Ranieri: "Chiamato anche da Galliani. Roma? Con Juric credevo di essermela scampata. Ora dico basta davvero"
Al Teatro Cucinelli di Solomeo, nell’ambito del lancio dei 100 giovani calciatori selezionati per il prossimo Golden Boy, celebre premio di Tuttosport, ha parlato l'allenatore della Roma Claudio Ranieri: le sue dichiarazioni.
L'ARRIVO A ROMA - "Quando sono arrivato a Roma i ragazzi avevano il morale sotto i tacchi, ho chiesto di tirare fuori il bambino che era in loro. Io cerco di entrare in sintonia coi miei giocatori, cercando il feeling, di entrare in simbiosi per stimolare il loro io. Il calcio è un gioco, ma tante volte è pesante e io come allenatore devo bilanciare: creare atmosfera se non ce n'è, sdrammatizzare se ce n'è troppa. E' un gioco ma è un gioco con tanti miliardi".
LA CARRIERA - "Ho fatto una carriera con alti e bassi. La cosa bella però è anche assaporare l’amaro e avere sempre la voglia e la determinazione per lottare e ritornare. Quando sono andato a Watford mi sembrava l’inverso di Leicester: da una parte tutto andava verso il positivo, dall’altra tutto verso il negativo. Poi è tornato il Cagliari, ci siamo salvati e lì ho detto che avrei smesso. E ne ero convinto. Alcuni dirigenti importanti mi hanno chiamato, fra cui Adriano Galliani. Ma dentro di me sapevo che se sarei tornato lo avrei fatto solo per Cagliari e Roma. E ho sperato non mi chiamassero. Poi la Roma ha mandato via De Rossi e chiamato Juric e pensavo di essermela scampata… Ora però ho detto basta davvero, la decisione è presa".