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  • Atalantamania, altra Coppa, altro giro: ora la Dea è maggiorenne

    Atalantamania, altra Coppa, altro giro: ora la Dea è maggiorenne

    • Marina Belotti
    Il 2017 è stato l’anno della Dea? Chissà allora il 2018, per come è iniziato. Non si può parlare di passato (di pomodoro e di Pummarola N’Coppa, per restare in tema) con l’Atalanta, una rivelazione che non ha ancora finito di stupire. Altro che Coppa Italia presa sottogamba, la Dea, a undici mesi dalla vittoria al San Paolo, è diventata ancora più grande e ora prende in mano le big per schiacciarle a casa loro. Anno nuovo, vita vecchia: l’Atalanta continua a meravigliare e a vincere 2-1. E ieri era proprio il 2/1…
     
    VENTUNO- Già, questo numero continua a tornare e già la data in sé aveva predetto qualcosa di buono. La prima partita dell’anno è un botto nerazzurro che vale la doppietta atalantina e il solo gol partenopeo. Due reti su quattro tiri in porta hanno ribaltato la prestazione di domenica, dove in 17 occasioni solo una sfera entrò. Ma non solo: il due è anche il numero dei gol consecutivi del Papu, che ritorna a vestire i panni del capitano trascinatore e l'uno è la prima e finora unica rete del belga Castagne: vi state forse chiedendo che numero di maglia indossi sulla schiena?
     
    GASP SFORNA CASTAGNE-  Il turnover di domenica ha fatto un buco nell’acqua ma quello di ieri sera ha messo Castagne sul fuoco e ad essere eruttato è stato solo Timothy: abili giocate, palle in avanti, è cresciuto da inizio partita al triplice fischio. Quell’entrata che ha spedito con un siluro la palla sotto la traversa è da veri intenditori. Rispetto a Gosens, da mani nei capelli, Castagne, da piedi fatati, ha stupito in positivo e ha dimostrato la voglia di fare del titolare. L’errore di Berisha ha quasi reso vano il suo gol, ma la rete di Gomez ha suggellato un vantaggio meritato.
     
    JUVENTUNO- E adesso, a conti fatti, ci troviamo dopo ventun’anni di nuovo in semifinale. La Coppa Italia è un ricordo felice e nostalgico nelle menti dei bergamaschi: è l’unico trofeo che la Dea ha disegnato nel suo logo con la data del 1963. Oggi sono passati 55 anni e aggiungere un tassello così importante proprio al termine di un’annata del genere profumerebbe di magia. “Juve, un’autostrada verso la quarta finale” scrivono a premiumsporthd.it. Ma l’Atalanta, sotto i riflettori dei fari dei grandi stadi, dà il meglio di sé. E attenzione, che in questi giorni che le ferie giungono al, termine, le tangenziali sono da bollino rosso: la squadra di Allegri potrebbe fare la stessa fine del Napoli e rimanere bruciata. Sul fuoco, magari, ancora Castagne.
     

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