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  • All. Auckland City Fc:|'Italiani aggiornatevi'

    All. Auckland City Fc:|'Italiani aggiornatevi'

    Dal suo arrivo nel 2008 all' Auckland City FC, prima come assistente e poi come allenatore capo, Ramon Tribulietx ha portato la mentalità tipica del calcio professionistico europeo. Il palmares parla chiaro: 2 OFC Champions League, 2 ASB Premiership, 1 ASB Charity Cup.

    In esclusiva per generazioneditalenti.com l'allenatore spagnolo ci illustra il mondo del football made in New Zealand.

    Mister Tribulietx, per prima cosa la ringrazio dell'oppurtità di intervistare l'allenatore di una squadra così importante nel panorama oceanico. Ci racconti la sua carriera e come si è presentata l'oppurtinità di allenare gli Aucklan City FC.

    Dodici anni fa ho giocato in Nuova Zelanda e ho stabilito molti contatti con i club. Dopo aver allenato nella spanish Segunda Division B, Sant Andreu, Figueres e UE Castelldefels, nel 2008 mi è stato offerto un contratto come assistente allenatore e ho accettato. I primi 2 anni ho coadiuvato l’allenatore Paul Posa e da due sono passato al ruolo di allenatore effettivo.

    In un paese dove il Rugby è quasi una religione, che spazio si ritaglia il calcio? I media vi seguono con attenzione?

    Beh, il calcio è lo sport praticato dalla maggior parte dei neozelandesi. Il rugby attira l’attenzione dei media ma il calcio sta crescendo rapidamente e speriamo che nei prossimi anni guadagni più attenzione da parte della stampa. Radio e giornali ci dedicano più spazio rispetto alla tv neozelandese e, sorprendentemente, il panorama internazionale si mostra molto interessato, soprattutto dopo la partecipazione al Fifa Club World Cup 2009 e 2011.

    Qual è il rapporto con la tifoseria?

    Questa è la mia quarta stagione nella squadra, credo che i tifosi rispettino il mio lavoro e quello del team dato che abbiamo sempre dato il massimo. In Nuova Zelanda si vivono grandi emozioni, come in Europa, anche se con un numero minore di tifosi.



    Durante l'ultimo mondiale per club Fifa siete stati sconfitti dai Kashiwa Reysol, ma avete dimostrato grandi miglioramenti soprattutto a livello tattico. Come lavora durante la settimana con la squadra?

    Già nel 2009 abbiamo vinto 2 partite al Mondiale per club svoltosi negli Emirati Arabi Uniti, contro Al Ahli e Mazembe, che hanno segnato l’inizio per la squadra di una nuova impostazione del gioco. In Giappone, nel 2011, abbiamo giocato con contro una squadra forte composta da eccellenti giocatori, è stata quindi una delle partite più impegnative per l’Auckland City FC: i commenti ricevuti da fonti europee ci hanno incoraggiati.
    Noi ci alleniamo come le squadre professioniste europee, il pallone è sempre presente nelle sessioni di allenamento ed abbiamo uno stile di gioco preciso che cerchiamo di sviluppare creando delle situazioni di gioco reali durante gli allenamenti. In modo che i giocatori imparino ad essere creativi all’interno dei nostri schemi di gioco e a raffinare il nostro stile.

    Qual è la qualità delle strutture di allenamento?

    Purtroppo non abbiamo una sede fissa per gli allenamenti, utilizziamo diversi campi nell’area di Auckland. La qualità degli impianti è buona comunque.

    La crescita di tutto il movimento sta aiutando anche la nazionale All Whites: vi tenete in contatto col ct Ricki Herbert?

    Conosco personalmente Ricki ma non ci teniamo in contatto direttamente. Ci sono molti giocatori coinvolti nei gruppi delle diverse fasce di età a livello nazionale; 4 dei nostri giocatori sono stati convocati nell’under 23 che si è qualificata per i giochi olimpici e due dei nostri senior sono solitamente convocati negli ’All Whites. Per quanto possibile cerchiamo di formare giocatori che aiutino le squadre e la nazionale neozelandese a migliorare i risultati a tutti i livelli.

    Avete una squadra molto giovane, tendenza ormai radicata in tutta la ASB premiership. Avete progetti particolari per far emergere queste nuove promesse?

    I nostri progetti sono a medio-lungo termine. Alcuni giovani giocatori si allenano full time con la squadra e cominciano a capire che il nostro obiettivo è giocare da professionisti. Alcuni di loro hanno già giocato alcune partite quest’anno e speriamo di accogliere presto nuovi giovani.

    L’arrivo di stranieri come Manel Exposito (ex- giocatore del Barcellona e Atletico Madrid) aiuta la nuova generazione a sviluppare una mentalità calcistica vicina a quella europea?

    Penso che i giocatori stranieri aiutino i neozelandesi a capire quale tipo di gioco vogliamo sviluppare. Per il futuro speriamo che molti giovani vengano formati nella nostra ”primavera” e che assumano ruoli di rilievo nella squadra senior. E’ anche questo un progetto a lungo termine.

    Data la sua grande esperienza ci può indicare qualche giovane talento di sicuro avvenire, guardando sia alla nuova zelanda che a tutto il continente?

    Ci sono alcuni giovani giocatori neozelandesi che giocano sia in Europa che in Australia: Marco Rojas ( Melbourne Victory ) e Kosta Barbarouses ( Alania Vladikavkaz ) sono dotati di grandi capacità tecniche. Altri giocano ancora in nuova Zelanda, come Adam Thomas ( Waikato FC ) nell’under 23 e naturalmente i nostri Ian Hogg, Adam McGeorge e Alex Feneridis.

    In Italia, al contrario di Inghilterra Olanda e Germania, i calciatori del nuovo continente sono ancora poco considerati. Sente di consigliare alle squadre italiane di investire nella nuova generazione calcistica neozelandese?

    Probabilmente in Italia resiste ancora un’immagine datata del calcio neozelandese, ma gli All Whites hanno recentemente provato in contesti internazionali che la Nuova Zelanda ha compiuto dei progressi davvero notevoli, mentre l’Auckland ne ha dato dimostrazione con due vittorie nel 2009 nella Coppa del Mondo e una buona prestazione in Giappone nel 2011. Inoltre, per la prima volta, la Nuova Zelanda under 17 si è qualificata al secondo turno per Messico 2011. Sono esempi incoraggianti e speriamo che, in un prossimo futuro, portino a un cambio di prospettiva riguardo al calcio neozelandese e a un accresciuto rispetto per i suoi giocatori

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