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  • Napoli, l'esordio è promettente: deve regolare la difesa ma dà spettacolo a Verona. E ora occhio a contarlo fuori...

    Napoli, l'esordio è promettente: deve regolare la difesa ma dà spettacolo a Verona. E ora occhio a contarlo fuori...

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Nel segno di una stagione che comincia e che né Verona né Napoli hanno idea di come finirà, ma anche nel nome e nel ricordo di un gentiluomo del pallone: Claudio Garella detto Garellik, campione di perbenismo, di riservatezza e di incredibili parate con i piedi. Così comincia Verona-Napoli. Il primo pensiero è per lui, volato via qualche giorno fa, capace di vincere coi gialloblù il titolo nell’85 e di rivincerlo col Napoli nell’87. Garella, certo, ma come non pensare, stasera, anche a Giuliano Giuliani, che sostituì Garellik prima a Verona e poi anche a Napoli,  dove vinse uno scudetto e che morì nel ’96 appena trentottenne. Strani incroci e tristi storie di campioni.

    Una lacrima, anzi due e poi il via a quest’avventura nuova. Che il Napoli, assai più dei padroni del campo, comincia con passo e geometria di qualità eccellente nonostante addii importanti e mercato ancora in corso. Così è: facendo il bilancio di questo primo turno di stagione, probabilmente il calcio del Napoli è stato quello più brillante. Anche più di quello del Milan. E la cosa, in attesa di nuovi arrivi, mette di buon umore Spalletti e anche De Laurentiis, il quale il trionfo dei suoi se l’è visto in barca, sul mare delle Eolie.

    Timoroso e giù di corda, invece. Il Verona che perduto il tudoriano profilo di squadra fisica, feroce, instancabile, non ha ancora trovato – fors’anche qui per partenze importanti e nuovi arrivi che non arrivano – quello ordinato e più gentile che gli propone Cioffi, il quale, per giunta, mette Barak a bordocampo. Cosicché sono le qualità dei singoli e, di conseguenza, la somma delle qualità dei singoli che fin da subito fanno la differenza. Nel senso che è il Napoli (che porta in campo le novità Kim e Kvaratskelia) a impossessarsi immediatamente del pallone. E del ritmo. E degli spazi, mai concedendo la profondità a chi gli sta di fronte.

    Insomma, comincia bene, il nuovo Napoli di Spalletti. Squadra che avvia il gioco coi centrali di difesa, attrae il Verona al centro e poi cerca Kvara e ancor di più Lozano, sul quale Amione (rientrato dalla Reggina) è troppo a disagio. Si spiegano così i tentativi di Osimhen, Zielinski, Kvara e Lozano i quali dall’11’ al 21’ mettono ansia a Montipò. Sì, esuberante il Napoli e timido il Verona. Ma si sa, il pallone non bada a queste cose. La sorpresa è sempre là, dietro ogni giocata e infatti alla mezz’ora accade quello che proprio non t’aspetti: Hongla, appena rientrato dall’Anversa, approfitta d’uno dei pochi errori del Napoli in uscita e costringe in angolo Meret. E su quest’angolo (30’) Gunter fa da sponda per Lasagna (troppo solo, vero Mario Rui?) che ci mette niente a fare gol. Proprio così: il Napoli domina e il Verona segna.

    Ma il Napoli non si slega. Non perde la testa. Non si fa prendere dalla frenesia o, peggio ancora, dalla paura. No, il Napoli ricomincia come niente fosse. O forse no, Perché ci dà dentro anche con più velocità nella circolazione del pallone, ricacciando il Verona nella propria metà campo. Tre minuti, infatti, e Anguissa centra il palo di testa. Quattro minuti ancora e Kvara firma l’esordio col pareggio. Il cross da sinistra è del solito Lozano e il colpo di testa del georgiano non perdona. Festa grande, per lui e non finisce qua. Alla fine dei due minuti di extra time, a niente da riposo, infatti, il Napoli passa ancora. Angolo di Mario Rui, torre di Di Lorenzo fresco capitano e sul secondo palo l’uomo mascherato Osimhen appoggia in porta con comodità pure perché Faraoni  lo perde di vista e di marcatura.

