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  • AMARCORD: Papin e l'ombra di Van Basten

    AMARCORD: Papin e l'ombra di Van Basten

    • Anna Prattichizzo

    Per i tifosi rossoneri è un ricordo agro-dolce. Papin arriva a Milano con un Pallone d'oro sotto il braccio e la nomea di secondo giocatore più forte al mondo dopo Van Basten. Il problema è tutto lì. Nel Milan dei tre olandesi il francesino riccioluto e tutto naso fa fatica a farsi spazio. La regola dei tre stranieri poi non agevola il suo inserimento. E' il Milan degli Invincibili che può permettersi perfino il lusso di tenere in panchina gente come Savicevic e Papin. 'Van Basten e Papin insieme in campo? Servirà un semaforo", il commento Gullit. Due stagioni tra alti e bassi ma gli anni d'oro del Marsiglia sono altra storia. 

    E' lì che Papin incanta dall'86 al 1992. Il famigerato e discusso presidente Tapie lo preleva dal Belgio, dove milita nel Club Brugges. Con il Marsiglia vince quattro campionati consecutivi, una coppa di Francia e il Pallone d'oro (secondo i maligni più un trofeo di squadra che personale).


    Nel marzo del 1991 il Marsiglia trova ai quarti di finale di Coppa Campioni proprio il Milan di Sacchi, Campione d'Europa e del Mondo. All'andata a San Siro finisce 1-1, al ritorno al Velodrome il fattaccio. Al 90' il Milan è sotto 1-0, per due volte il campo è invaso da fotografi e reporter che pensano che la partita sia finita, poi si spegne un riflettore e il Milan si rifiuta di tornare in campo. Una presa di posizione che costerà ai rossoneri un anno di squalifica dalle competizioni europee. A fine stagione Sacchi lascia il posto a Fabio Capello. Dopo l'anno di purgatorio il Milan torna in Champions e perde la finale (ironia della sorte) proprio contro il Marsiglia, con Papin questa volta dall'altra parte della barricata.

    Nel '94 il francese finisce al Bayern Monaco, qui gli infortuni gli impediscono di giocare al meglio. Dopo due anni torna in Francia dove gioca prima nel Bordeaux, poi al Guingamp e infine al Saint Pierroise, nelle Ile de la Reunion. Dopo alcuni anni di inattività, Papin torna a indossare gli scarpini e a 45 anni è di nuovo in campo con i dilettanti del Facture Biganos.

    Attualmente Papin è allenatore. Ha guidato lo Strasburgo dalla Ligue 2 alla Ligue 1, ha poi diretto il Lens e per finire lo Chataeuroux. Una vita divisa tra il calcio (una passione troppo grande da abbandonare per sempre) e la sua numerosa famiglia: Due matrimoni, cinque figli tra cui Emilie, gravemente ammalata e a cui Papin e sua moglie dedicano costanti e amorevoli cure. Con la moglie Florence, Papin fonda Neuf de coeur , un'associazione per aiutare e sostenere le famiglie dei bambini affetti da lesioni cerebrali, proprio come Emilie.

    Nella storia rossonera Papin non ha avuto il peso di Van Basten  ma è riuscito a farsi amare lo stesso. Le sue papinade (famosa la sua imparabile mezza rovesciata) le ricordiamo ancora. Indipendentemente dai risultati ci sono certi giocatori che riescono ad entrare nel cuore dei tifosi e JPP è uno di questi.


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