Adieu Santacroce, da Lippi a De Canio
Adieu Santacroce. Prestito secco al Lecce fino a fine stagione. Leggo che domani sarà ufficiale e anche Bigon un po’ lo ha scaricato: “Nelle campagne acquisti del passato abbiamo dimostrato che siamo disposti a trovare situazioni migliorative. Chi resta al Napoli deve dimostrare di avere il fuoco sacro dentro per dare un contributo. Nel caso di Santacroce vedremo cosa il mercato proporrà e cosa vuole fare lui. Le decisioni si prendono sempre insieme”.
E, a dir la verità, un po’ me lo piango. Arrivò dal Brescia al mercato di gennaio 2008 per 5,5 milioni. Splendido anticipo, tocco sopraffino, valutazione forse eccessiva. Con Daniele Mannini e Marek Hamsik diventò il terzo calciatore proveniente dal Brescia acquistato dai partenopei in soli sei mesi. C’era una volta l’asse Marino-Corioni. Incantò il san Paolo immediatamente il leoncino di Bahia in possesso di un formidabile senso della posizione. Nazionale Under 21, nazionale maggiore, un’ascesa che sembrava inarrestabile. E la fama da sciupafemmine che ancora oggi lo vuole in tutti i locali napoletani un giorno sì, e l’altro pure.
Santacroce perde il passo. Campagnaro e Grava mettono la freccia. Il leoncino non solo non è più intoccabile, ma il suo grande talento finisce in panchina se non in tribuna. Ultime prestazioni stagionali convincenti e la decisione di farlo crescere a Lecce. Lo volevano in Spagna, lo voleva la Juve, piaceva a Lippi. Ora al Lecce per la rinascita completa. Adieu Santacroce. Ci rivediamo a luglio. Contratto fino al 2012. Sei ancora del Napoli a qualche centinaio di migliaia di euro l’anno. Contribuire alla salvezza dei salentini servirà anche per rilanciarti nel panorama nazionale.