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CALCIOMERCATO04 mag 2025, 08:45
Ultimi aggiornamenti: 26 giu 2025, 19:21

Juventus, Vlahovic non se la sente: era già successo con Thiago Motta

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"Non se l'è sentita". E ancora: "Non è al 100%". Cosa vuol dire? Beh, un po' tra le righe, ma nemmeno tanto, vuol dire che Dusan Vlahovic non è al meglio e che - soprattutto - la decisione di non essere a disposizione per la partita di domani contro il Bologna, decisiva e che vale quanto una stagione intera, è più sua che del tecnico. Di sicuro sarà frutto di un confronto interno, però non c'è quel "lottare", "battagliare" e "stringere i denti" che il tecnico richiede spesso a gran voce. Insomma: non chiedetegli di fare il trascinatore del gruppo, o magari non fatelo con un fastidio muscolare in corso. 

L'ITER DI RECUPERO - Eppure DV9 aveva fatto tutto bene. Cioè: aveva seguito l'intero iter di recupero, che prevedeva il ritorno in gruppo parziale due giorni fa e quello intero nella giornata di ieri, a due passi dalla partita. Oggi ha svolto nuovamente la seduta con i compagni, poi la presa di coscienza, nel test (pure questo) previsto per deliberare: non è al top, non ce la fa, e allora meglio non rischiare. Ecco, è tutto qui. E' nel "meglio non rischiare", a poche ore da un match che vale una stagione, e che vale il futuro per tanti, magari molto meno per Dusan. A fine anno e cioè fine Mondiale, le parti si stringeranno le mani e cercheranno una direzione possibilmente ottima per entrambi. Su questo non ci piove.

70 GIORNI - Vlahovic avrebbe "festeggiato", al Dall'Ara, cifra tonda: 70 giorni senza fare gol. L'ultimo l'aveva siglato al Como, 23 febbraio scorso. C'era ancora Thiago Motta e c'era già Kolo Muani, che gli aveva rubato il posto come si fa con le caramelle e i bambini: con una facilità quasi innaturale, come se non ci fosse stato nemmeno spazio per parlarne, per discuterne, per capire margini di manovra e di rimonta. Niente: Motta l'aveva messo da parte e lui ne aveva sofferto, com'era normale che fosse, giustificabile in toto. Poi Tudor, e le occasioni, piovute come dopo giorni di deserto, che sembri non aver bisogno d'altro. Totale? Zero reti. Nonostante le chance. 

DESTINAZIONE SALUTI - Può sembrare superfluo, ma è la base di tutto: Dusan Vlahovic e la Juventus sono destinati a salutarsi a fine stagione e forse questo spiega tanto, specialmente la voglia di "non rischiare", quel "non sentirsela" che fa la differenza tra chi entra nei cuori e chi li sfiora soltanto, come fanno solitamente le belle promesse mai mantenute. "Io ho avuto Dusan per 6 mesi e continuo a dire che ho conosciuto un giocatore fenomenale - ha raccontato Italiano, avversario di domani, in conferenza -, per quello che mi ha dato, per i gol segnati, per l'approccio che aveva... Il fatto che domani non ci sia credo che per noi sia vantaggioso perché uno come lui è sempre pericoloso". Per i tifosi, forse, non fa nemmeno differenza: DV9 l'aveva già fatto. Era gennaio, era la gara (pure quella) decisiva con l'Atalanta. E dall'affaticamento no, non se la sentì di tornare, privando la Juve di un centravanti. L'unico.

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