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  • Atalantamania: I frutti da raccogliere

    Atalantamania: I frutti da raccogliere

    E' stato comunque bello. Inseguire quel sogno, quella consacrazione, voler cucirsi sul petto il tricolore e issarsi sul tetto d'Italia. A volare alto sono invece i piccoli aquilotti, a planare sono le ambizioni atalantine. Ma non è un dramma.

    C'è un retrogusto degregoriano, riflessi della 'Leva calcistica della classe '68'. Certo occorre aggiornare il conto degli anni, certo quel '68 si accorderebbe più facilmente alle melodie ribelli che sviolinavano i piedi di Domenico Morfeo. Se Nino, nel testo dell'artista romano, non deve aver paura di sbagliare un calcio di rigore, nemmeno i Cina-boys debbono rammaricarsi troppo: hanno sbagliato una partita, una sola, purtroppo quella più importante, ma è al futuro che devono volgere lo sguardo.

    Sono emerse individualità importanti, immerse in un contesto ancor più solido: quello di gruppo, forgiato con efficacia da Valter Bonacina, maestro di calcio che un giorno saprà affermarsi anche alla guida di una Prima squadra. Il vero scudetto sarà un altro, ben diverso, più lontano nel tempo: da talenti a giocatori affermati, metamorfosi d'obbligo per non trovarsi a rimpiangere un futuro roseo ormai alle spalle.

    D'altronde, le migliori annate del vivaio atalantino hanno sempre lasciato in dote un tesoro importante. Dalla 'banda Prandelli' dei Morfeo, Pisani, Tacchinardi, Locatelli, ai 'Vava-boys', gente come Bellini, gli Zenoni, Pelizzoli. Magari, un giorno, fra qualche anno, ricorderemo questo sogno infrantosi sul più bello come il trampolino di lancio di Nava, Palma, Cais, Redolfi, chissà... Non resta che aspettare, attendere i frutti: d'altronde, si parla del vivaio di Zingonia.

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