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  • Juvemania, Bosco: serve un regista

    Juvemania, Bosco: serve un regista

    Nel segno della "bestia" croata. Juventus-Manchester City la timbra Mario Madzukic su assist di Alex Sandro (il terzo di fila per la cronaca). La timbra alla sua maniera: di forza e di astuzia, con un tiro "sporco" in mezza acrobazia. Era importante vincere: ora la Juventus (matematicamente agli ottavi) è prima nel suo girone con la possibilità (a Siviglia) di vincerlo. E quindi di evitare nel sorteggio di metà dicembre avversari come il Bayern e il Barcellona. Il Barça che è in grado di giocare col pallottoliere con tutti. Giocano un calcio da extraterrestri. Perché sono bravi i giocatori e perché la società non sbaglia quasi mai. Due dei marziani, in anni diversi (Suarez e Neymar) li avrebbe potuti prendere la Juventus. Non c'erano Agnelli e Marotta a quei tempi. E neppure Conte o Allegri. C'era gente che a Xabi Alonso preferiva Poulsen... 

    E SE ALEX SANDRO FACESSE L'ALA? - Torniamo alla gara con gli inglesi. La Juventus ha vinto. Ha preso un palo, ne ha subito uno (deviazione di Buffon, superlativo al solito), Morata è stato egoista. Cuadrado ha confermato di avere poco feeling con il gol. Bene (con qualche sbavatura) la difesa, così e così il centrocampo, anche se alcune giocate di Pogba da sole hanno meritato il prezzo del biglietto. Bene l'operaio specializzato Sturaro. Benissimo Alex Sandro. Con quel piede potrebbe giocare anche da ala. Chissà che prima o poi Allegri non ci pensi. Nota negativa: l'infortunio (muscolare) di Mandzukic. Fanno 17 in stagione:  troppi. O Allegri impone di cambiare tipologia di preparazione o cambia i preparatori. Mi è piaciuta la Juventus. Quando realizzi quanto ti eri prefisso, inevitabilmente piaci. Dopo la vittoria con il Milan, Mario Sconcerti aveva scritto che il campionato della Juventus cominciava con quella vittoria. A me pare che la stagione della Juventus possa cominciare con questa vittoria europea. Una vittoria che – a mio avviso – ha definitivamente messo in cantina il modulo di Allegri. 

    ROMBO ADDIO? - Fine dei rombi, fine degli alberi e ritorno all'antico. E' probabile che la dirigenza abbia parlato ad Allegri. E' probabile lo abbia fatto anche la vecchia guardia. Ci vorrebbe un capo: Pirlo e Tevez lo erano. Loro in campo non si limitavano a fare gli esecutori. Nelle grandi squadre è sempre stato così. Nell'Inter di Herrera comandava Picchi. Nella Juve di Sivori e Charles, il "capo" era Boniperti. In quella di  Platini, le Roi, faceva quello che gli pareva (come Maradona al Napoli), ma tutti gli altri seguivano Bettega

    MAX CAMALEONTICO - Cinque anni fa era arrivato il pugliese bollente, dux indiscusso di una gens che veniva da due stagioni d'inferno. Oggi c'è Allegri che ha una qualità attigua al difetto: è camaleontico. Prima se ne sbatte della società, non facendosi scrupolo di mettere in panca Dybala piuttosto che Alex Sandro, Morata piuttosto che Cuadrado, Lemina (uno che verrà utile, fidatevi) al pari di Rugani (idem) e Zaza, che proprio non vede. Ma messo alle strette, dopo aver in tutti i modi fatto capire al presidente e all'amministratore delegato che lui voleva un trequartista (non un'ala dribblomane, non metodista brasilero, non un centravanti di prospettiva, non un terzino pagato come un bomber) ha il pregio di adeguarsi, di adattarsi. Allegri è uno che magari si piega ma non si spezza. Resto convinto che appena lo riavrà sano sbatterà Pereyra a fare il trequartista. Perché adesso (dopo aver subito gli iniziali insulti dei tifosi, dopo aver vinto due trofei e portato la Juve in finale di Champions, dopo essersi sciroppato un giorno sì e un giorno no che quella della scorsa stagione era "la Juve di Conte alla quale lui aveva dato tranquillità") adesso, fidatevi, vuole dimostrare di saper vincere anche con la "sua" squadra. Con il City si è piegato alla necessità. Altre volte si piegherà, perché Allegri non è un micco. Ma alla fine tornerà alla sua idea di calcio: il rombo con il trequartista. Le ultime di radiomercato raccontano di una Juve che potrebbe fare una pazzia per Isco. Bel giocatore, non risolutivo. Come Lavezzi: utile in un 4-3-3 ma un altro che raramente la mette dentro. Sapete che dico sempre ciò che penso. Juve pragmatica quella vista col City: ma il controllo del gioco è altra cosa. 

    SERVE UN REGISTA - Manca (e si vede) un regista. Marchisio è commovente per quanto si applica nel ruolo. Ma lui è una mezz'ala. Direte: un altro Pirlo non c'è. Esatto. Ma registi buoni in giro ce ne sono. Nomi non ne faccio. Li ho fatti in passato. Però reputo che quanto prima la Juventus si debba dotare di un metronomo: l'uomo che fa girare tutta la squadra. Allegri non ama giocare col regista. Ma non è detto che Allegri abbia ragione. Se davvero hanno un pacco di milioni da investire a gennaio, prendano un regista. Lo prendano "maturo", uno che si possa inserire subito e non debba scaldare la panca in attesa della castagne. Prendano un regista. E forse la Juve ce la farà a rientrare in campionato. La Champions invece è una tombola. La Juve – che non era oggettivamente  tra le migliori, la scorsa stagione - l'ha sfiorata. Il Chelsea di Di Matteo addirittura l'ha vinta. La Champions è una roulette. Ma una cosa va riconosciuta: da quando c'è Allegri la Juve è più europea. Anche perché in Europa - visto che provano a vincere - ti fanno giocare. Mentre in Italia: oggi la rimonta più che complicata sembra impossibile. Ma con un regista… Ah, da ultimo penso (vade retro De Laurentiis) che Rugani (almeno un poco) debba giocare. 

    NOTA PER I LETTORI - Grazie a voi lettori, questa rubrica è in costante crescita. Quindi d'accordo con l'editore abbiamo deciso di triplicarla. Juvemania verrà aggiornata tre volte alla settimana. Altre cosa: sempre d'accordo con l'editore abbiamo deciso di interagire con i lettori. Le mie risposte appariranno direttamente sotto ai vostri scritti. Fate domande e vi risponderò. Porte aperte agli sfottò: sono il sale del tifo. Porte chiuse - viceversa - a chi pensa, celato da un nick, di poter dar sfogo alla sua maleducazione. Vi aspetto numerosi

    Andrea Bosco
     


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