Calciomercato.com

  • Balotelli:| Lite in campo con De Rossi

    Balotelli:| Lite in campo con De Rossi

    Prova a scusarsi col compagno, va male: il romanista lo schiva.
    Litiga con De Rossi e segna il rigore: stavolta Balotelli è soddisfatto.
    Sembra una sfida tra pistoleri, mezzogiorno di fuoco o mezzanotte di Kiev, è uguale, la trama è degna di Sergio Leone. Hart indietreggia e Balotelli avanza. Faccia a faccia, sorriso strafottente. Due spavaldi a specchio: per un attimo sembra quasi che il rigore sia un dettaglio, che il punto si possa assegnare anche solo a occhiate. Chi non abbassa lo sguardo vince, solo che non cede nessuno e SuperMario finta e spara. Gol. Gli si può dire di tutto, ma ha fegato. Ci vuole coraggio per portarsi a casa un testa a testa così, con tanto di sberleffo finale.

    Messa la firma resta un problema di integrazione e stavolta i buu non c’entrano. Non si tratta di una questione razziale, è che Balotelli ha sempre qualche difficoltà a inserirsi, a trovare il suo posto in mezzo al mondo. Il ruolo in mezzo alla squadra. Parte come corpo estraneo, poi lentamente si adatta solo che al secondo black out sotto porta si capisce che non proprio tutti i problemi sono risolti. De Rossi lo riprende, Balotelli si mette il dito davanti alla bocca in un inconfondibile «stai muto» e l’altro lo manda a stendere con un gesto. Mancano solo i fumetti sopra la testa, lo scambio è fin troppo chiaro e il clima da western è già nell’aria.

    I due vanno avanti, l’azione si sposta e loro continuano, poi proseguono ognuno con il proprio monologo di smoccolamenti fino all’intervallo quando Balotelli ha il momento più lucido fino a lì. Confuso sulle palle gol, indeciso tra ometto e Peter Pan, si riscatta con la paziente attesa di De Rossi all’ingresso del tunnel: abbozza delle scuse che restano nell’aria perché l’ex Capitan Futuro, ormai decisamente saldo nel presente, rientra senza alzare la testa, con Cassano che gli trotta dietro nel tentativo di spezzare la tensione. Se si siano davvero chiariti o no è difficile da capire e non è neanche il problema principale. Il punto è che a ogni partita SuperMario si azzuffa con qualcuno. A ogni occasione mancata c’è una polemica, una lite, un’esultanza abortita. E la sensazione è sempre di un equilibrio davvero precario e di una fiducia stiracchiata al limite del collasso.

    Esistono anche piccoli segnali che danno l’illusione della maturità. Quando Bonucci gli ha tappato la bocca dopo il gol con coda di insulti nella partita vinta contro l’Irlanda, Balotelli sembrava sinceramente convinto di essere stato salvato non boicottato. E quando si è fermato per intercettare la benevolenza (esaurita) di De Rossi aveva l’aria di uno che non voleva portarsi dietro strascichi. Dà l’idea di fare dei tentativi, di intuire quale è la strada giusta.

    Ma è un po’ come quando sbaglia davanti al portiere, ha dei momenti di buio in cui vanifica tutto e deve sempre recuperare situazioni complicate. In realtà con l’Inghilterra gioca più e meglio che nelle altre gare, a volte sono gli atteggiamenti che lo fregano. Insegue l’isolamento. Prima dei supplementari, tutti stanno buttati sul campo in gruppo a recuperare energie e a creare intesa: Balotelli è l’unico seduto in una panchina deserta. Occhi chiusi, testa all’indietro, in meditazione. Resiste, si muove per conto suo e cerca disperatamente di restare in questo Europeo. Dentro il torneo e dentro l’Italia.

    Ci prova rincorrendo anche palloni impossibili, ci prova portandosi a spasso sempre due uomini, ci prova con una prova fisica e concreta in cui solo a tratti emerge la vecchia indolenza. Quando ormai tutto il tempo buono per segnare se ne è andato via si prende la responsabilità di tirare una punizione. Sbaglia. Non si può dire che non ci metta la faccia e che non ci metta il talento. All’Italia manca il gol, a Balotelli manca l’innesco. Ha tutto quello che serve per essere importante ma è come se i pezzi stessero smontati in una scatola in attesa dell’assemblaggio. A volte il giocattolo come per magia si monta e SuperMario spara, col sorrisetto da pistolero soddisfatto. Strappa applausi, un cowboy che aggiunge una tacca e guadagna del tempo. Una semifinale, un’altra partita per provare a vincere senza discutere.


    Altre Notizie