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1958, storia di Selmosson, il 'Raggio di luna' che tradì la Lazio per la Roma

1958, storia di Selmosson, il 'Raggio di luna' che tradì la Lazio per la Roma

  • Alessandro Bassi
L'estate è quella del 1958. E' l'estate dei mondiali di calcio in Svezia e dell'uscita di Lolita nelle librerie U.S.A. E di Volare canzone che dal Festival di Sanremo di quell'anno sarebbe diventata tormentone nazionale. L'estate del 1958 è anche quella del turbolento trasferimento di uno degli svedesi più estrosi che abbiano mai giocato in Italia, quell'Arne Selmosson che nel passare dalla Lazio alla Roma fa scatenare la protesta dei tifosi biancocelesti.

RAGGIO DI LUNA - Arne Selmosson fa parte di quell'incredibile e numerosissimo gruppo di calciatori che la Svezia riesce a sfornare nell'immediato secondo dopoguerra e che il nostro calcio dell'epoca fa di tutto per accaparrarsi, ovviamente a peso d'oro. Selmosson nasce nel 1931 e si mette in luce nel Jonkopings di Sodra dove segnando con grande regolarità conquista non soltanto la Nazionale ma anche quella popolarità che lo mette sul taccuino dei talent-scout di mezza Europa. Selmosson è una mezzala che può indifferentemente giocare anche come ala e seconda punta date le sue spiccate qualità offensive e la naturalezza con la quale “vede” la porta avversaria; dotato di un dribbling secco riesce sovente a spiazzare il marcatore e partire palla al piede in progressioni potenti e veloci. Soprannominato già in Svezia “Raggio di luna” per via dei suoi capelli biondissimi e della pelle molto chiara, Selmosson viene individuato dal nuovo allenatore dell'Udinese, Giuseppe Bigogno, come il giocatore ideale per far fare il salto di qualità alla squadra senza dover per forza spendere una fortuna. Le trattative e i primi abboccamenti sono del 1953 ma ancora nulla si concretizza per una concomitanza di eventi. Da un lato in Italia vengono chiuse – meglio sarebbe dire socchiuse – le porte ai giocatori stranieri e dall'altro in Svezia inizia a circolare la voce che Selmosson avrebbe già firmato per una squadra italiana. Nel Paese scandinavo, ormai stanchi dei continui saccheggi dei loro migliori giocatori, vengono introdotte norme molto stringenti che prevedono la squalifica e l'esclusione dalla Nazionale per quei giocatori che si sospetta abbiano avuto trattative con società professionistiche. A farne le spese è proprio Selmosson: la stampa svedese sostiene, come detto, che il giocatore abbia già firmato un contratto con l'Udinese. La qual cosa non è vera, considerato anche che in Italia per quell'anno non si possono tesserare nuovi stranieri, ma tanto basta perchè a Selmosson venga tolta la Nazionale. Comunque il trasferimento del giocatore in Italia è ormai destino che debba avvenire e così nel 1954 Selmosson può finalmente giocare per l'Udinese e grazie ai suoi goal (14 reti in 34 partite) e alla sua tecnica sublime i friulani arrivano ad un clamoroso secondo posto finale in classifica, dietro al solo Milan delle stelle. Peccato che pochi giorni dopo la conquista di quello storico piazzamento l'Udinese venga retrocessa in serie B per un illecito commesso un paio d'anni prima.

DALLA LAZIO ALLA ROMA - L'Udinese, retrocessa in serie B per illecito, viene quindi smantellata e il primo a fare le valigie è proprio la stella più luminosa, Selmosson, che passa per una pioggia di milioni alla Lazio del duo Tessarolo-Vaselli assieme al suo compagno di squadra il centravanti Bettini. Così ha inizio il lungo periodo romano di Selmosson, diviso equamente tra le due sponde del Tevere. Selmosson contribuisce a far fare il salto di qualità alla Lazio: dopo alcuni piazzamenti anonimi con lo svedese i biancocelesti conquistano due terzi posti consecutivi. Si arriva così alla fatidica estate del 1958. la Lazio ha concluso il campionato molto vicina al baratro della retrocessione in serie B ed è in piena crisi finanziaria, gli investimenti del munifico Vaselli hanno contribuito non poco al dissesto e il nuovo reggente deve far quadrare i conti. In altre parole, occorre vendere i pezzi pregiati e più costosi. Selmosson ovviamente è il più pregiato e il più costoso. Peccato sia anche il beniamino della tifoseria. Già è dura dover lasciar partire un fuoriclasse, ma quando viene ufficializzato il trasferimento di Selmosson per oltre 130 milioni di lire dalla Lazio alla Roma la protesta dei tifosi prorompe. I tifosi biancocelesti scendono nelle piazze a manifestare tutto il loro disappunto chiedendo a gran voce che lo svedese non venga ceduto, quanto meno non alla Roma! Sono giornate concitate, si registrano tumulti e alcuni scontri con la polizia, intervenuta per disperdere i tifosi che stavano manifestando proprio davanti alla sede della Lazio. Alcuni dirigenti laziali sono in apero contrasto con la decisione del loro presidente e tentanto anche di convincere Selmosson a non firmare per la Roma, ma quei soldi per la società laziale sono vitali per evitare il fallimento e pertanto Selmosson, fresco vice campione del mondo con la sua Nazionale, il nuovo contratto lo firma e il 10 luglio 1958 passa alla Roma dove rimarrà tre stagioni. Il primo anno di Selmosson con la Roma è strepitoso, segna ben 16 reti in 33 partite – suo record italiano –  e l'anno successivo ne segna 13. A proposito di reti segnate, c'è da ricordare che Selmosson è l'unico giocatore ad essere andato in goal nel derby della Capitale con entrambe le squadre. L'ultima stagione in giallorosso segna il declino dello svedese che pur giocando poco riesce comunque a togliersi la soddisfazione di vincere la Coppa delle Fiere. Poi la nostalgia per la quiete e la tranquillità di Udine lo riporteranno in Friuli dove dal 1961 giocherà per altre tre stagioni con i bianconeri dell'Udinese prima di far ritorno definitivamente in Svezia, nella città natale di Götene dove apre un negozio di articoli sportivi e dove morirà nel 2002, pochi giorni prima di compiere il suo 71° compleanno.

(Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)

 

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