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  • Arbitri: Moviola e dialogo, elementi mancanti

    Arbitri: Moviola e dialogo, elementi mancanti

    • Massimo Airoldi

    Una frase che ultimamente ricorre è “Bisogna aiutare gli arbitri”. Calciatori invitati a ridurre le proteste, dirigenti chiamati a smorzare i toni, per evitare di fomentare inutili polemiche.

    La domanda che incalza però è la seguente: gli arbitri si vogliono realmente fare aiutare?

    Loro stessi e qualche “mente superiore” non gradiscono l’introduzione della tecnologia, accampando cento scuse e giustificandole con fragili motivazioni, per lasciare spazio al “lato umano” dello sport.

    Il lato umano dovrebbe prevedere il dialogo, la propensione dell’arbitro a parlare con i giocatori, con gli addetti, ricercando così quella collaborazione tanto ambita. Invece capita che l’arbitro “impone”, fugge da questo contesto, fa “spallucce” e se ne va (Tagliavento docet).

    Moviola e dialogo rappresentano i mezzi migliori dai quali il sestetto arbitrale dovrebbe trarre vantaggio, al fine di una gestione della partita più corretta e più serena, ponendosi loro stessi nelle migliori condizioni di svolgere il proprio operato e garantendo una sostanziale e tangibile riduzione del margine di errore.

    Senza navigare troppo all’indietro con la memoria, Rizzoli, Tagliavento, il guardalinee Preti, avrebbero gestito le rispettive partite e le relative situazioni, in maniera differente qualora avessero potuto usufruire del mezzo tecnologico, ma soprattutto avrebbero avuto una condotta di gara meno nervosa e più omogenea. Se avessero potuto parlare, spiegare, giustificare determinate decisioni, avrebbero contribuito in prima persona a smontare sospetti e congetture che per giorni hanno riempito trasmissioni televisive, radiofoniche, e discorsi da bar.

    Così come gli allenatori hanno “l’obbligo” della conferenza stampa del dopo gara, sarebbe bello che anche gli arbitri potessero andare in sala stampa per una decina di minuti e sottoporsi alle domande dei presenti. Significherebbe incarnare il concetto di dialogo, stabilire quindi una relazione diretta e umana con coloro i quali hanno puntato loro gli occhi addosso per 90 e più minuti.

    Moviola e dialogo garantirebbero uno svolgimento più regolare e più lineare delle partite, del campionato, a tutela anche degli spettatori, oltre che degli addetti ai lavori che sono coinvolti in prima persona, in quella che ormai è diventata un’industria.

    Moviola e dialogo sono oggi elementi mancanti. Qualora ci fossero, a beneficiarne sarebbero tutti, dal tifoso sul divano di casa, ai protagonisti principali (arbitri compresi), del grande spettacolo che è il gioco del calcio, ma serve la volontà di tutti (arbitri compresi)…almeno a dialogare.

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