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  • Atalantamania:| È sempre Denis

    Atalantamania:| È sempre Denis

    Ci sono pareggi che sanno di sconfitta, altri dal retrogusto di vittoria, e altri ancora che fotografano chiaramente un equilibrio. Il segno 'ics' centrato ieri dall'Atalanta è un mix di tutte tre le fragranze. Ma è comunque un punto prezioso, utile a marciare a buon passo sulla strada della salvezza. Peccato non aver colto l'intera posta: il gol di Gazzi è arrivato quando si stava già assaporando l'ennesima vittoria, ovvero tre punti dal peso specifico elevato. Ma se Consigli è stato il migliore dell'Atalanta, ecco che emerge l'ennesima sfumatura. Si poteva vincere, si poteva perdere. Si è pareggiato.

    Il lavoro sporco è toccato alla saracinesca nerazzurra, che partita dopo partita si sta confermando portiere di indiscusse qualità. Le incertezze degli anni passati sembrano lontane anni luce, cancellate dalle prodezze snocciolate dallo scorso campionato cadetto sino a oggi. I titoloni sono invece toccati a German Denis. Nove gol sono un biglietto da visita laminato d'oro. Il Tanque ha finalmente trovato la consacrazione anche nel Belpaese, e con i suoi cingoli sta traghettando l'Atalanta lontano dal fango che ha rovinato l'estate a chi ha a cuore le sorti della Dea. Dovranno presto fargli un monumento, a questo Denis: tecnica, forza, cuore. Di aggettivi, per descriverlo, ne restano pochi. Di gol, si spera, gliene restano ancora molti. La salvezza passa sempre più dai piedi - e dalla testa - dell'attaccante 'figlioccio' di Pierpaolo Marino, la mano invisibile - anzi, visibilissima - di questa Atalanta.

    Il tempo per gongolarsi e incensarsi è però poco. Sabato si torna già in campo, in una sfida con tutti i crismi del big-match. Con il Napoli sarà una sfida affascinante e importante, in cui sarà la testa a fare la differenza. Il protagonista annunciato, manco a dirlo, è German Denis, atteso dal rendez-vous con la sua prima avventura tricolore. Un'esperienza partita bene e conclusa senza la gloria che ci si aspettava, imballato verso Udine e poi migrato a Bergamo, dove all'alba delle trenta candeline ha trovato la seconda giovinezza. Con la maglia delle zebrette ha già fatto male al suo passato partenopeo: si ripeterà anche con la casacca della Dea?

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