timone di una nave che vede il sogno Scudetto trasformarsi gradualmente in realtà.
DESTINI CAPOVOLTI - Il 2-0 al Toro ribalta dinamiche, favori del pronostico e destini in vetta alla classifica, col +3 che obbliga i nerazzurri a inseguire e a sperare che la nuova leader inciampi.L'inversione di marcia regalata dal campionato appassiona, rigira ansie e pressioni e consente al Napoli di ritrovarsi da cacciatore a preda nell'arco di 8 giorni. Monza e Torino battute da una parte, Bologna e Roma giustiziere dell'Inter dall'altra: l'impresa, adesso, è più di un semplice "dare fastidio".
MATURITÀ SUPERATA - Se nell'arco della stagione al Napoli è stato imputato il non riuscire a reggere l'obbligo del far risultato, venendo meno in tappe nelle quali potevano effettuarsi allunghi o agganci, la vittoria coi piemontesi ha detto che i difetti di maturità sono stati accantonati. Nell'appuntamento che potrebbe valere un pezzo di tricolore Lukaku e compagni hanno risposto presenti, azzannando il match in apertura, mettendolo in cassaforte e infine gestendolo senza patemi. Proprio quelli che avevano prodotto la sfilza di pareggi e gol beffa incassati in extremis.
MCTOMINAY INGIOCABILE - Se poi in Serie A puoi disporre di uno come McTominay, puntare in alto e pensare in grande diventa una mission lecita. L'ex Manchester United ha raggiunto quota 12 reti stagionali, di cui 11 in un campionato dove stazza, doti tecniche e intelligenza tattica gli conferiscono le stigmate del calciatore totale. Scott in Italia sposta gli equilibri e dimostra quanto la Premier League sia di ben altra pasta rispetto al nostro calcio: primo anno da noi e subito 'crack', spesso e volentieri all'insegna di uno strapotere fisico ingiocabile per gli avversari. McTominay occupa gli spazi, li aggredisce buttandosi dentro, lotta, recupera palloni, suggerisce: in gol per 3 giornate di fila nella fase chiave dell'annata, sfoderando leadership e confermando quanto la scelta di venire a Napoli sia stata voluta e abbia aiutato a far scoccare da subito la scintilla con l'ambiente.
CONTE TRA TESTA E CUORE - Chi ha spinto per avere lo scozzese, d'altronde, è stato Conte. Uno che sa cosa sia l'Inghilterra e che sta alimentando il sogno Scudetto facendo leva in primis su due profili giunti da lì: McTominay ma anche Lukaku, che l'Italia la conosce bene ma esploso Oltremanica. Muscoli, centimetri e personalità per un Napoli che ora vede un traguardo pochi mesi fa impensabile a portata di mano, forte del modus operandi del proprio allenatore: testa e cuore, bastone e carota, proclami e profilo basso, una ricetta variegata con ingredienti dosati a seconda di settimane, rivali e fasi della stagione. Colui che guida l'orchestra azzurra dalla panchina - pur mantenendo alta l'asticella del progetto - non si sbottona, facendo del "lavoro" il diktat con cui limare difetti e superare step che oggi consentono a Napoli e al Napoli di sognare il quarto tricolore della storia: "Mancano quattro passi, sarebbe un prodigio". 'Masaniello', sì, ma con cognizione, esperienza e DNA da top della panchina.
NUOVI INFORTUNI - La nota stonata nella notte che ha impennato decibel e speranze del 'Maradona' sono i nuovi infortuni di Anguissa e Buongiorno, tornati titolari e costretti ancora una volta ai box: colpo al fianco per il camerunense, ricaduta da tendinopatia per il centrale. Conte, staff e tifosi sperano non sia grave, altrimenti - oltre a tenere a bada l'Inter - occorrerà fronteggiare un'emergenza che da gennaio in avanti sta complicando i piani e renderebbe ulteriormente speciale l'eventuale conquista dello Scudetto.
UNA MANO DAL CALENDARIO - Il Napoli ci ha messo del suo, Lautaro & co. (nel calare) pure. E molto è dovuto dal calendario. Sulla carta si è detto che questo, visto il ciclo di fuoco affrontato dai nerazzurri tra Serie A, Champions e Coppa Italia, per i partenopei sarebbe stato il momento clou per cambiare gli scenari: Bayern, i due derby, Bologna e Roma, adesso le semifinali col Barça. Inter in flessione dal punto di vista fisico e psicologico, campani col morale altissimo e privi di ansie extra-campionato: ecco perché, il +3, rischia di rivelarsi uno strappo insanabile da un lato e decisivo dall'altro.