    Dunque, risultato ribaltato a fine primo tempo. Ma ad essere onesti è pure giusto visto l’ottanta per cento di possesso azzurro, i diciassette tiri a due e la bontà del calcio che il Napoli propone. E poi, troppo accondiscendente, troppo dimesso il Verona, al quale non era bastato neppure l’improvviso vantaggio per trovare la forza e il coraggio d’azzardare un po’ di gioco credibile e efficace. Ma, si sa,  mai dire mai. Perché appena torna in campo,  il Verona trova il pari: Faraoni crossa da destra, Kim sbaglia la posizione e quindi la marcatura ed Henry alla prima occasione (47’) mette in gol di testa. Gioca bene, il Napoli, ma là dietro c’è qualcosa che non va. Non gioca granché bene, invece, il Verona, ma là davanti non si spreca proprio nulla.

    Comunque sia, tutto da rifare. La partita ricomincia. E si fa più avvincente, più interessante, se si vuole. Per due ragioni: perché il Napoli (55’)  torna in vantaggio con Zielinski, il quale anticipa il portiere del Verona concludendo col successo personale una rapida giocata in verticale ed esaltando un assist favoloso di Kvara e perché il Verona dà l’illusione d’essersi dato una mossa, finalmente.  Per qualche minuto è più organizzato e determinato, ma è solo un’illusione perché (65’) Lobotka s’inventa uno slalom vincente che conclude con un destro preciso e velenoso. In verità non trova linee di passaggio libere, il mediano che si candida ad insostituibile regista, e allora se ne va da solo palla al piede. Troppa libertà gli concede la difesa del Verona questo è vero, ma la giocata e il tiro e il gol sono tutti da godere.

    Quattro a due. Il Napoli si sente più tranquillo, anche se il Verona non s’arrende. Cioffi ci prova con i cambi. Porta freschezza in campo prima con Retsos e Piccoli per Amione e Henry e poi anche con Barak (per Hongla) e Djuric per Lasagna, ma non è serata e nove gol (dalle squadre della famiglia De Laurentiis) tra coppa Italia e campionato costringeranno il Verona ad una profonda riflessione.

    Alle mosse di Cioffi, comunque, Spalletti replica con Elmas per Kvara, con Politano per Lozano,  con il debuttante in A Zerbin al posto di Zielinski e nel finale anche con Olivera per Mario Rui e Ounas per Osimhen. E la qualità che arriva dalla panchina del Napoli è sicuramente superiore. Tant’è che (79’) trova pure il quinto gol con Politano, mentre il sesto di Ounas viene annullato per un fuorigioco-interferenza di Zerbin su Montipò. Ma conta niente. Per il Napoli va bene anche così. E se questo è l’inizio, forse non è vero che il Napoli sarà fuori dai giochi.

    IL TABELLINO

    Hellas Verona-Napoli 2-5

    Marcatori: 29' p.t. Lasagna, 48' p.t. Osimeh, 3' s.t. Henry, 10' s.t. Zielinski, 20' s.t. Lobotka, 34' s.t. Politano

    Assist: 29' p.t. Guenter, 37' Lozano, 43' p.t. Lorenzo, 10' s.t. Kvaratskhelia, 20' s.t. Rui

    VERONA (3-5-2): Montipò; Dawidowicz, Gunter, Amione (dal 13' s.t. Retsos); Faraoni, Tameze, Hongla (dal 22' s.t. Barak), Ilic, Lazovic; Henry (dal 13' s.t. Piccoli), Lasagna (dal 37' s.t. Djuric). Allenatore: Cioffi.

    NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui (dal 34' s.t. Olivera); Anguissa, Lobotka, Zielinski (dal 32' s.t. Zerbin); Lozano (dal 32' s.t. Politano), Osimhen (38' s.t. Ounas), Kvaratskhelia (23' s.t. Elmas). 

    Ammoniti: 46' p.t. Amione, 6' s.t. Amione, 9' s.t. Osimehn

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