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  • Acerbi highlander, sempre in campo da 2 anni: punta l'Inter, anche sul mercato

    Acerbi highlander, sempre in campo da 2 anni: punta l'Inter, anche sul mercato

    • Vittorio Niccolai

    Con la gara di domenica Francesco Acerbi mette in fila cento presenze consecutive con la maglia del Sassuolo. Senza mai mancare un minuto. La striscia inizia il 18 ottobre 2015, quando il numero 15 dei neroverdi rientra in campo nella vittoria casalinga contro la Lazio, dopo due turni di assenza per una noia muscolare.

    Da quel momento, mai un infortunio: i piccoli fastidi vengono sempre riassorbiti durante la settimana. “Mi preparo nei dettagli, nell'alimentazione, nel riposo, nella testa”. Da quel momento, mai una squalifica: solo otto cartellini gialli (per trovare una doppia ammonizione bisogna tornare al gennaio del 2015). “Cerco di leggere l'azione in anticipo, di non fare falli vistosi”. Risultato? Novemila minuti giocati di fila, senza interruzioni. “Giocare a calcio è la mia passione. Dopo la malattia, ho capito di non avere tempo per i rimpianti”.


    DIFFICOLTÀ - Perché una storia, per essere storia, ha bisogno di un conflitto; di battaglie da combattere. Acerbi ne ha affrontate due contro lo stesso avversario: il tumore al testicolo. La prima diagnosi risale al luglio del 2013, subito dopo il passaggio al Sassuolo, durante le visite mediche post-trasferimento. Operato d'urgenza al San Raffaele di Milano, viene dimesso il giorno successivo e torna in campo a metà settembre in casa del Verona. Sembra tutto superato, finché a dicembre il calciatore viene trovato positivo alla gonadotropina: non è doping, ma il segnale che il cancro è tornato. Quattro cicli di chemioterapia, e una nuova vittoria: in estate arriva l'idoneità sportiva. “Adesso viene il bello”. La serie A lo riaccoglie il 21 settembre, proprio contro la Sampdoria. A fine stagione, si contano 32 presenze e 3 gol.

    CAMBIAMENTI - E una nuova consapevolezza. Al termine del viaggio, sconfitte le avversità, il protagonista torna alla normalità con nuove armi. Le delusioni del passato vengono rivalutate e superate. Fra queste i sei mesi con la maglia del Milan, nel 2012: Acerbi ci arriva sull'onda dell'ottima stagione disputata con il Chievo. A 24 anni, difficile non considerarlo un punto di arrivo. “Mi sentivo realizzato. Ma ero ancora acerbo, di nome e di fatto”. Le aspettative sono alte: non far sentire la mancanza di Thiago Silva, ceduto al PSG. In una squadra che in estate, oltre al brasiliano, vede partire Nesta, Gattuso, Seedorf, Inzaghi, Zambrotta, Ibrahimovic, Cassano; in un squadra che si ritrova senza l'identità prima garantita dai grandi veterani, e senza il talento dei campioni. Dieci apparizioni totali, compreso l'esordio in Champions League contro il Malaga. Ma a gennaio torna al Chievo. “Avevo già perso in partenza. Nonostante tutto il Milan non è un ricordo doloroso”.

    FUTURO - Dai ricordi alle prospettive. La serenità che deriva dal saper dare alle cose il giusto peso aiuta a essere tranquilli nella vita di tutti i giorni. Che, per Acerbi, è il calcio. A 29 anni il giocatore del Sassuolo è considerato uno dei centrali più completi della serie A. Di lui colpiscono il senso della posizione, la superiorità fisica e l'intelligenza che dimostra nel cercare di anticipare il movimento dell'avversario; ma ciò che impressiona veramente è la sicurezza con cui guida la difesa e affronta le situazioni più insidiose. Oltre al rendimento, altissimo, che lo ha portato al record delle cento presenze consecutive. “È un alieno,” il commento del suo allenatore Giuseppe Iachini. Nel mirino c'è la striscia di 162 apparizioni firmata da Javier Zanetti. “Raggiungerlo? Magari. Lui è un mostro” Alieni e mostri se la intendono: chissà che Acerbi non possa darsi nuovi traguardi proprio in nerazzurro. L'Inter ha bussato, in estate, e potrebbe rifarsi viva a gennaio. Come i club della Premier. Italiano, inglese o russo (Zenit), il treno passerà una seconda volta. Anche quello della Nazionale. C'è solo un problema: quando arriva la domenica, impossibile tenerlo fuori. “Io sempre in campo? Se non gioco titolare non faccio iniziare la partita”.

    @VittNicc


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