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  • Alex Teixeira:| 'Sogno di giocare con Pirlo alla Juve'

    Alex Teixeira:| 'Sogno di giocare con Pirlo alla Juve'

    Mkhitaryan: «Andremo all’attacco!».
    Piedi buoni, cervello fino. Henrikh Mkhitaryan, il poliglotta armeno, ascolta e sorride. Pareggio sì o pareggio no? Shakhtar e Juventus agli ottavi, insieme appassionatamente. «Noi scenderemo in campo per vincere: in casa moltiplichiamo gli sforzi e i nostri tifosi ci sosterranno. Le squadre italiane giocano al più alto livello difensivo. E tutti sanno quel che significa “catenaccio”. Rispetto a Torino, sarà diverso. Anche contro l’Italia, in alcune occasioni, sono riuscito a penetrare... Sono sicuro che sarà una partita inedita,con lo Shakhtar in grado di affermarsi, all’attacco». Il dolcetto finale. E lo scherzetto?

     

    Fernandinho sicuro: «Sì, batto la Juve e vado in Premier».
    «In Brasile si dice che il calcio è una cassa di sorprese». Sorride Fernandinho, l’uomo simbolo del magnifico Shakhtar griffato Lucescu, e ha ottimi motivi per farlo. Perché la sorpresa questa volta l’ha confezionata lui, proprio ai danni del suo mentore romeno. Quella contro la Juve sarà infatti l’ultima partita del centrale brasiliano con la maglia dello Shakhtar e questo è un bel guaio per le velleità del club ucraino e del suo tecnico, che un’idea alla vittoria Champions iniziano davvero a farla. Troppo forti le sirene della Premier League, dove Fernandinho si trasferirà a partire da metà gennaio, dopo un mese di vacanze in Brasile. «Ho avuto molte offerte in queste otto stagioni vissute in Ucraina, una nemmeno tanto tempo fa dalla Roma. Tutte le volte mi dicevo che non era il momento o la proposta giusta. Mentre adesso, a 27 anni, non avrebbe senso attendere oltre. Il momento giusto è arrivato. La mia nuova squadra? Prima di spendere nomi attendiamo che i due club raggiungano l’accordo (l’impressione è che finirà dalle parti di Manchester, l’intesa lui l’ha già raggiunta, ndr)».


    TENTATIVO DI FUGA La defezione è pericolosa in prospettiva per Lucescu e comunque qualche malumore interno l’ha creato, perché Willian ad esempio si è visto negare il trasferimento al Tottenham, che nelle settimane scorse si era spinto a offrire 30 milioni di euro per il suo cartellino. Il presidente Akhmetov ha però ammesso: «In estate sarà difficile trattenerlo». Dunque siamo al last show alla Donbass Arena per Fernandinho: «E voglio chiudere in linea con questa lunga esperienza, cioè vincendo. Potremo riuscirci se faremo come all’andata; pallone dietro, controllo del gioco, tanta pazienza e poi rapidità negli inserimenti. In area poi abbiamo i giocatori che possono fare la differenza, anche se purtroppo manca Luiz Adriano che è bravissimo nell’aprire spazi a tutti noi. Se invece ci faremo prendere dall’entusiasmo, attaccando in massa, faremo il gioco della Juve. Soprattutto di Vucinic, un campione che mi fa impazzire per come sa giocare la palla e ribaltare l’azione. Per me non finirà pari. Vincerà chi segna per primo».

    Teixeira: «Pirlo, ora rivali poi compagni...».
    Il tragitto dal Donbass Palace, dove soggiorna anche la Juve, e il centro d’allenamento dello Shakhtar è un viaggio nelle contraddizioni dell’Ucraina. L’opulenza lascia spazio al grigiore per chilometri, poi d’improvviso si ripassa all’opulenza. I calciatori hanno accesso a entrambe le dimensioni di questo Paese, perché come in ogni parte del mondo a loro è riservato il meglio. Eppure da queste parti la vita non è così facile anche per un calciatore. Alex Teixeira, il giustiziere della Juve nel match d’andata guida con la giovane moglie accanto e si racconta, rispondendo alle nostre domande.

    Com’è passare dal Vasco da Gama allo Shakhtar Donetsk?
    «Il primo anno è stato difficile a causa di un infortunio. Questo è il secondo. Lavorando e poi giocando con continuità, ho trovato il ritmo e di conseguenza i gol. Ora scendo in campo con grande fiducia in me stesso e questo è fondamentale per crescere ancora».

    Il Teixeira visto a Torino è un brutto cliente per tutti.
    «Segnai un bel gol, voglio ripetermi. Se dovessi ancora battere Buffon, metterò il pallone sotto la maglia e il pollice in bocca per dedicare il gol a mia moglie Thais Cristina e al figlio che ci nascerà. Siamo appena stati in Ospedale e abbiamo sentito battere il suo cuore. Più emozionante di un gol».

    I difensori della Juventus hanno però programmi diversi per la sua serata.
    «Sono difensori di alto livello. Mi ha impressionato soprattutto Chiellini, anche perché gioca dalla mia parte. Proverò ad attaccarlo in velocità, la mia natura è quella». Quali sono i suoi obiettivi? «Arrivare alla finale di Champions. Lavoriamo per quello, possiamo farcela».

    E quelli più personali?
    «Crescere ancora e trasferirmi in un grande campionato europeo. Liga, Premier, ma anche l’Italia andrebbe benissimo. Non ne faccio una questione economica, in Ucraina si guadagna bene, ma di prestigio. Magari mi consentirebbe di coronare i miei due sogni».

    Ovvero?
    «Giocare con Pirlo, per un attaccante dev’essere fantastico».

    Registrato. E poi?
    «Disputare il Mondiale con la maglia verdeoro. Ho giocato un sacco di partite nelle Under, mi manca la nazionale maggiore e per un attaccante brasiliano non è facile battere la concorrenza. Trasferendomi in Italia avrei maggiori possibilità».

    Il salto sarebbe notevole.
    «L’Ucraina è una scuola. Se ti adatti qui, lo fai ovunque. In Italia non ho dubbi che mi ambienterei bene, la vostra cultura è simile alla nostra».

    Non resta che aspettare la telefonata giusta.
    «Da ragazzino non arrivò, non dai vostri club intendo. Prima di Lucescu mi avevano cercato solo Porto e Benfica. Il mio contratto scadrà nel 2014 e fino a quella data darò il massimo per lo Shakhtar, perché come dicevo sentiamo di poter arrivare lontano. Poi vedremo».

    Intanto deve concentrarsi sulla Juve.
    «Ci ha pensato Lucescu a non far scendere la nostra concentrazione. Da una settimana insiste con il fatto che non dobbiamo rilassarci, che per crescere bisogna saper vincere soprattutto partite come questa».

    Come finirà, dunque?
    «Finirà 2-1 per lo Shakhtar».


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