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    Ancelotti e le rivoluzioni ragionate: cara Juve, il Napoli non molla

    Ancelotti e le rivoluzioni ragionate: cara Juve, il Napoli non molla

    • Francesco Marolda
    Ci ha provato De Zerbi a dar problemi al Napoli. Ci ha provato anche prima di giocare mischiando maglie e giocatori. Innova, cambia, è diplomato in turn over pure lui, ma stavolta s’è scontrato con chi del “ricambio” scientifico è maestro. E ha vinto lui, il maestro, don Carlo Ancelotti, che esagera pure, se si vuole. Ne cambia otto, infatti, rispetto all’ultima col Liverpool, rinuncia in avvio pure a Insigne, Allan e Callejon, mentre tra i “nuovi” mette in campo Ounas, giavanottino considerato meno che riserva una stagione fa, che gli dà invece ragione in tre minuti. Tanto, infatti, ci mette per far gol. Merito suo perché immediatamente mette in libertà il sinistro sfacciato e intelligente, certo, ma imperdonabili sono le colpe emiliano-romagnole. Non si capisce il perché, ma il Sassuolo (che questa sconfitta un po’ ridimensiona) di solito rapido e sfrontato è invece timido e impacciato. Comincia proprio male, infatti, e sulla scia dei freschi bei ricordi della Champions, il Napoli subito festeggia. Poi, senza dannarsi più di tanto, s’accontenta di tenere a bada l’avversario, che forse paga anche la sua bella gioventù. Quella di Locatelli e Boga soprattutto.

    Ruba palla e va, il Napoli. Però spreca parecchio, troppo per non far alzare la voce, la pressione e il sopracciglio ad Ancelotti, anche perché prende coraggio la squadra di De Zerbi. Il paradosso è questo: il Napoli comanda la partita eppure rischia per quel poco che il Sassuolo fa. Perché rischia? Forse perché per colpa dei troppi ricambi gioca più di ripartenze e spunti personali che di squadra. E poi, perché Zielinski e Verdi che dovrebbero essere “spine” velenose per chi sta dall’altra parte, hanno i piedi addormentati. Insomma, non è il Napoli migliore quello che si vede, assolutamente no, ma per sua fortuna il Sassuolo in tutto il primo tempo sa tirare in porta un sola volta e basta.

     E allora comincia la partita degli allenatori. Apre De Zerbi sfidando con Berardi e Bourabia e poi con Babacar, ma il gol lo sfiora e basta;  replica Ancelotti con Insigne e Allan e poi pure Callejon. E se c’è una morale. È che si può cambiare, sì, però senza esagerare. E poi: che il Napoli, se vuole, dev’essere squadra di rivoluzioni ragionate. Due volte, infatti, ha strafatto don Carletto e una volta le ha prese (dalla Samp) e l’altra ha sofferto. Inutilmente. Col Sassuolo. Tant’è che c’è voluto il solito colpo da biliardo di Lorenzinho Insigne per scacciare i timori e le paure. Insomma, Ounas apre e Insigne chiude il conto. Ounas simbolo della rivoluzione e Insigne, invece, delle impossibili rinunce. Il nuovo e il “vecchio” (si fa per dire) per raccontare alla Juve che il Napoli non molla. Anche per merito di un attempato giovanotto in verità considerato poco sino ad oggi: il signor Ospina, che ci ha messo del suo in questo successo azzurro. Ci ha messo più i piedi che le mani, in verità, ma questo conta poco. Anzi, forse porta pure bene. Il Napoli, infatti, un signore che parava parecchio con i piedi e con il corpo già l’ha avuto. E ci ha vinto anche uno scudetto. Garellik, lo ricordate?   


    IL TABELLINO

    Napoli-Sassuolo 2-0 (primo tempo 1-0)

    Marcatori: 3' pt Ounas, 27' st Insigne
    Assist: 27' st Hysaj
    Napoli (4-4-2): Ospina; Malcuit, Albiol, Koulibaly, Hysaj; Ounas (6' st Insigne), Diawara (11' st Allan), Rog, Zielinski; Mertens, Verdi (23' st Callejon). All. Ancelotti
    Sassuolo (3-4-3) Consigli; Marlon, Magnani, Ferrari; Lirola, Magnanelli, Locatelli (1' st Bourabia), Rogerio; Djuricic, Boateng (23' st Babacar), Boga (1' st Berardi). All. De Zerbi
    Arbitro: Di Bello di Brindisi
    Ammoniti: 39' pt Locatelli (S), 41' pt Diawara (N), 36' st Koulibaly (N), 43' st Consigli (S)
    Espulsi: 42' st Rogerio (S)

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