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CALCIOMERCATO20 apr 2025, 13:15
Ultimi aggiornamenti: 26 giu 2025, 19:13

Napolimania: lo sfogo di Conte è un messaggio per il futuro, a Monza da Scudetto solo McTominay e Raspadori

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Perché non guardare oltre? Perché non provare ad evitare disfattismi e pessimismo? Antonio Conte ha seminato input, non è detto si sia preparato il terreno per lasciare Napoli. Lui a Napoli - parole sue - sta da Dio, si è integrato con abitudini e tessuto sociale, ha preso a cuore una missione che sta provando a rendere un'impresa. Quanto detto pre e post Monza, dunque, non deve somigliare obbligatoriamente ad un principio d'addio.

MESSAGGI PER L'ESTATE - Colui che ha riportato gli azzurri al top in Italia, consentendogli l'anno prossimo di riascoltare musichetta Champions con annesso boato del 'Maradona', ha ricambiato l'amore del popolo bruciando le tappe del nuovo progetto. Il Napoli si sta giocando lo Scudetto al netto di una rosa forte ma che da titolo non è, poiché da migliorare nelle alternative e ancora troppo figlia di blackout psicologici. E allora ecco spiegato il Conte-pensiero, che poggia su un contratto triennale firmato la scorsa estate, ma allegato al quale l'allenatore leccese pretende (giustamente) garanzie in quanto ad ambizioni e prospettive. De Laurentiis nella pre-season ha speso tanto, dimostrando di sposare la causa dell'uomo a cui ha affidato il rilancio regalandogli rinforzi che stanno tenendo in piedi il sogno tricolore a braccetto con mentalità e lavoro sul campo, ma il nodo da sciogliere in ottica 2025/2026 si è presentato a gennaio, col mancato sostituto di Kvara e una sfilza di infortuni che hanno messo a nudo la poca profondità della rosa in termini di competitività. In sintesi: tra titolari e riserve c'è gap, inutile nascondersi. E Conte, da giugno, intende veder alzata l'asticella assottigliando le differenze.

SFOGO PRO NAPOLI - Lo sfogo va interpretato sotto una doppia chiave di lettura: giusto porsi interrogativi sulla permanenza del salentino sotto al Vesuvio, ma nel contempo occorre anche riflettere le sue dichiarazioni in un atto d'amore proteso a rendere ancor più forte il Napoli, assecondando speranze e aspettative della città. Non per forza giungendo ad un dentro o fuori coi piani alti, piuttosto sedendosi a tavolino per provare a disegnare un percorso in grado di alimentare un matrimonio fin qui azzeccatissimo. Se poi dovesse accadere il contrario, vorrà dire che emergerà una divergenza di vedute incompatibile col camminare insieme.

A MONZA UN AZZURRO SBIADITO - Detto ciò, a regnare sovrano rimane il prato verde. E allora è giusto riavvolgere il nastro a quanto visto all'U-Power Stadium dove, nell'ennesimo crocevia del campionato, il Napoli stava rischiando di rispondere non presente. Contro un Monza con un piede e trequarti in Serie B i partenopei non hanno aggredito il match, palesando il medesimo mood che ha sottratto punti chiave in gare trappola come Como, Venezia e Udinese o fatto sfumare i successi a Roma e Bologna. Poi, però, a togliere le classiche castagne dal fuoco ci hanno pensato i due maggiormente sul pezzo: Scott McTominay e Giacomo Raspadori.

LA 'GARRA' TRICOLORE DI SCOTT E JACK - Nella trasferta in Brianza a mostrare un animo da Scudetto sono stati lo scozzese e Jack, rispettivamente autori del gol partita e dell'assist che ha consentito all'ex Man United di regalare agli azzurri il provvisorio aggancio in vetta all'Inter. McTominay 'alla Hamsik' (in doppia cifra al primo anno partenopeo come lo slovacco nel 2007/2008) e sempre più pilastro nonché top player di questa Serie A, Raspa gettato nella mischia col sangue agli occhi all'insegna di grinta e qualità. Il Napoli a Monza ha vinto ma non ha convinto, però è lì e in quest'ultimo mese ci proverà fino alla fine: per sancire natura dello sfogo e futuro di Conte, ci saranno sedi e occasioni preposte.

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